Dalla Cassazione un terzo annullamento a favore di Catanzariti
Non vi sono ragioni sufficienti per privare della libertà personale l’ingegner Antonio Catanzariti, l’ex manager di Telecom Italia Sparkle, coinvolto nel processo per la “frode Carosello” e tuttora agli arresti domiciliari
È quanto stabilito dalla Terza Sezione della Cassazione che ieri ha “annullato con rinvio”, per la terza volta consecutiva nel giro di pochi mesi, il provvedimento del Tribunale della libertà che aveva confermato la decisione del GIP, su richiesta della Procura, in relazione alle esigenze di custodia cautelare. L’avvocato Giaquinto: “Mi rivolgerò direttamente al Tribunale ordinario per chiedere la scarcerazione, forse già nella prossima udienza del 16 febbraio”.
Si tratta di un altro punto a favore della difesa dell’ex responsabile carrier sales Italy di TIS, dopo che già due volte in precedenza la Suprema Corte aveva rigettato l’ordinanza del Riesame. Spiega l’avvocato difensore Giovanni Maria Giaquinto: “Resto in attesa delle motivazioni della Cassazione, ma posso già anticipare che con questo provvedimento, cioè il terzo annullamento con rinvio della decisione del Riesame, mi rivolgerò a questo punto anche direttamente al Tribunale ordinario per chiedere la scarcerazione del mio assistito. Se possibile articolerò la richiesta di revoca già alla prossima udienza del 16 febbraio, chiedendo che ci si attenga al ‘dictum’ della Cassazione”.
“È evidente – aggiunge il legale – che per la terza volta la Suprema Corte ci sta dando ragione: non vi sono motivi attuali e concreti per ritenere necessari gli arresti, sia in relazione al rischio di inquinamento probatorio, sia in relazione alla possibilità di reiterazione del reato”.
Diversamente da altri manager tlc, l’ingegner Catanzariti verrà processato separatamente per i reati di “associazione” e “frode fiscale” dei quali è accusato, poiché fin dallo scorso agosto aveva ottenuto la libertà per la presunta evasione fiscale, motivo per cui il GIP aveva respinto nei suoi confronti la richiesta di rito immediato avanzata dai PM. Salvo ripristinarlo per la sola “associazione”, su ulteriore richiesta della Procura.
In ogni caso, l’orientamento che emerge dalle pronunce della Cassazione apre uno spiraglio a favore delle posizioni dei “colletti bianchi” di Fastweb e di TIS coinvolti nell’inchiesta: per tutti appaiono sempre meno convincenti i motivi per protrarre la limitazione della libertà personale a quasi un anno dagli arresti.