Milano Finanza: “Scaglia nella ‘trappola’ della 231
E su Il Giornale Sophie Nicolas Rossetti racconta: “La nostra vita stravolta”
Martedì 23 novembre, davanti alla Prima sezione penale del Tribunale di Roma, si aprirà il processo per la frode fiscale ordita da un’organizzazione criminale in cui è coinvolto anche l’ingegner Silvio Scaglia. Il fondatore di Fastweb, vittima, al pari della società da lui fondata, di una truffa ben congegnata siede tra gli imputati perché, a detta degli inquirenti, “non poteva non sapere”. “Le accuse nei suoi confronti – si legge su Milano Finanza – si basano infatti su questo presupposto: la frode fiscale ordita dall’organizzazione criminale attraverso Fastweb non poteva verificarsi senza che il capo di un’organizzazione con 3 mila dipendenti ne fosse informato”. Al contrario, Scaglia, nell’unico interrogatorio che gli è stato concesso, su sua richiesta, in 268 giorni di custodia cautelare (prima, dal 26 febbraio al 17 maggio, nel carcere romano di Rebibbia poi agli arresti domiciliari in val d’Aosta), ha prodotto un’ampia documentazione sulla governance interna: il cda si occupava solo delle strategie e non delle singole operazioni commerciali. L’audit effettuato, e i verbali del comitato di controllo interno lo confermano, aveva dato il nullaosta all’operazione. Esistono poi i pareri dei consulenti, a partire da quello chiesto al professor Guido Rossi. Ma allora, si chiede Milano Finanza, su cosa si fonda la decisione dei giudici “di far scattare le manette ai polsi di Scaglia? Detta in breve su una discutibile interpretazione della famigerata legge 231”. Non è il PM, sulla base del testo attuale, a dover provare la colpevolezza dell’imputato ma quest’ultimo a dover testimoniare della sua innocenza. “Con la revisione della 231 – conclude l’articolo – si sarebbe invece rafforzato l’onere a carico dei PM nel dimostrare le eventuali violazioni di Fastweb e dei suoi dirigenti”.
Intanto, però, Scaglia affronta il processo romano, per giunta con l’onere di doversi difendere in giudizio senza poter disporre della propria libertà personale. Circostanza condivisa dall’allora direttore finanziario di Fastweb Mario Rossetti. Come ha dichiarato la moglie Sophie nell’intervista in pubblicazione domani sul nostro blog, anticipata ieri dall’agenzia ApCom e oggi da Il Giornale. “Sono passati nove mesi dall’arresto di mio marito – dice tra l’altro – ma ancora non è stato possibile difendersi dalle accuse. La nostra vita è stata completamente stravolta”.