Fattore umano | Un Acceleratore per le imprese “ristrette”
Parte da Milano A.I.R, un progetto per sostenere le attività imprenditoriali profit e non all’interno degli istituti penitenziari della città. Obiettivo: connettere il tessuto produttivo milanese con quello “intramurario”
L’inaugurazione è avvenuta nella sede di Vittorio Bottego 6 a Milano dove l’A.I.R. (Acceleratore Impresa Ristretta) prende le mosse. Un progetto del Comune di Milano, condiviso dal Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria, che verrà realizzato dalla Cooperativa Sociale A&I Onlus. Gli obiettivi? Valorizzare le realtà produttive che operano da anni all’interno del circuito penitenziario milanese e sostenerle nel passaggio «da logiche assistenziali a dinamiche economico-commerciali». Inoltre, dal prossimo gennaio, l’A.I.R. aprirà anche a nuove imprese e cooperative la possibilità di avviare produzioni all’interno delle carceri.
Per partire, oltre 1 milione di euro. E, come prima iniziativa, un bando che mette quasi 600mila euro a disposizione delle micro e piccole imprese e/o cooperative operanti all’interno delle carceri Milanesi di Opera, Bollate, San Vittore e dell’Istituto Penale per minorenni Cesare Beccaria.
Il Comune di Milano – si legge nel bando – intende favorire l’accesso al mercato esterno e l’aumento di competitività delle imprese cosiddette “ristrette” che: dovranno presentare progetti di investimento finalizzati allo sviluppo commerciale e imprenditoriale, privilegiando attività che prevedano come finalità anche la diffusione esterna sia mediante il coinvolgimento di soggetti Terzi e di Imprese anche non “ristrette”, sia l’apertura di sedi esterne a fini commerciali e promozionali».
Oltre che su fondi ministeriali l’Acceleratore potrà contare sul sostegno finanziario e “tecnico” di Banca Prossima del gruppo Intesa San Paolo, esclusivamente rivolta al terzo settore. «Una delle finalità dei loro interventi – spiega Lorenzo Mancini (Responsabile progetti sociali Intesa San Paolo) – è di produrre strumenti innovativi come un particolare Rating che mette l’impresa nel cuore della complessa rete di relazioni di servizio che la legano alla società».
L’Acceleratore si presenta come una proposta innovativa già dall’utilizzo dei finanziamenti ministeriali messi a disposizione delle «aree periferiche». Spiega Cristina Tajani, Assessore al lavoro, sviluppo, università e ricerca del Comune di Milano: «il sistema penitenziario è sempre stato considerato periferico perché ai margini del tessuto sociale». Con A.I.R il detenuto potrà invece assumere «una nuova centralità e diventare co-protagonista dello sviluppo della città».
Secondo Francesca Valenzi del Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria di Milano, proprio il lavoro potrà dare alle persone in esecuzione penale «la possibilità di conoscere e di sviluppare le loro potenzialità». Perché i detenuti possono essere «una risorsa». Ovviamente responsabilizzandosi in un quotidiano esercizio di cittadinanza sociale.