Udienza 24: anche Massimo Micucci esce dal carcere
Dopo la dichiarazione spontanea in aula: «Io, in cella da 14 mesi, senza esser interrogato»
L’udienza 24 del processo sull’Iva telefonica è stata dominata dalle dichiarazioni spontanee. La più drammatica è stata resa dall’imprenditore Massimo Micucci, accusato di aver contribuito in vario modo a riciclare i capitali in capo a Carlo Focarelli. Micucci ha fatto presente che la sua richiesta avanzata tramite i difensori di essere interrogato per poter chiarire la sua posizione non ha ricevuto risposta alcuna durante i 14 mesi di detenzione preventiva. Poche ore dopo, nel pomeriggio, è stata firmata l’istanza di scarcerazione per lo stesso Micucci che si unisce così alla schiera di altri imputati (dodici) che hanno lasciato il carcere prima di Pasqua. Attualmente risultano ancora detenuti: Gennaro Mokbel, Franco Pugliese, Carlo Focarelli, Luigi Marotta, Silvio Fanella e Luca Breccolotti.
Nel corso dell’udienza si sono registrate anche le dichiarazioni spontanee del Maggiore della Guardia di Finanza Luca Berriola che ha tenuto a precisare di non aver maneggiato dossier secretati ma di aver avuto a che fare, al contrario, con indagini assegnate secondo criteri trasparenti, e dell’avvocato Paolo Colosimo, che ha tenuto a precisare come, al contrario di quanto emerso da alcuni interrogatori, abbia sempre agito su mandato professionale per conto dell’ex senatore Nicola Di Girolamo e come la sua frequentazione della gioielleria di Fabrizio Soprano fosse da collegare alla sua passione per gli orologi non agli affari di Gennaro Mokbel. Quest’ultimo, invece, è intervenuto per precisare che, al contrario di quanto gli viene comunemente attribuito dagli organi di stampa, non è, da sempre, un estremista di destra. Al contrario, Mokbel rivendica le sue origini di uomo della sinistra, almeno finché, causa il suo arresto per reati legati agli stupefacenti, non ha fatto conoscenza in carcere di esponenti dell’estrema destra della Capitale e di esponenti della banda della Magliana.