Si chiama legge “svuota carceri” ma non sarà così
Il ddl licenziato dal Senato sulla concessione dei “domiciliari” verso coloro cui manca un anno di pena ridurrà i detenuti solo del 2.9%. E intanto i “presunti innocenti” continueranno ad essere trattati da “presunti colpevoli”
Si chiama ddl “svuota carceri” ma non sarà così. Basta fare bene i conti: se attualmente la popolazione dei detenuti in Italia raggiunge le 68.500 unità (un record nella storia della Repubblica), ora col provvedimento che il Senato ha approvato in via definitiva, e che consentirà entro il 31 dicembre 2013 la detenzione domiciliare per chi deve scontare condanne pari o inferiori a un anno, si stima che usciranno circa 2.000 persone. Calcolatrice alla mano, si tratta del 2.91% delle persone dietro le sbarre.
Perché dunque chiamarlo “svuota carceri” quando i penitenziari nei fatti rimarranno zeppi? Non sarà certo abbassando la soglia a 66.500 detenuti che si eviterà che convivano in 2-3 metri quadrati a testa, fra letti a castello e “buglioli” a vista, odori compresi. Non a caso l’Italia è già stata condannata più volte dalla Corte di Giustizia europea proprio sul tema degli “spazi vitali” inadeguati e insufficienti delle nostre prigioni.
In pratica laddove si poteva incidere, ad esempio, sulle 10-15mila persone in attesa di processo, oppure riconsiderare l’utilità delle “pene alternative” (che in altri paesi hanno grande successo nel ridurre le “recidive”), o infine affrontare il tema della custodia cautelare divenuto strumento di “confessione” o di “presunta colpevolezza”, pur nei casi in cui ne mancano i presupposti (eclatante il caso di Silvio Scaglia), si è scelto il mini-provvedimento tampone, che non risolve l’emergenza carceraria e tantomeno l’”emergenza giustizia”.
Come è noto, il provvedimento ha avuto un iter travagliato, soprattutto dopo le modifiche all’impianto originario proposto dal ministro della giustizia Alfano. Cosa è cambiato? Semplice, non vi sarà alcun automatismo a lasciare le carceri, ma lo farà solo chi verrà autorizzato dal magistrato di sorveglianza. E come sono messi i giudici di sorveglianza? Intasati di lavoro. Basti dire che le concessioni dei benefici di legge ai detenuti sono scese in modo impressionante, di circa l’80%, negli ultimi anni.