Fattore Umano | Compra la toga dal detenuto
Abiti d’ordinanza per magistrati e avvocati, in fresco di lana con pettorina e nome ricamato. A tagliare e cucire le detenute di San Vittore e Bollate, assunte dalla Cooperativa Alice. Alta qualità e prezzi competitivi
Toghe per magistrati e avvocati, in fresco di lana e pettorina bianca. Quest’ultima, a scelta, con o senza il pizzo. Poi – sempre come optional – il “cordoniere” in tessuto oro-argento ed eventuali personalizzazioni, a partire dal nome. Il tutto realizzato con tessuti e finiture di qualità, ma a costi competitivi.
Benvenuti nella Sartoria San Vittore. Già, proprio all’interno della prigione più nota della città di Milano, dove sette detenute tagliano e cuciono l’abito d’ordinanza che indossano PM, giudici e legali difensori nelle aule dei Tribunali. Ma non sono le sole. Infatti, i laboratori sono tre e fanno capo alla Cooperativa Alice, attiva da circa venti anni dentro l’istituto penitenziario e non solo lì: oltre a San Vittore, altre detenute lavorano nel laboratorio della casa circondariale di Bollate, oppure – per coloro che possono accedere alle misure alternative – direttamente nel laboratorio di via Senofonte 9.
In totale 25 persone, tra responsabili della cooperativa, detenute “ristrette”, detenute semilibere ed ex detenute, tutte regolarmente assunte con busta paga e trattenute. «In realtà – spiega Luisa Della Morte, della Cooperativa Alice – la sartoria delle toghe, che abbiamo iniziato soltanto dal 2009, pesa per il 10% della nostra attività, ma si va estendendo grazie al passaparola. Anzi, ne approfitto per segnalare che più toghe facciamo, più detenute possiamo assumere».
Del resto, la Cooperativa Alice è nata con l’intento di creare «percorsi di inserimento lavorativo per persone ristrette nella libertà», centrati sulla partecipazione ad attività formative e lavorative. Il resto della produzione riguarda abiti per aziende in conto terzisti, costumi teatrali, arredamento tessile, gadget e magliette dal nome inequivocabile come Gatti galeotti. Il tutto esposto nella vetrina del negozio di via Terraggio 28.
Ora, per la Sartoria San Vittore, si prospetta un ulteriore salto di qualità. Un’idea, fra le altre, è quella di coinvolgere avvocati (e avvocatesse) noti al grande pubblico, nel ruolo di “testimonial”. Certamente l’utenza non manca: in Italia abbiamo 11 magistrati ogni 100mila abitanti e ben 220mila avvocati. C’è addirittura chi sostiene che se ci sono milioni di cause inevase nel Belpaese è perché ci sono troppi avvocati. Difficile dire se sia vero o meno, ma facciano almeno il favore di comprarsi una toga della Sartoria San Vittore. Magari per Natale.