I legali dei manager TIS: “I testi dell’accusa sono diventati testi a difesa”

Anche i difensori dei colletti bianchi di Telecom Italia Sparkle esprimono “soddisfazione” per l’andamento del processo. E si domandano perché la Procura non abbia messo sotto controllo gli apparati dell’azienda fin dal 2007.

Anche per l’avv. Fabrizio Merluzzi, legale difensore dei due ex manager di TIS, Massimo Comito e Stefano Mazzitelli, il bilancio processuale è al momento “favorevole”. Di più: “Direi che i testimoni dell’accusa ascoltati per Fastweb, hanno giovato anche alla difesa dei dirigenti di Telecom Italia Sparkle”.


Secondo Merluzzi, infatti: “Questi testi, spiegando in dettaglio i normali meccanismi di attività dei “carrier”, hanno messo in luce come le posizioni delle due società fossero in linea con le tipicità del mercato e come quei contratti non avessero alcunché di anomalo. In altri termini, abbiamo già potuto ascoltare in aula ciò che i miei assistiti, Massimo Comito e Stefano Mazzitelli, avevano cercato di spiegare ai pm della Procura di Roma fin dai primi interrogatori. Ma, evidentemente, c’era chi non voleva capire”.


Prosegue Merluzzi: “Un punto fermo mi sembra questo: il traffico telefonico c’era eccome, lo registrava Fastweb e lo registrava TIS: arrivava un segnale e le due società lo trasmettevano. Che poi, intorno ai contenuti di quel traffico potesse esserci, ma è ancora tutto da dimostrare, una sotterranea evasione dell’Iva, è un altro discorso. Mi domando perché non è stata la stessa Procura a verificare se al traffico fossero legati o meno dei contenuti. Poteva farlo fin dal 2007, perché non l’ha fatto?”.


Una posizione non dissimile da quella che esprime l’avv. Giovanni Maria Giaquinto, difensore di Antonio Catanzariti, l’ex responsabile carrier sales Italy di TIS. “I testi dell’accusa – spiega- si stanno rivelando testi a difesa. Quindi c’è da esserne solo soddisfatti. Nel caso specifico del mio assistito, è già emerso come Catanzariti non abbia tratto profitto alcuno dalla presunta truffa e che tutti i contratti sono stati conclusi nella massima trasparenza. Infatti, nessuno degli uffici interpellati, ai vari livelli aziendali, ha potuto eccepire anomalie o situazioni di illiceità”.


“Semmai – prosegue Giaquinto – era la Procura che poteva controllare la veridicità del traffico ma non lo ha fatto, poteva cioè sottoporre ad intercettazioni telefoniche gli apparati di TIS tra il gennaio e il maggio 2007 e verificare se il traffico c’era oppure era fittizio. Ma non lo ha fatto”.


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