Archivio di dicembre 2010

Da Il Foglio il commento di Vincino alla seconda udienza



Domani la seconda udienza del “Processo Carosello”


Dopo la richiesta di Fastweb, Swisscom e TIS di costituirsi “parte civile” (insieme alle Amministrazioni Pubbliche) la parola agli avvocati difensori dei 25 imputati che certamente la contesteranno. Ma anche dai PM arriva un alt



Si svolgerà domani presso la Prima sezione penale del Tribunale di Roma la seconda udienza del “Processo Carosello” che vede coinvolto anche Silvio Scaglia. L’appuntamento al Palazzo di giustizia è per le 9, ma difficilmente il dibattimento inizierà prima delle 10.30 a causa della necessaria “traduzione in aula” (ovvero l’accompagnamento fisico delle persone sotto scorta) degli imputati tuttora in carcere. Al centro dell’udienza vi saranno le valutazioni e le contro-argomentazioni degli avvocati difensori degli imputati (25 in totale) in merito alla richiesta di “costituzione di parte civile” avanzata dalle tre aziende Fastweb, Swisscom e Telecom Italia Sparkle, oltre che dalle Amministrazioni Pubbliche (Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministeri degli Interni e dell’Economia, e Agenzia delle entrate) rappresentate dall’Avvocatura dello Stato.



Nel corso della prima udienza i legali degli imputati hanno chiesto e ottenuto dal collegio dei giudici un “termine a difesa”, ovvero il tempo necessario per studiare le motivazioni avanzate dalle tre aziende di tlc, per predisporre eventuali opposizioni. In effetti, da quel che è dato sapere, molti (forse tutti) i collegi degli avvocati difensori degli imputati contesteranno il “doppio ruolo” sia di accusa sia di difesa che, in particolare, Fastweb e Telecom Italia Sparkle verrebbero ad assumere essendo “indagate” in altra sede processuale, causa stralcio, di presunta violazione della legge 231 sulla responsabilità amministrative degli enti. Diversamente, per Swisscom potrebbe valere il principio della “distinzione dei soggetti”.


Da notare come anche i PM abbiano già ufficializzato una loro opposizione, in quanto aziende anche “indagate”.



Mario Sechi (Il Tempo): “Liberate Scaglia. Contro di lui metodi barbari”



Per essere considerato un paese civile, come l’Italia vuole e deve essere, non basta aver giustamente cancellato la pena di morte: occorre anche ripudiare un ricorso alla custodia cautelare che confina con la barbarie”. Mario Sechi, direttore de Il Tempo interviene così sul caso di Silvio Scaglia a pochi giorni dalla ripresa del suo processo nel tribunale della capitale. Un processo che Scaglia, rientrato in Italia il 23 febbraio scorso dopo aver avuto notizia delle indagini che lo riguardavano, affronta in regime di custodia cautelare, agli arresti domiciliari.




È una situazione abnorme – commenta il direttore del quotidiano romano – Non si è mai visto che un indagato, perseguito con accuse di questa gravità, si sia consegnato spontaneamente e con altrettanta prontezza alla giustizia rientrando dall’estero”. In questo modo, continua Sechi, Scaglia ha ampiamente dimostrato di aver fiducia nel giudizio degli inquirenti. “Eppure quella stessa giustizia ha deciso di non concedergli la possibilità di difendersi in libertà, nonostante che il quadro investigativo ormai appaia chiarissimo”.


È un caso, quello di Silvio Scaglia, da cui emerge un uso delle misure preventive di restrizione della libertà improprio, più strumento di punizione preventiva che mezzo da subordinare alle esigenze di indagine. “Il carcere non aiuta gli uomini a migliorare – attacca il direttore – Scaglia regolerà i suoi conti con la legge secondo quanto previsto dalla legge. Al pari, ha il diritto di difendersi con gli strumenti leciti senza subire, nel frattempo, pene preventive o limitazioni alla libertà che non trovano fondamento in quanto previsto dai codici”.


C’è da sperare, perciò, che il collegio giudicante rimuova al più presto questa macchia che danneggia la reputazione dell’Italia, più che favorire il corso della giustizia: un sistema che permette questi abusi non merita di essere definito civile.


Il Foglio: “La lezione di Scaglia”


Sul quotidiano diretto da Giuliano Ferrara, a firma di Carlo Stagnaro: “La vicenda dell’ex capoazienda è paradigmatica della giungla giuridica antimercato”




Due articoli in uno, come afferma lo stesso autore Carlo Stagnaro, su Il Foglio di oggi. Una miscela perfetta, per raccontare due aspetti solo apparentemente distinti: da un lato il “caso Scaglia”, dall’altro perché l’Italia non attira investimenti ed è in fondo alle classifiche (quarantottesima) del World Economic Forum sulla competitività. Ma non solo: l’Italia è in fondo in tutti gli indicatori che misurano direttamente o indirettamente il nostro “sistema giudiziario”. Ad esempio, nell’indagine che compila la Banca Mondiale sui Word Governance Indicators alla voce “rule of law” il nostro Bel Paese vi appare sessantatreesimo.


Silvio Scaglia – esordisce Stagnaro – è privo della libertà personale da 286 giorni…”.  Primo contrappasso: “Nel 2008, l’intensità degli investimenti esteri in Italia – cioè la media tra quelli in entrata e quelli in uscita dal paese – valeva l’1,3 per cento del pil contro una media del 2,2 per cento nell’UE a 27 e del 2,6 per cento nell’Eurozona”.





Ancora: “Nei quasi dieci mesi trascorsi dalla sua incarcerazione, Scaglia è stato sentito una sola volta, il 12 aprile. Da allora viene mantenuto sotto chiave, senza che la sua opinione, o la sua versione dei fatti, siano ritenute di alcun interesse dai magistrati che indagano sulla “truffa carosello”: anzi, è condannato al regime del silenzio”. Secondo contrappasso: “…. siamo ultimi in Europa, e centoventesimi al mondo, per l’efficienza del sistema legale”.


Scaglia, come è noto, “sostiene di essere vittima, non artefice, della truffa. In quanto vittima – aggiunge Stagnaro – ovviamente non è in grado di fornire informazioni che i PM ritengano interessanti. Proprio per questo è stato e rimane rinchiuso”. Ma il punto è un altro, insiste Stagnaro: “Gli investimenti diretti sono molto sensibili all’affidabilità del quadro legale dei paesi verso cui si orientano. Un paese dove le norme siano confuse, o applicate in modo imprevedibile, o incerte a causa di cambiamenti continui e imprevedibili, è una meta poco desiderabile”.


Il risultato è che Fastweb (e Telecom Sparkle Italia) sono rimaste “impigliate nelle maglie della legge 231, che attribuisce alle imprese e ai loro dirigenti la responsabilità di specifici reati compiuti dai dipendenti. Sicché – si legge ancora – nel nostro paese la responsabilità penale non è sempre personale, a dispetto della Costituzione”.


Insomma, conclude Stagnaro, non si può parlare del caso Scaglia senza parlare della giustizia del nostro paese, e delle ragioni per cui gli stranieri non investono in Italia. Non sono fatti separati e distinti. Postilla finale: “… il trattamento che gli è stato riservato è incivile prescindere dalla sua colpevolezza. Perché, fino a prova contraria, siamo tutti non colpevoli. Compreso Scaglia”.


“Al primo posto? C’è sempre il cliente”


Paolo Fontò, attuale Head of Customer Experience in Fastweb, racconta la sua vicenda professionale con Silvio Scaglia, fin dai tempi di Omnitel: “È un manager attento alle persone e attentissimo al merito. E in cima a tutto mette la Customer Care



Ho conosciuto Silvio Scaglia ai tempi del suo ingresso in Omnitel nel 1995, dove io stavo già dal novembre del 1994. Poi, avendolo seguito in Fastweb, ho lavorato in aziende dirette o amministrate da lui fino al 2006”. Chi parla è Paolo Fontò, attuale Head of Customer Experience in Fastweb. Un mestiere non facile, come sa bene ogni uomo d’azienda, per il quale prodotti e servizi non sono mai sufficienti se ad accompagnarli non c’è anche la “soddisfazione del cliente”.



Le hai trascorso quasi 12 anni di vicinanza professionale con l’ing. Scaglia, non sono pochi…

Quel che posso testimoniare di tutti quegli anni è che Silvio Scaglia, dal punto di vista professionale, è sempre stato molto attento alle persone e attentissimo al merito. Anche umanamente si può dire solo del bene. Ad esempio, in Omnitel, pur essendoci molta distanza tra me e lui in organigramma, era sempre molto cortese: una volta che passavo dal piano della direzione generale e stavo parlando con la sua assistente, è uscito dal suo ufficio per salutarmi. Non è da tutti.


Un bel ricordo professionale…

Il ricordo più bello risale ai primi tempi di Fastweb: il mio responsabile di allora mi riferì che Scaglia, in una cena di personaggi importanti, si sentì dire da un commensale: “Ho chiamato il servizio clienti verso le 2 di notte chiedendo se avevano la sveglia telefonica. L’operatore mi ha risposto di no, ma che se volevo mi avrebbe chiamato lui all’orario desiderato. Perplesso, gli ho comunicato l’orario e, con mia somma sorpresa, alle 7 del mattino mi ha svegliato”. Devo precisare che l’operatore di Customer Care lo fece di sua iniziativa, non era obbligato, ma Scaglia ne fu felice. Del resto è sempre stato così…


Cioè?

Quando sono entrato in Fastweb per occuparmi del Servizio Clienti, ricordo bene che fu proprio Scaglia a darci le linee guida, spiegandoci quanto ritenesse importante avere un’eccellente assistenza al cliente e quanto considerasse importante il lavoro dell’operatore di Customer Care, compreso il fatto che questa professionalità dovesse essere premiata e valorizzata. Cosa che gli ho sempre visto fare.


Dunque?

Era nel suo stile comunicarci grande soddisfazione quando riceveva dei complimenti sull’assistenza, ma anche rendere noto il suo disappunto quando arrivavano dei reclami.


Cosa pensa della vicenda giudiziaria che lo ha coinvolto?

Rispetto le accuse che gli vengono mosse, penso che siano quanto di più lontano possibile dalla persona che ho conosciuto, quanto di più inconciliabile con la sua storia e il suo percorso. Ho sempre pensato che tutto verrà chiarito, ma sono sorpreso e dispiaciuto dai tempi necessari affinché ciò accada.



“Ci vediamo domani? Ma no Silvio… è Natale!”

Il ricordo professionale in Piaggio di Ugo Lanfranchi, attuale ad di Ilpea Messico: “Eravamo così entusiasti che ci demmo appuntamento per il 25 dicembre. Solo dopo ci rendemmo conto che era vacanza”


Ugo Lanfranchi è attualmente amministratore delegato di Ilpea Messico, società leader nella lavorazione di materie plastiche, con sede principale a Malgesso, in provincia di Varese. Ai tempi in cui ha lavorato con Silvio era il residente Piaggio in India, con base a New Delhi.


Dottor Lanfranchi, quando ha conosciuto Silvio Scaglia?

Ho conosciuto per la prima volta Silvio in India, a New Delhi, quando la Piaggio intendeva sviluppare quel mercato, ed in particolare la joint venture che aveva con un fabbricante locale. In quel periodo, stiamo parlando del 1993-1994, ero ancora il “Residente Fiat” in India, ma di lì a poco passai da Fiat a Piaggio.


A cosa lavoravate?

Ho lavorato con Silvio allo sviluppo del mercato indiano, al miglioramento della joint venture indiana e al trasferimento di tecnologia per nuovi modelli di scooter adatti a quel mercato. Dal punto di vista professionale mi è sembrato estremamente preparato, decisamente innovativo e molto serio.


Quale ricordo, non solo professionale?

Silvio era molto carismatico, piena di energia, con una ottima capacità di sintesi, sempre disponibile e acuto nelle sue osservazioni. Riusciva a trascinarti: si figuri che una volta mi ha chiamato al telefono il 24 dicembre. Eravamo così presi dal lavoro e dall’entusiasmo che non solo ci dimenticammo di farci gli auguri di Natale, ma alla conclusione della telefonata ci siamo detti: “a domani!”, scordandoci che l’indomani era il giorno di Natale!


Come valuta quanto gli è accaduto in relazione alla vicenda giudiziaria e alle accuse che gli vengono mosse?

Sono all’estero da tanto tempo e non ho potuto seguire da vicino tutta la faccenda. Secondo me ha avuto troppo successo e ha dato fastidio a qualcuno… C’é una considerazione molto semplice da fare: Silvio è tornato in aereo in Italia per farsi arrestare: se non avesse avuto la coscienza a posto oppure non avesse avuto fiducia nel sistema giudiziario italiano sarebbe ancora all’estero, a piede libero e la faccenda la seguirebbero i suoi avvocati. Invece…


Invece?

La sua serietà ed evidentemente la sua coscienza limpida gli hanno imposto di rientrare, al più presto. Mi faccia dire al blog che la mia famiglia ed io lo aspettiamo in Toscana per una chianina, non appena si risolve tutto.



Silvio Scaglia: colpevole di non sapere

“Ve lo ricordate il caso Telecom Sparkle – Fastweb?”. Inizia così l’articolo di Francesco Signor, di cui pubblichiamo ampi stralci, che la testata online “Costruendo l’Indro”,  dedica al Processo Carosello che vede coinvolto il fondatore di Fastweb.

Da “Costruendo l’Indro” (direttore editoriale Carlo Fuscagni).



L’imprenditore è agli arresti dal 26 febbraio 2010, quando è rientrato volontariamente in Italia con un volo privato dalle Antille per mettersi a disposizione dell’autorità giudiziaria. Prima per tre mesi in carcere a Rebibbia, poi, dal 17 maggio, agli arresti domiciliari nella sua casa di Antagnod in Valle d’Aosta.



Su questa vicenda è stato pure realizzato un piccolo ‘libro bianco’ che ripercorre le anomalie del ‘caso Scaglia’. Un ebook di una trentina di pagine con le vignette di Vincino, edito dal blog silvioscaglia.it, che i lettori possono scaricare liberamente.


Dalla matita del disegnatore satirico, la sintesi del paradosso kafkiano formulato dalla difesa, è raffigurata in un giudice che accusa Scaglia: “Lei sa!”. “Mi spiace, ma non so ancora niente” risponde Scaglia. “Ah ecco continua a non sapere!” sentenzia il giudice. Infatti, è proprio sul teorema del “non poter non sapere” che si regge buona parte dell’impianto accusatorio.


Nel corso di questi mesi non si sa quali passi avanti abbiano fatto le indagini, quali prove, a sostegno del teorema, siano emerse. “Dall’inizio delle indagini in qua, non sono emersi nuovi elementi. Se fossero emersi, lo sapremmo” scriveva, lo scorso 22 novembre, su Il Riformista Alberto Mingardi. Intanto, la custodia cautelare di Scaglia doveva scadere il 25 agosto scorso, ma su richiesta della Procura è stato concesso il rito immediato con il quale, ironia della legge, è ripartito il conteggio della carcerazione preventiva fino a un nuovo massimo di 365 giorni.


“Noi di Fastweb” sostiene Scaglia “siamo stati truffati”….Una frode fiscale orchestrata dall’associazione criminale che intascava illecitamente il denaro proveniente da Fastweb “che ha pagato l’Iva”  si legge nel libro bianco “senza incassare il relativo credito. La truffa era così ben congegnata che gli stessi magistrati hanno impiegato oltre tre anni per capire i meccanismi che hanno ingannato anche gli organi di controllo nonostante le verifiche, sia interne che con l’ausilio di professionisti indipendenti, anche più rigorose di quanto previsto dalla legge”.

“Quella volta che Scaglia convinse i cinesi”


Daniela Ferretti, in Piaggio sotto la guida di Giovannino Agnelli, racconta al blog del suo incontro professionale con Silvio Scaglia. E di come col “suo rigore morale” riusciva ad ottenere risultati manageriali, perfino a costo di apparire “sconfitto






È lo stesso Silvio Scaglia, in un libro scritto da Giancarlo Mazzuca – I signori di Internet: la via italiana alla new economy –, a descrivere i suoi anni in Piaggio, quando dal 1993 al 1995 Giovannino Agnelli gli offrì la direzione internazionale del gruppo: “Diventai una specie di pendolare di lusso, girai il mondo e soprattutto feci tappa in Cina, India, Indonesia e Sudamerica. In seguito misi su casa a Singapore, che diventò la base di tutte le operazioni estere della Piaggio”. A distanza di anni è Daniela Ferretti, a quell’epoca in Piaggio, sotto la guida di Giovannino Agnelli, a raccontare un episodio della vita professionale del fondatore di Fastweb. “Ho incontrato Silvio Scaglia per la prima volta in Piaggio – dice – quando affiancava il dott. Giovanni Agnelli nelle trattative con la Bajaj indiana per una possibile ripresa dei rapporti fra le due società, rapporti che si erano interrotti anni prima per ragioni governative indiane”.





Il suo incontro professionale?

Scaglia, dopo la sua avventura con Giovannino Agnelli in Spagna, al suo rientro in Italia fu nominato direttore della divisione presso la quale lavoravo. Purtroppo non ho potuto collaborare direttamente con Scaglia a lungo, ma ricordo molto bene, e desidero portare questa testimonianza, del suo rigore morale e della correttezza del suo comportamento in affari.


Ad esempio?

In quel periodo erano in corso trattative con la Cina per un progetto di industrializzazione. L’ingegner Scaglia, a capo della delegazione in visita nella People Republic of China, dopo una serie di trattative estenuanti, dichiarò alla controparte che preferiva chiudere le trattative in quanto i costi di produzione Piaggio non consentivano di accettare il prezzo richiesto dalla controparte. Ci raccontava che la sera in hotel con i suoi collaboratori si sentiva sconfitto, ma sentiva anche che onestamente aveva concesso tutto quello che poteva essere concesso.


Ebbene?

L’indomani la delegazione Piaggio sarebbe rientrata in Italia. Ma a tarda sera Scaglia ricevette una telefonata dal capo delegazione cinese il quale lo informava che la controparte accettava le sue condizioni ed era pronta a firmare l’accordo. Gli disse che erano stati colpiti dalla fermezza e dalla trasparenza della sua condotta. Questo episodio mi é rimasto nella mente, perché non era certamente facile ammettere di aver fallito le trattative; chiunque avrebbe fatto carte false per ottenere il contratto.


Ma non fece carte false…

Al contrario, per quanto ho avuto modo di conoscere Scaglia non ritengo possibile che il suo rigore morale gli abbia permesso di macchiarsi delle colpe di cui é accusato e gli auguro con tutto il cuore che trovi il modo per dimostrare la sua innocenza.



Sapelli: “L’ingegner Scaglia? Competente e trasparente”


A colloquio con il professor Giulio Sapelli, docente di Storia Economica all’Università Statale di Milano: “A metà anni Novanta, in aeroporto cercò di spiegarmi le potenzialità del wireless. Riusciva a vedere lontano… ”



 

Uno prende l’aereo, torna di corsa, si mette a disposizione dei magistrati e questi lo mettono in gattabuia. Sta qui l’assurdo. Se anche per un comportamento del genere, così limpido, non vale il principio della presunzione di innocenza, allora quando vale?. È indignato il professor Giulio Sapelli, docente di Storia Economica all’Università Statale di Milano. “Non ho mai lavorato personalmente con Silvio Scaglia – aggiunge – ma ho avuto con lui un paio di incontri molto originali”.








Ci dica, professor Sapelli…

Ci siamo incontrati un paio di volte in aeroporto, ricordo in particolare una mattina di nebbia a Linate, o forse Malpensa, credo a metà anni Novanta, parlammo di informatica e tlc, poi lui cercò di spiegarmi le potenzialità del wireless. Riusciva a vedere lontano.


Ebbene?

Notai subito una grande passione. Naturalmente sapevo che lavorava con persone a me vicine professionalmente e conoscevo i loro giudizi sull’ingegner Scaglia: competente, capace e trasparente. Inoltre, mi faccia aggiungere, lavoro da decenni come formatore, fin dai tempi di Adriano Olivetti, e mi creda, per giudicare le persone mi basta annusarle. Poi ho anche capito che è uno che legge molto. E, da divoratore di libri, ho sentito subito una sintonia.


Mai più rivisto?

Vado a memoria, mi sembra che all’epoca Scaglia fosse in Omnitel, dove anche io svolgevo una consulenza, ma lo ripeto, non abbiamo mai avuto un confronto professionale diretto. Quel che però mi veniva detto è che godeva di una fortissima considerazione da parte di tutti i manager e i collaboratori con cui lavorava. Il punto però, mi faccia dire, è un altro: è la legge che dà dignità all’uomo. Senza legge dove saremmo? Mi sembra che nel suo caso si stia commettendo un vero abuso.


Grande successo per la “difesa a fumetti”


La richiesta di scaricare l’ebook sul caso Scaglia ha generato un traffico del +186% rispetto alla media giornaliera precedente. Apprezzamenti per il linguaggio “chiaro e poco legalese








È ciò che ogni imputato vorrebbe sventolare sul web”, come ha scritto il quotidiano online Lettera 43. Fatto sta che il “libro bianco” dedicato al caso Scaglia è “decollato” oltre ogni previsione fra i nostri lettori online e non solo. I numeri parlano chiaro: dal lancio, avvenuto in vista della prima udienza del processo Carosello, sono arrivati sul blog migliaia di visitatori (+186 per cento rispetto alla media precedente), e quasi tutti hanno poi deciso di scaricare l’ebook. A colpire è anche il fatto che parecchi “navigatori” hanno chiesto di poter ricevere una copia autografata dallo stesso ingegner Scaglia: una richiesta che purtroppo, per il ben noto divieto di comunicazione con l’esterno, non siamo stati in grado di soddisfare.



Ma come mai tanto interesse? Semplice curiosità? Non pare, visto che il numero di visite non si è ridotto nemmeno nel corso del week end e che la domanda di aderire al servizio di Newsletter del blog si è “gonfiato” a vista d’occhio. Semmai, ha contato la voglia di informarsi su un caso paradigmatico di “malagiustizia”, testimoniato anche dalla richiesta (inviata tramite mail) di poter ricevere copia cartacea del “libro bianco”.



Dai molti commenti ricevuti è stato apprezzato principalmente il modo chiaro con cui si è riusciti a spiegare la pur complessa vicenda giudiziaria relativa al fondatore di Fastweb, senza l’utilizzo se non in minima parte del “legalese”, al contrario entrando in modo diretto nel merito dei fatti.



Certamente, a contribuire al successo, oltre alle Visite Dirette e tramite Newsletter e Facebook, sono anche stati  i “link” (vedi elenco sotto) che i media e la comunità dei blogger hanno messo a disposizione dei lettori.


In ogni caso, un grazie a tutti.



L’elenco dei siti che hanno pubblicato il link per il download del libro bianco:


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ebook il caso scaglia

Perché un blog?

“Questo Blog è dedicato alla figura di Silvio Scaglia, imprenditore ed innovatore, protagonista di start up (Omnitel, Fastweb, Babelgum) oggi impegnato in nuove sfide come il rilancio de La Perla, marchio storico del made in Italy. E' un luogo di informazione e di dibattito per tutti gli stakeholders (dipendenti, collaboratori, clienti) ma anche comuni cittadini che hanno seguito le vicende in cui Scaglia, innocente, si è trovato coinvolto fino alla piena assoluzione da parte della giustizia italiana.” - Stefania Valenti, Chief Executive Officer Elite World