Dalla Cassazione ancora un annullamento per Catanzariti
I giudici della Suprema Corte hanno annullato ieri, per la seconda volta, il provvedimento del Tribunale della Libertà sulle esigenze di custodia cautelare nel confronti dell’ex manager di TIS. Ora il Riesame dovrà tornare ad esprimersi. Ma intanto l’avvocato Giaquinto preannuncia: “In una prossima udienza chiederò ai giudici del Tribunale di Roma la revoca dei domiciliari per il mio assistito”
Antonio Catanzariti potrebbe presto tornare libero. Per l’ex manager di TIS, imputato al processo per la “frode Carosello” e attualmente agli arresti domiciliari, non sussistono ragioni sufficienti per privarlo della libertà personale.
È quanto ha stabilito ieri la Suprema Corte, annullando un provvedimento del Tribunale della Libertà che aveva invece confermato le esigenze di custodia cautelare, richiesta a suo tempo dalla Procura e confermata dal GIP. Ora toccherà nuovamente al Tribunale del Riesame tornare ad esprimersi.
Va sottolineato che non è la prima volta che la Cassazione decide in tal senso, proprio nei confronti dell’ex responsabile carrier sales Italy di TIS. Spiega il suo legale, l’avvocato Giovanni Maria Giaquinto, “Già lo scorso giugno 2010 la Cassazione ci aveva dato ragione, annullando quanto sostenuto dal Tribunale del Riesame, sia sotto il profilo del rischio di inquinamento delle prove, sia rispetto alla possibile reiterazione del reato. Di questo ultimo provvedimento, del quale attendiamo di leggere le motivazioni nelle prossime settimane, si può però già dire che, per la seconda volta, vede accolte le nostre istanze, e cioè che non esiste alcuna ragione ‘attuale e concreta’, come prevede il codice, che giustifichi il permanere degli arresti”.
Si tratta dunque di un punto forte, a favore della difesa di Catanzariti, che potrebbe riverberarsi positivamente su tutti gli altri manager tlc, da quasi un anno privati della libertà personale. “Si è aperto uno spiraglio importante – prosegue l’avvocato Giaquinto – e posso già anticipare che in una delle prossime udienze del processo formalizzeremo ai giudici del Tribunale una richiesta di revoca dei domiciliari”.
Va ricordato che, differenza degli altri manager tlc, Catanzariti verrà processato separatamente per i due reati dei quali è accusato: delitto associativo e frode fiscale. Questo perché, lo scorso 10 agosto 2010, l’ex manager di TIS aveva già ottenuto la libertà per la presunta evasione dell’Iva, stante la scadenza dei termini di custodia, motivo per cui il GIP Paolicelli aveva respinto il giudizio immediato chiesto dalla Procura. Salvo poi, su ulteriore intervento dei PM, ripristinarlo per la sola “associazione”.
Il mitico D’Arma (oggi in pensione) e le sue giudici a latere imparino a scrivere le ordinanze. Lo dice la Cassazione. C’è da chiedersi, per vero, quali apici di sciatteria siano raggiungibili in magistratura senza che nessuno intervenga per rilevare delle responsabilità disciplinari.
Da quello che leggo e dai miei ormai sbiaditi ricorsi sulle posizioni dei più ingiustamente tartassati imputati di questa oscura iniziativa giudiziaria, infatti, mi pare di poter dire che questa sentenza della Cassazione annulla una decisione del Tribunale del Riesame, presieduto appunto dal giudice D’Arma, che seguiva ad altra sentenza di Cassazione che aveva annullato la prima ordinanza del Tribunale del D’Arma stesso. Errare umanum est. Perseverare diabolicum.
Per avere un “provvedimento giusto” quante sentenze di Cassazione dovranno ancora intervenire? E soprattutto, perchè se il procedimento ex 309 c.p.p. non si è ancora esaurito l’ing. Catanzariti è ancora privo della libertà?
Misteri della giustizia italiana.