Nessun elemento nuovo dai PM
“Una settimana in più o in meno può sembrare un’inezia se si confronta con i mesi con i mesi di carcere preventivo” commenta Libero a proposito dell’udienza del processo sulla “frode Carosello” aggiornato a lunedì 17 in attesa delle decisioni del Collegio della Prima Sezione penale del Tribunale di Roma sulle eccezioni sollevate dai difensori degli imputati sul rito immediato.
“Tuttavia – aggiunge – i sei giorni protraggono un’agonia che rischia di lasciare ferite psicologiche impossibili da rimarginare. Silvio Scaglia lo sa bene. Lo ha imparato il 26 febbraio scorso quando l’imprenditore è rientrato in Italia di su spontanea volontà a seguito della notizia di un mandato d’arresto emesso tre giorni prima. Atterrato a Ciampino si consegnò alla Guardia di Finanza passando senza soluzione di continuità dal sole sudamericano al buio della cella romana. L’intenzione era quella di raccontare ai giudici la sua versione dei fatti. Una premura (nemmeno immaginata da altri) che non lo ha salvato dall’arresto preventivo”.
Così Libero affronta l’aspetto più tragico ed inquietante, cioè la negazione della libertà individuale, all’interno di una partita giudiziaria aggrovigliata e complessa. Dalla replica dei PM Passaniti e Bombardieri alle eccezioni delle difese è emersa una prima crepa nella scelta del rito immediato. La pubblica accusa ha infatti ipotizzato, “in via subordinata” che se i giudici dovessero ritenere parzialmente fondate le eccezioni delle difese, si potrebbe separare il procedimento relativo agli “illeciti tributari” rispetto a quello dell’“associazione a delinquere”.
“L’idea di separare il processo – commenta al proposito su MF l’avvocato Pier Maria Corso, legale di Silvio Scaglia – rappresenta il riconoscimento che l’eccezione è fondata”. “La Procura – ha aggiunto l’avvocato Corso – è stata molto abile e suggestiva nell’esporre le motivazioni secondo cui il Tribunale dovrebbe respingere le nostre eccezioni, ma oltre a non presentare alcun elemento idoneo a superarne le ragioni non ha affrontato il tema centrale: non si può infatti disporre il rito immediato per un procedimento che riunisce due reati in cui per uno è prevista la custodia cautelare, mentre nell’altro no”.
Le “suggestioni” cui è ricorsa la Procura riguardano le dimensioni della presunta frode, illustrate con immagini forti del tipo “il fiume di denaro che l’associazione per delinquere ha fatto circolare tra Panama, Singapore e la Svizzera che equivale a 10mila rapine per un importo di 40mila euro ciascuna”, come riferisce Repubblica.
In realtà, nel ricostruire i meccanismi “della truffa ben congegnata di cui sono stati vittime Fastweb e l’ingegner Scaglia”, si prende atto che la Procura non è stata in grado di individuare dove siano finiti i soldi.
Nella consolidata tradizione italiana questi la tireranno avanti per vent’anni.
Dopo arriverà l’assoluzione ” perché il fatto non sussiste “.