Fattore Umano | Carceri: Rita Bernardini in sciopero “a oltranza”
Da oggi il deputato radicale a fianco di Marco Pannella, giunto al 47esimo giorno di digiuno. Al “rifiuto del cibo” partecipano a turno anche 2000 parenti dei detenuti
«Non è solo una protesta, è una lotta». Rita Bernardini, deputato radicale, commenta così la decisione di iniziare da questa mattina uno sciopero della fame “a oltranza” a fianco di Marco Pannella, giunto al 47esimo giorno di digiuno affinché «l’Italia torni, secondo gli standard internazionali, a poter essere in qualche misura considerata una democrazia». E non solo: «Affinché venga varato un provvedimento di amnistia, indispensabile per il ripristino del funzionamento del sistema giudiziario e della legalità nelle carceri italiane». «È impossibile – aggiunge l’On. Bernardini – che non si faccia qualcosa. Bisogna ribaltare questa illegalità».
La decisione arriva anche dopo la visita ispettiva che il deputato ha condotto nei giorni scorsi presso il carcere dei Due Palazzi a Padova, accompagnata da Maria Grazia Lucchiari (Comitato nazionale radicali italiani), Irene Testa (Associazione Detenuto Ignoto), e Ornella Favero (Direttore responsabile Ristretti Orizzonti).
Prosegue Rita Bernardini: «A Padova i detenuti sono già in sciopero della fame, mentre alcuni familiari hanno deciso di iniziare. C’è una situazione insostenibile, 823 detenuti a fronte di spazi che basterebbero per 400. Il risultato è che ci sono celle di 8,5 metri quadri con tre detenuti, meno di 3 metri quadrati a testa. Vorrei ricordare che proprio sotto i tre metri la Corte Europea si è già più volte espressa dicendo che lo Stato italiano dovrà prima o poi risarcire i ristretti. Come non bastasse nella Casa di reclusione di Padova mancano 101 agenti, ci sono due psicologi e un solo dentista».
Nel frattempo la protesta nelle carceri raccoglie adesioni crescenti: è salito a 2000 il numero di parenti dei detenuti che digiunano a turni di tre giorni in segno di solidarietà, mentre nei giorni scorsi è scesa in campo l’Unione delle Camere Penali Italiane, con una nota della Giunta UCPI, che ha reso noto di voler aderire allo sciopero della fame per denunciare «le incivili condizioni delle carceri». Il primo a digiunare è stato il presidente Valerio Spigarelli, seguito a staffetta da tutti i componenti di Giunta.
Secondo i penalisti il sovraffollamento «cresce senza che ancora alcun serio provvedimento venga avviato per fronteggiare quella che non è più un’emergenza ma una cronica condizione». E «come conseguenza del sovraffollamento», si legge nel comunicato «cresce anche il numero dei suicidi, segnale drammatico delle condizioni di disagio fisico e psichico in cui vivono i detenuti».
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