Fattore Umano | Carceri l’inevitabile clemenza


Cara Severino, la ricetta è quella giusta. Ma la logica dei numeri dimostra che non basta: occorre svuotare le carceri di almeno 15.000 detenuti per evitare che la situazione di emergenza (67mila reclusi contro una capienza massima di 45mila) esploda. Perciò non va escluso il ricorso agli «istituti di clemenza», ovvero indulto ed amnistia, anche se attorno a questa scelta si potrebbe scatenare «una inevitabile bagarre» tra i partiti che sostengono il Governo


Il professor Carlo Federico Grosso, ordinario di diritto penale all’università di Torino e uno dei maggiori penalisti italiani, in sostanza invita, con un editoriale su La Stampa, il neoministro della Giustizia Paola Severino a prendere un’iniziativa più «coraggiosa» rispetto alle misure già annunciate, che verranno inserite nel Decreto legge che già domani potrebbe essere approvato dal Consiglio dei ministri. Grosso applaude il provvedimento che servirà a rimettere in libertà detenuti che hanno una pena residua da scontare di 18 mesi meno piuttosto che il «sacrosanto principio» delle pene alternativa. Ma le misure annunciate riguardano, al massimo 3000-3500 detenuti. Troppo poco «per ristabilire un minimo di umanità e di decenza nelle prigioni», sentenzia il professor Grosso.


Occorre, insomma, un provvedimento «forte», che solo un esecutivo con la coscienza di servire il Paese senza la ricerca del consenso di piazza, all’insegna del populismo, può consentirsi. La «furbizia» politica, si sa, è portata a sfruttare i sentimenti più bassi per sviare l’attenzione dai problemi o dai sacrifici. Ma l’«intelligenza» della politica impone di saper prendere decisioni giuste anche se al momento possono (ma non è detto) essere le più popolari. Certo, si può avere la sensazione di subire per l’ennesima volta il ricatto dell’urgenza. Per questo è giusto proseguire nella strada delle pene alternative (e la costruzione di nuove carceri). Ma il ricorso agli istituti di clemenza, ammonisce Grosso, è l’unica strategia per scongiurare il ricatto di urgenze più drammatiche, causate dall’«insostenibile affollamento» delle carceri.


Speriamo che questo invito al “buon governo” venga ascoltato ed accolto al più presto.


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