Merluzzi: «Per Telecom nessun rischio da TIS»


Il difensore di Stefano Mazzitelli replica ad alcune affermazioni di Bernabè, ascoltato come teste: «Per l’Audit del 2007 non vi era nessuna responsabilità, dunque alcun sospetto, che riguardasse i manager o l’azienda»


«Il mio assistito, Stefano Mazzitelli, non si opponeva alla vendita di TIS, semmai era critico sulle modalità con cui si intendeva realizzarla». Chi parla è l’avvocato Fabrizio Merluzzi, difensore dell’ex Ad della controllata di TI (oltre che di Massimo Comito, all’epoca Responsabile Area Europa, ndr.), dopo le dichiarazioni rese in aula il 17 ottobre, in qualità di teste, da Franco Bernabé, attuale presidente di Telecom Italia. Confermando anche le dichiarazioni rese dal Andrea Mangoni e da Oscar Cicchetti durante il loro interrogatorio di venerdì scorso.


In particolare, l’avvocato Merluzzi, fa riferimento ad alcuni passaggi dell’esame del PM Bombardieri, quando Bernabè ha affermato che, al momento della decisione di dismettere integralmente la società, si era verificato in Mazzitelli «un cambiamento di atteggiamento molto forte nel senso di “ostruzionistico” alla cessione della società». «Per questo motivo – prosegue Bernabé durante l’esame – ho deciso di inserire al vertice della società una persona (Andrea Mangoni, ndr.) che contribuisse a gestire questo processo con tutta la necessaria trasparenza e con tutta la necessaria collaborazione».


«Ribadisco quanto accennato – prosegue Merluzzi – Mazzitelli non era contrario alla vendita di TIS, anzi, ma sulle modalità da lui considerate inefficaci, come dimostrato dal fatto che l’azienda non si è riusciti a venderla ed il processo si è concluso nel nulla».


«In ogni caso – aggiunge Merluzzi – il punto non è se il mio assistito fosse d’accordo o no sulla dismissione di TIS, se fosse simpatico o scorbutico con chi se ne doveva occupare e, secondo il suo punto di vista non appropriatamente, cioè su un fatto estraneo alla vicenda processuale. Il punto è che l’Audit del 2007 arrivò a conclusioni precise, ovvero l’opportunità di interrompere per ragioni prudenziali alcuni contratti in essere per i quali TIS e in particolare Mazzitelli avevano già provveduto a sterilizzare prima tagliando sostanzialmente il traffico (95%) e poi interrompendolo fin dal 3 maggio, ma non evidenziava alcun profilo di responsabilità né per il management né per l’azienda».


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