Giustizia schizofrenica? Ci sono “gravi indizi”
Il caso Scaglia e la scarcerazione degli arrestati per gli scontri di Roma
Giustizia schizofrenica? Per Il Riformista (e non solo) ci sono “gravi indizi” in questa direzione, a giudicare dal comportamento dei giudici del tribunale di Roma, cioè gli stessi che lo scorso febbraio convalidarono l’arresto dell’imprenditore, da dieci mesi privato della libertà personale, per “la sussistenza di gravi indizi” ma ha scelto ben altro criterio di giudizio nel caso degli incidenti di Roma con un bilancio di un centinaio di feriti, tra cui più di quaranta poliziotti. In quest’ultimo caso, si legge nelle motivazioni, “sotto il profilo della sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, appare necessario approfondire le posizioni individuali”. Perciò, secondo i giudici del Tribunale di Roma, per i manifestanti fermati durante gli scontri di martedì a Roma, “non si ravvisano esigenze cautelari, attesa l’eccezionalità dell’evento nel quale le condotte incriminate hanno trovato occasione di manifestarsi, la giovane età e lo stato di incensuratezza degli arrestati”.
Non sussiste nemmeno il rischio che “si possano ripetere simili atti di violenza”, come aveva ipotizzato il PM; solo in un caso su 23 sono stati concessi gli arresti domiciliari nonostante che la prossima manifestazione del 22 dicembre contro la riforma Gelmini (quel giorno in discussione in Parlamento) sia una ghiotta occasione per un’eventuale “reiterazione del reato”.
Insomma, ci sarebbe quasi da congratularsi, ironizza Il Giornale , per “questo sussulto garantista” di quegli stessi magistrati già criticati per opposte ragioni. “Il Tribunale di piazzale Clodio – continua l’articolo di Massimo de’ Manzoni – è lo stesso che ha lasciato per tre mesi in cella il fondatore di Fastweb Silvio Scaglia malgrado non sussistesse alcuna delle tre condizioni (pericolo di fuga, rischio di inquinamento delle prove o di reiterazione del reato) previste dalla legge per la carcerazione preventiva. E quando poi l’ha tirato fuori dalla galera l’ha spedito agli arresti domiciliari, dove tuttora si trova da sette mesi. Ed è sempre quel tribunale che nel maggio scorso aveva tenuto in guardina per otto giorni un giovane accusato di violenza nei confronti di alcuni poliziotti nonostante un video dimostrasse al di là di ogni ragionevole dubbio che le violenze era stato lui a subirle”.
Certo, spiega Il Riformista, in materia di giustizia occorre valutare ogni singola situazione. Ma quando i criteri di valutazione, per giunta da parte degli stessi giudici, divergono in maniera clamorosa è proposito della libertà individuale, emerge il sospetto di trovarsi di fronte ad un’amministrazione della giustizia schizofrenica o parziale. “Sappiamo – commenta ancora Il Riformista – che spesso la giustizia italiana ha disatteso in modo clamoroso i principi per cui nessun presunto innocente deve restare in galera tranne che ricorrano timori di fuga, possibilità di inquinare le prove o la reiterazione del reato”. In particolare, nel caso di Silvio Scaglia, “ci si chiede perché una persona che rientra dall’estero si consegna spontaneamente ai magistrati, dimostra la sua estraneità al management delle aziende che guidava ai tempi in cui si sarebbe consumato il reato deve scontare dieci mesi di arresti cautelari, per giunta non ancora finiti”.
Al contrario, si chiede Il Giornale, “era proprio scandaloso trattenere i fermati in custodia cautelare fino a mercoledì prossimo quando i guerriglieri annunciano che porteranno di nuovo in piazza la loro rabbia diffusa. In questo caso il rischio di reiterazione del reato è concreto, concretissimo”. “Chi si è dimenticato in cella Scaglia e tanti altri come lui avrebbe in questo caso perso il sonno a causa dei rimorsi di coscienza?”.
No comment. Salvo ricordare, con amarezza, i “gravi indizi” a carico di Scaglia indicati nella convalida dell’arresto: l’aver acquistato (anni dopo i fatti contestati) una società in Cina: l’aver scelto (anche in questo caso ben dopo i fatti) Londra come residenza.
Ammiro l’attenzione de”il riformista”, sicuramente disinteressata, nei confronti del signor Scaglia. Mi piacerebbe sapere cosa suggerisce di fare ai giudici che si occupano del caso e a quelli che hanno rimandato a casa gli studenti manifestanti.
Penso che quando si tocca un potente truffatore ci sono sempre giornalisti pronti a difenderne i diritti mentre, sempre secondo i medesimi giornalisti, è lecito arrestare dei manifestanti che rivendicano sacrosanti diritti. Questa si che si chiama stampa libera.
Caro signor Andrea, ma Lei li legge i giornali? E dopo che ha letto i giornali, li ha mai letti degli atti giudiziari? Ed allora, le madonne trafitte della Procura mentre sul nulla costruiscono un processo con il quale privano della libertà imprenditori, manager e persone perbene, secondo il teorema del “non poteva non sapere”, quando si trovano dinanzi a giovanottoni che fanno parte di consistenti gruppi che hanno devastato e saccheggiato la città riescono a vedere solo la “resistenza a pubblico ufficiale” (ovvero il reato commesso nell’ultima fase delle loro attività, quella del confronto diretto con i tutori dell’ordine). Ma, soprattutto, p.m. e giudici ritengono che gli energumeni siano del tutto incapaci di reiterare il reato e di inquinare le prove. Eppure anche quei “giovani”, e sicuramente con livello di consapevolezza sicuramente superiore a quello dimostrabile per i manager, NON POTEVANO NON SAPERE che stavano partecipando a moti violenti e devastatori.
Due pesi e due misure? I giovanotti non fanno audience e Silvio Scaglia si? Non lo so, anche se lo strabismo giudiziario appare fin troppo evidente.
penso al fatto drammatico che tutta la famiglia venga colpita dagli arresti domiciliari del proprio congiunto come è successo a Mario Rossetti coinvolto nell’indagine fastweb; anche i figli ne patiscono perchè si trovano un padre triste confinato tra le 4 mura di casa e non possono invitare gli amici; le ‘presunte’ colpe dei padri si trasmettono ai figli… peggio che all’epoca dell’Antico Testamento…
In questo caso sarebbe stato più opportuno tenere quel genitore in galera.
Caro signor Andrea, Lei mi ricorda un po’ Torquemada: si torturi e si mandi al rogo il prossimo, pur di salvargli l’anima (anche se quest’ultima, magari, non ne ha alcun bisogno). Mi auguro che il 2011 Le porti quella luce di cui ha bisogno.
Leggete anche i giornali, però. I 22 rilasciati erano accusati di resistenza a pubblico ufficiale, non di devastazione e saccheggio.
Resistenza a pubblico ufficiale non è un reato per il quale si possa immaginare un’alta probabilità di reiterazione del reato e inquinare le prove sarebbe impossibile. La possibilità di fuga non è più probabile che in qualsiasi altra situazione di rinvio a giudizio. Quindi in base a cosa avrebbero dovuto essere trattenuti?
infatti giornalisti e politici, che dimostrano crassa ignoranza (giuridica e non solo) hanno fatto intendere che gli arrestati del 14 u.s. sono stati assolti, mentre, in realtà, il giudice non è entrato nel merito stabilendo che sono innocenti o colpevoli, ma si è limitato a dire che, in attesa del giudizio, possono stare in libertà, posto che, alla luce della presunzione di innocenza, in carcere si dovrebbe andare solo dopo condanna definitiva
la carcerazione preventiva dovrebbe limitarsi a casi eccezionali, ovvero, (tralasciando il pericolo di reiterazione del reato che è un non-senso, perché se c’è stato reato o meno lo si stabilisce alla fine del processo, non certo all’inizio) come la possibilità di fuga (come se fosse fattibile, nel mondo globalizzato nascondersi per lungo tempo) o di inquinamento delle prove (in realtà ad inquinare le prove è, per lo più, la polizia, vedi “caso unabomber”)
Buongiorno a tutti,
seguo questo blog da quando mi è permesso essendo stato nella stessa condizione dell’ing Scaglia fino a qualche giorno fa’; a TUTTI dico: è un vero schifo….ancora credete nella giustizia o nella magistratura?? persone che possono permettersi di privare della liberta’ personale che è, badate bene, “l’extrema ratio” cui un giudice deve ricorrere…persone che svolgono il proprio lavoro ( pagato e retribuito con i soldi degli italiani…) in una maniera sconcertante e grossolana, affidandosi per lo piu’ ad indagini condotte da altrettanti poliziotti, finanzieri, carabinieri, che a mala pena hanno la terza media e, in teoria, dovrebbero conoscere “la legge”…
Ma di quale giustizia parlate?? Siamo agli ultimi posti in europa e nel mondo…
Solidarieta’ all’ing. Scaglia e alla Sua famiglia
Non è vero! Esistono Magistrati e Poliziotti degni del nome, che sanno fare le indagini e che sono attenti ai diritti dei cittadini.
Il problema, oggi, ha un nome ed un cognome: Procura della Repubblica, GIP e Tribunale del Riesame di Roma! E’ su questi Uffici giudiziari che deve appuntarsi la critica per quel che è successo a lavoratori e persone perbene come Scaglia, Rossetti, Mazzitelli, Comito e Catanzariti.
Forse è il caso di iniziare ad invocare una “giustizia a punti”: dopo tot errori il magistrato dovrebbe essere costretto a cambiare settore e se persevera dovrebbe essere mandato a coltivare i campi (ammesso che lo sappia fare)
once upon a time, il tradimento degli “intellettuali”, permise alle Brigate Rosse di impadronirsi (quasi) dello Stato e della nostra Democrazia.
C’è solo da sperare che qualche nostro politico, memore di quanto avvenne circa 40 anni fa abbia un sussulto di orgoglio e metta un freno alla discrezionalità di interpretazione delle leggi del nostro Paese.
ormai siamo tutti in “libertà provvisoria” ed esposti agli arbitrii o ai capricci di un magistrato…
Il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati ha giustamente dichiarato che: « …abbiamo il dovere di ricordare che alla magistratura è affidato il delicatissimo compito di accertare responsabilità individuali, di verificare la fondatezza delle accuse e di valutare la sussistenza dei presupposti per l’applicazione di misure cautelari, a partire dai fondamentali principi della presunzione di non colpevolezza e di assoluta eccezionalità della custodia in corso di processo… ».
Infatti, dell’assoluta (e incomprensibile) eccezionalità del trattamento di custodia riservato a Silvio Scaglia ci siamo resi conto tutti… da 294 giorni. Sarebbe bello sapere cosa ne pensa il presidente Palmara in merito.
penso a quanti, con infinita ipocrisia, ci invitano ad avere fiducia nella magistratura, di fronte a simili fatti occorre avere fede e non fiducia, infatti la fede prevede di credere senza fare domande poiché ai misteri le umane conoscenze non possono dare risposte, altrimenti che mistero è??????? La legge è uguale per tutti, noi tutti non siamo uguali per la legge, ecco il grande mistero!!!!!!
perchè non sommergiamo di fax con questo articolo gli uffici dei giudici che fanno quello he gli pare , anzi ancora peggio , interpretano a loro piacimento le leggi italiane.
Giustizia? Dove? Stavo appunto cercandola.
I poveri studenti (magari di 35-40 anni) che hanno spaccato mezzo centro di Roma, devono pur avere l’occasione di protestare contro la Gelmini!! Questa è democrazia, che diamine! Mentre Scaglia non serve per dare contro al governo e, anzi, vuoi mica cha facciano la brutta figura di dire che si erano sbagliati???? Poverini….ne andrebbe del prestigio, ah, dimenticavo, dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura (mai dimenticarlo, neanche nei menù!)!!
Già, già….