Con la nuova 231 modelli a prova di PM
PIU’ DIFFICILE UN ALTRO CASO FASTWEB. E LE CONTESTAZIONI A SCAGLIA
Inversione dell’onere della prova e certificazione del modello. Ecco le novità del disegno di legge con i cambiamenti alla disciplina della responsabilità amministrativa delle società che, entro la settimana, sarà reso pubblico dal ministero di Grazia e Giustizia. Sul provvedimento, frutto di un intenso lavoro presso l’Arel, esiste un’ampia convergenza bipartisan, cosa che dovrebbe agevolare l’iter del provvedimento che sarà presentato prima della pausa estiva al consiglio dei ministri. Si tratta, insomma, dell’attesa revisione della legge 231, fonte di rischi e di incertezze per le società come ha dimostrato la vicenda Fastweb-Telecom Sparkle.
In sostanza, la nuova legge prevede che ogni impresa potrà, su base volontaria, dotarsi di un modello certificato di controllo cui dovrà adeguarsi. Una volta “bollinato” il modello, toccherà al pubblico ministero dimostrare, a posteriori, l’inefficacia degli schemi organizzativi nel caso di “sopravvenute significative violazioni delle prescrizioni che abbiano reso manifesta la lacuna organizzativa causa del reato per cui si procede” come recita il testo anticipato dal Sole 24 Ore (sabato 10 luglio, pag.22). Il ministero dovrà ora istituire un elenco dei soggetti pubblici o privati cui affidare la certificazione che potrà anche essere parziale (riferita cioè solo ad alcune procedure) . Il compito di vigilare spetterà ad uno specifico organo di vigilanza dotato di poteri di iniziativa e di mezzi finanziari autonomi. Ma per le piccole imprese le funzioni di controllo possono essere affidate ad un organo interno, se non in possesso di adeguate garanzia di indipendenza.
Il nuovo provvedimento dovrebbe ridurre se non eliminare il rischio commissariamento corso da Fastweb e Telecom Sparke. Nell’inchiesta della procura antimafia di Roma, come ricorda Mf, “era stato chiesto il commissariamento nonostante i fatti sotto indagine fossero lontani nel tempo (dal 2003 al 2007) e venissero contestati a manager come Silvio Scaglia non più alla guida del gruppo”. Al contrario, con la nuova disciplina, la società potrebbe opporre il suo modello organizzativo al pm che, per contro, dovrebbe dimostrare la violazione del modello, dopo l’avvenuta certificazione.
La novità legislativa è riferita alle società ma introduce, indirettamente, importanti novità anche per i singoli manager, come Silvio Scaglia. Nel caso di una società che dispone di un modello certificato, il singolo amministratore che si affida alla corretta applicazione delle regole ivi previste, avrà facile modo di dimostrare di averle seguite. Toccherà, per inverso, al pm dimostrare l’opposto, ivi compreso il presunto dolo.
Viene così colmata, si spera al più presto, una lacuna legislativa che ha introdotto pesanti incertezze nella vita economica del Paese, creando grave pregiudizio alle società e ai dirigenti onesti, sottoposti tuttavia all’alea del dubbio, racchiuso nella famigerata formula del “non poteva non sapere”….
Meglio tardi che mai ma intanto????
È un inizio.