Archive del 19 febbraio 2011
MF: Quel presunto colpevole
“Il 25 febbraio sarà già un anno che Silvio Scaglia è agli arresti. L’ex numero uno di Fastweb è ancora detenuto e al processo in corso non sono emerse pistole fumanti sulla sua colpevolezza. Ora forse tornerà in libertà”. Così il settimanale finanziario, in un ampio articolo dedicato alla “Frode Carosello”, a firma di Roberto Sommella
“Trecentocinquantasette giorni, dieci ore, quaranta minuti e quaranta secondi. È il display che divide la vita da libero cittadino da quella di detenuto di Silvio Scaglia e che campeggiava nella sua homepage (www.silvioscaglia.it, ndr.) di venerdì 18 febbraio”. Inizia così l’ampio servizio che il settimanale Milano Finanza, oggi in edicola, dedica al “caso Scaglia” a firma di Roberto Sommella.
“Una manciata di ore – prosegue l’articolo – lo separano da un record: un anno di arresti e quasi tutto in attesa di giudizio”. Precisamente il 25 febbraio, data della prossima udienza, quando sarà già scoccato un anno di “custodia cautelare” dal quel fatidico 23 febbraio in cui fu rinchiuso a Regina Coeli, dopo essere precipitosamente rientrato dall’estero per mettersi a disposizione dei giudici.
Ma, intanto, c’è la novità emersa nel corso della nona udienza: “Augusto Murri – si legge ancora su MF – responsabile della Suade Management, una delle tante società con sede in paradisi fiscali che ha dato vita al meccanismo delle frodi Carosello, ha instillato il dubbio, che è poi la chiave di tutto, nei giudici: ‘Non credo – ha detto Murri davanti alla Corte – che a Fastweb fossero a conoscenza della frode, se lo avessero saputo non l’avrebbero fatta’”.
Una dichiarazione di estremo rilievo, giunta a poche ore di distanza dal controesame da parte degli avvocati della difesa, del teste Fabio Arigoni che, al contrario, aveva ipotizzato il coinvolgimento di Fastweb, salvo ammettere però, sempre davanti ai giudici, che nel corso di una telefonata aveva avuto come interlocutori solamente Bruno Zito o Giuseppe Crudele (ndr a questo link la rettifica richiesta dall’Avv. Assuma, difensore dell’Ing. Bruno Zito), oppure tutti e due definiti “alti funzionari di Fastweb”, ovvero “i due dipendenti già riconosciuti infedeli e licenziati un anno fa a seguito dell’indagine”, come ha precisato in un comunicato di qualche giorno fa la stessa Fastweb.
“La vicenda processuale di Scaglia – scrive ancora Sommella – si riassume in due interrogativi di fondo che non sono ancora stati chiariti: sapeva della truffa ed è giusto che sia ancora agli arresti, seppur domiciliari? Alla prima domanda risponderanno i giudici con la sentenza, anche se si è sempre dichiarato innocente; quanto alla seconda si allarga il fronte di chi ha seri dubbi. Il perché è presto detto: codici di procedura penale alla mano, non sembra così immediata la rispondenza tra custodia cautelare e i due reati ascritti, in quanto i termini per entrambi sarebbero già scaduti lo scorso agosto. Solo una serie di interpretazioni ha fatto sì che Scaglia fosse processato per giudizio immediato e quindi nelle condizioni di detenuto”. “Una procedura – si legge ancora – che ad alcuni giuristi ha fatto storcere la bocca e che potrebbe essere impugnata in futuro”.