Fattore Umano | «San Vittore moderno gulag»


Diego Mazzola, militante di Senza Fissa Dimora, ha accompagnato il sen. Perduca in visita ispettiva nel carcere milanese. Presenti anche Nicolò Calabro e Andrea Andreoli dell’Associazione Enzo Tortora. Ecco il suo racconto



«Ho conosciuto per la prima volta la realtà di questo istituto circa trent’anni fa – spiega Diego Mazzola – e ricordo che allora c’erano tre “ospiti” in celle di circa otto metri quadrati. Oggi ce ne sono sei e guardando i volti dei 1.685 detenuti, su una capienza di soli 550, non posso fare a meno di pensare che non passi molta differenza tra queste carceri e i lager e i gulag dei totalitarismi novecenteschi e che la detenzione è solo un sostituto moderno, ma non meno violento, della pena di morte e della tortura».


«Provare per credere – aggiunge Mazzola –. Vorrei tanto che chiunque potesse vivere l’avventura di una visita a San Vittore o in qualsiasi altro carcere italiano. Il carcere insegna che chiunque può diventarne ospite, che ciascuno di noi può essere il “mostro” e che, forse, bisogna guardarsi dalla propensione a punire con tanta facilità o con troppo rigore».




Nella conferenza stampa che Mazzola ha indetto all’uscita dalla Casa circondariale di Milano, ha ribadito la necessità di lavorare per «superare il carcere» allo scopo di rispettare quanto recita l’articolo 27 della nostra Carta costituzionale: «Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato». Una tema che affiora anche da parte di ex magistrati, come Gherardo Colombo che ha scritto nel suo libro “Il perdono responsabile”, «il carcere, per come è congegnato, confligge con la dignità, con l’appartenenza al genere umano di chi vi è sottoposto, perché esclude dalla comunità e dalle relazioni con gli altri».


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