Torna il teorema Tangentopoli: “non poteva non sapere”
Il settimanale Panorama oggi in edicola dedica al fondatore di Fastweb un’ampia disamina sulle “anomalie” dell’inchiesta giudiziaria che lo vede imputato
A volte ritornano. Ma in questo caso, a tornare, è il teorema di Tangentopoli: quel “non poteva non sapere”, che il fondatore di Fastweb si ritrova appiccicato addosso dai magistrati e per il quale andrà a processo il prossimo 2 novembre. È il settimanale Panorama, a firma di Maurizio Tortorella nel numero oggi in edicola, a dedicare un’ampia disamina del “caso Scaglia”, ovvero a quella che definisce un’inchiesta giudiziaria “anomala”, come recita l’occhiello.
Scrive Tortorella: “Scaglia, in effetti, da oltre sette mesi (231 giorni per la precisione, ndr.) sta subendo un trattamento particolarmente severo da parte degli inquirenti romani”. “Magistrati e giudici – prosegue – gli rimproverano un atteggiamento ‘scarsamente collaborativo’, ma di fatto Scaglia continua soltanto a dichiararsi innocente”.
Il teorema dei magistrati è chiaro: Scaglia “non poteva non sapere”. Ma “l’assunto – insiste Tortorella – riporta di colpo ai tempi di Tangentopoli (…)… anche allora si discuteva se l’automatismo giudiziario fosse corretto. Poi la Cassazione ha stabilito che l’accusa deve sempre provare l’effettiva consapevolezza dell’indagato”. Ma ora, proprio su questo fronte – si legge ancora su Panorama – “la situazione di Scaglia è anche più forte, perché l’ex fondatore della Fastweb è sicuro di avere dimostrato, anche con i documenti, che in azienda della questione delle carte prepagate si sono sempre occupati altri”.
Eppure: “Agli inquirenti qualcosa non torna: a loro la verifica interna (che compì il Comitato Audit, ndr.) e la consulenza esterna (Studio Guido Rossi, ndr.) non bastano. Scaglia non avrebbe dovuto accontentarsi di quei due controlli, avrebbe dovuto fare di più. Che cosa, non è dato sapere”.
Conclude l’articolo: “Ma anche se Scaglia avesse conosciuto ogni particolare del business delle carte prepagate, e così non è – protesta l’avvocato Fiorella – nessuno lo ha mai accusato di essere stato a conoscenza di eventuali frodi: nessuno. Per questo la detenzione e il processo, senza nemmeno un’udienza preliminare, sono inaccettabili”.