Fattore Umano | Padova: detenuti in “sciopero della spesa”
Nella casa di reclusione Due Palazzi da ieri la singolare protesta. Obiettivo: denunciare come «dopo i tagli degli ultimi anni il carcere è sempre più povero». Qualche esempio? L’Amministrazione passa un rotolo di carta igienica a settimana per recluso. E per ogni pasto spende 1,33 euro
In carcere, si sa, si ha il diritto di fare la spesa. Come comprare, ad esempio, cibo o prodotti per l’igiene personale. Basta poter pagare. Ma per i nullatenenti i tagli degli ultimi anni alle Amministrazioni penitenziarie hanno provocato situazioni al limite dell’invivibile.
Scrivono i detenuti della casa di reclusione Due Palazzi di Padova: «attualmente vengono forniti per ogni persona un rotolo di carta igienica a settimana, per ogni cella due sacchetti di spazzatura e detersivo in quantità insufficiente. Saponette, spazzolino da denti e dentifricio sono disponibili solo per chi dimostra di avere meno di 25 euro sul libretto. E i fondi destinati alle telefonate per i nullatenenti non sono previsti del tutto».
Ma non solo: «L’Amministrazione penitenziaria – si legge ancora – paga circa 4 euro al giorno per i tre pasti forniti ai detenuti. Da questo consegue che la cucina del carcere prepara una quantità di cibo insufficiente a soddisfare i bisogni dei detenuti, spesso giovani; è sparita anche l’integrazione del vitto per i giovani adulti».
Tutti esempi che fanno capire come il sovraffollamento strutturale dei penitenziari italiani sia ormai divenuto una variabile impazzita, senza che si intraveda alcuna soluzione: 68mila persone contro una capienza ufficiale di 44mila, destinate soltanto a crescere, mentre i flussi finanziari dello Stato continuano a diminuire.
Per questo, da ieri, i detenuti del Due Palazzi di Padova, hanno deciso nella quasi totalità di dar vita ad una singolare forma di protesta, vale a dire lo “sciopero della spesa”, per sensibilizzare il mondo esterno sulle carceri “sempre più povere” e per portare la propria adesione al digiuno di Marco Pannella per “l’amnistia” iniziato il 19 aprile scorso, due mesi fa esatti.
«Il messaggio che vogliamo trasmettere – insistono i detenuti – è che se anche nella Casa di Reclusione di Padova, pur ritenuta una delle carceri migliori d’Italia, c’è una situazione difficile, nel resto del paese le condizioni di vita dei detenuti sono al limite della disumanità».
Resta il fatto che anche al Due Palazzi di Padova negli ultimi tre mesi si sono suicidati in tre. Che attualmente sono rinchiuse circa 800 persone in 350 celle, a fronte di una capienza ufficiale ben più bassa. E se in passato si “rimediava” con due persone per ciascuna cella, ora si è dovuti andare oltre, pur trattandosi di persone con condanne definitive spesso molto lunghe, anche diversi decenni.