«Per Fastweb Focarelli non era un cliente primario»
Tacchia (commerciale): «La società puntava a margini e cassa, non al fatturato». Hanno testimoniato per Contin anche Filippo Vicariotto (Ufficio legale) e Luigi Gerbi (gestione della Rete)
Nei rapporti tra Fastweb e le attività legate alle Phuncard o al “Traffico telefonico” non vi fu mai alcun elemento, tecnico o contrattuale, che facesse pensare a qualcosa di irregolare o che comunque non rientrasse nell’assoluta ordinarietà del business. È questo il risultato dell’esame dei testi presentati dalla difesa di Roberto Contin, Responsabile Large Account di Fastweb, nel corso dell’udienza di ieri al processo sull’“Iva Telefonica”. Davanti al Collegio della Prima Sezione penale presieduto da Giuseppe Mezzofiore sono sfilate le tre “anime” dell’azienda, dal punto di vista legale, tecnica e commerciale nelle persone di: Filippo Vicariotto, Responsabile dell’Ufficio legale di Fastweb; Luigi Gerbi, Responsabile tecnico del settore Operations della Rete; Giorgio Tacchia, Responsabile della pianificazione della Business Unit Large Account.
Dalle testimonianze dei tre manager, interrogati dai PM Giovanni Bombardieri e Francesca Passaniti è emersa l’assoluta normalità dei contratti nell’ambito del business di Fastweb. In particolare, il dottor Tacchia, in risposta alle richieste del PM Bombardieri, ha potuto far presente che le società che facevano capo a Carlo Focarelli non rappresentavano un cliente rilevante nell’ambito delle strategie della società delle tlc. L’obiettivo dell’azienda, infatti, era di puntare all’incremento della cassa e dei margini piuttosto che di puntare al fatturato.L’avvocato Vicariotto ha spiegato, invece, come nei contratti non risultassero anomalie di sorta dal punto di vista legale, così come non emergeva alcun sospetto sul piano della gestione tecnica.
Il processo riprende martedì 22.