Archive del 2011
Franco Debenedetti: “Il caso Scaglia? Ricorda tanto Mani Pulite”
In un editoriale su Vanity Fair l’ex senatore Franco Debenedetti segnala il parallelo tra la vicenda del fondatore di Fastweb e la stagione “giustizialista” dei primi anni Novanta in Italia
L’articolo è pubblicato anche su www.francodebenedetti.it
Di Girolamo: all’inizio sembrava tutto lecito
I business “Phuncard” e “Traffico Telefonico” avevano alle spalle alcune “società sicuramente operative”, non fittizie. Inizialmente “per quello che mi riguardava, era un’attività assolutamente lecita; nel corso del tempo ho avuto invece indicazione che non lo fosse” Così in aula, ascoltato dai PM, l’ex senatore del PdL. Nel pomeriggio udienza sospesa, dopo che Gennaro Mokbel è stato colto da malore
Nicola Di Girolamo, l’ex senatore del PdL, imputato per reato connesso in relazione al processo per la “frode Carosello”, non sapeva. Non aveva cioè capito, all’inizio, che dietro alle operazioni “Phuncard” e “Traffico Telefonico” si nascondesse un meccanismo per frodare l’erario. Al contrario, gli sembrava tutto regolare.
Secondo Di Girolamo, molte delle società coinvolte erano sicuramente operative in relazione ai business “Phuncard” e “Traffico Telefonico”. Solo in seguito venne a conoscenza del fatto che l’organizzazione aveva posto in essere un sistema per evadere l’Iva.
In particolare Di Girolamo, nel ricostruire la vicenda legata alle Phuncard, ha ricordato come alla fine del 2003, su richiesta di Carlo Focarelli, ebbe in qualità di avvocato uno scambio telefonico con l’Ufficio legale di Fastweb nel corso del quale fece presenti possibili “azioni legali” di diffida, dopo che l’azienda aveva comunicato di voler interrompere il contratto. A tal proposito l’ex senatore ha anche spiegato le motivazioni fornite da Fastweb, e cioè che pur a fronte di un margine di guadagno per l’azienda tlc, si determinava un’uscita di liquidità che non rendeva interessante il proseguimento di un’operazione commerciale che, tra l’altro, appariva poco in linea con il core business della società.
In mattinata, prima della testimonianza di Di Girolamo, la Procura ha intanto presentato un’istanza di “sospensione” dei termini di custodia cautelare nei confronti degli imputati ancora ristretti. Una richiesta motivata – sostengono i PM – da un dibattimento che presenta “difficoltà particolarmente rilevanti”, sia in relazione al numero degli imputati, sia in relazione alla complessità di accertamento dei fatti e degli “esperimenti probatori”. Da qui la richiesta di “congelamento” dei termini cautelari, affinché nei prossimi mesi non si aprano le porte del carcere o degli arresti domiciliari per alcuni detenuti.
L’istanza ha però sollevato i dubbi e le riserve di alcuni avvocati difensori che hanno chiesto un “termine a difesa” (ovvero una data entro la quale replicare alla richiesta dei PM), che il Tribunale ha accolto, fissando la discussione entro il 27 giugno prossimo.
Nel pomeriggio l’udienza è stata poi sospesa in seguito ad un malore di Gennaro Mokbel. Si riprende il prossimo 9 marzo.
Frode Carosello: in aula l’ex senatore Nicola Di Girolamo
Esaurito il “controesame” di Dario Panozzo, già amministratore di Planetarium Srl, società coinvolta nell’inchiesta “Traffico Telefonico”, è la volta dell’ex parlamentare del Pdl
Con la dodicesima udienza riprende questa mattina il processo per la “frode Carosello”. In apertura è prevista la fase conclusiva del “controesame” delle difese nei confronti di Dario Panozzo, l’ex amministratore unico della società Planetarium Srl, imputato in procedimento connesso in relazione all’operazione “Traffico Telefonico” (2006-2007).
Nel corso della precedente udienza, in sede di esame da parte dei PM, Panozzo ha ripercorso le tappe essenziali del suo coinvolgimento, descrivendo (come peraltro aveva già fatto nel corso dei due interrogatori del 6 e dell’11 maggio 2010), i suoi rapporti con Augusto Murri e, successivamente, con Gennaro Mokbel e Carlo Focarelli.
A proposito di Planetarium Srl ha dichiarato di avere compreso, fin dagli inizi, che la società sarebbe servita come strumento di una “frode dell’Iva”, anche se non aveva capito come funzionasse, ovvero quale società non pagasse l’Iva, infatti Planetarium la pagava e anche le società telefoniche clienti. Secondo Panozzo stando a quanto gli riferisce Murri l’Iva non veniva pagata dalla società di Gionta.
PM: «Senta lei ha già detto che si trattava di una frode in materia di Iva»
Dario Panozzo: «Sì»
PM: «Lei ha mai saputo qual era la società che non la pagava l’Iva?»
Dario Panozzo: «No, inizialmente no»
PM: «E poi?»
Dario Panozzo: «Dopo sì. Quando abbiamo finito di lavorare. Quando abbiamo finito di lavorare con Telecom, ok? Quindi quando i lavori sono finiti … ho capito che era la società di Gionta»
(Fonte: registrazione udienza del 25 febbraio 2011)
Esaurita la fase del controesame, sarà la volta in aula dell’ex senatore del Pdl, Nicola Di Girolamo.
Nel frattempo è stato reso noto il calendario delle udienze del mese di giugno e luglio. Di seguito il calendario delle udienze aggiornato:
- Marzo: 1, 9, 10, 11, 16, 18, 25, 28, 29, 30, 31
- Aprile: 7, 8, 26, 27, 29
- Maggio: 2, 3, 5, 17, 20, 23, 25, 26, 30, 31
- Giugno: 1, 15, 17 , 21, 24, 27, 28
- Luglio: 11, 18, 20
Vi ringrazio tutti
Desidero ringraziare sentitamente e affettuosamente tutti coloro che in questi 12 mesi, per me estremamente difficili, hanno voluto manifestarmi la loro solidarietà e credere nella mia innocenza.
Un abbraccio grande a tutti.
Silvio Scaglia
Scaglia in libertà: la rassegna stampa
Dall’Herald Tribune al WSJ, dai principali quotidiani italiani (Avvenire, Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano, Il Foglio, Giorno – Resto del Carlino – Nazione, Il Giornale, Libero, Il Mattino, Il Messaggero, La Repubblica, Il Riformista, Il Sole 24 Ore, La Stampa, Il Tempo, l’Unità), compresa la Gazzetta dello Sport, fino alle maggiori testate online
È davvero sterminata la rassegna stampa (vedi pdf) dedicata quest’oggi al ritorno alla libertà di Silvio Scaglia, dopo 363 di “custodia cautelare”.
Oltre alla cronaca, non mancano gli editoriali dedicati alla kafkiana vicenda del fondatore di Fastweb.
Infine, un richiamo speciale al nostro “disegnatore a difesa” Vincino capace di “colpire” – come sempre – col semplice tratto di una matita.
Riceviamo e pubblichiamo
In merito al nostro post del 19 Febbraio “MF: Quel presunto colpevole”, riceviamo e pubblichiamo la richiesta di rettifica dell’Avv. Assumma, difensore dell’ Ing. Bruno Zito
Silvio Scaglia libero: “È stato un percorso travagliato, ma rispetto la giustizia”
A poco meno di un anno il contatore si ferma
«Torno in libertà dopo un anno di prigione e arresti domiciliari. Vivo da anni all’estero e appena saputo del mandato di cattura sono rientrato immediatamente in Italia a disposizione dell’Autorità giudiziaria, consapevole di dover passare in carcere il tempo necessario per chiarire la mia estraneità ad ogni illecito.
Non mi sarei mai immaginato un percorso così travagliato, lungo e drammatico, ma rispetto la giustizia e resto convinto della correttezza della mia scelta iniziale e conto sul processo in corso per rendere evidente la mia innocenza.
Ringrazio la mia famiglia e tutti coloro che hanno continuato a credere in me e mi hanno sostenuto in questo tremendo periodo della mia vita ».
Parere favorevole dei PM alla richiesta di libertà per Silvio Scaglia
La Procura della Repubblica ha dato parere favorevole alla richiesta di rimessione in libertà per l’Ingegner Silvio Scaglia, Mario Rossetti e Roberto Contin. Revocata la custodia cautelare a Comito e Mazzitelli (ex TIS)
La notizia è arrivata prima dell’inizio della decima udienza del “processo Carosello”. Intanto, dopo la revoca degli arresti domiciliari per Antonio Catanzariti, ieri è stata la volta di altri due ex manager di Telecom Italia Sparkle, Massimo Comito e Stefano Mazzitelli, entrambi assistiti dall’avvocato Fabrizio Merluzzi che aveva presentato venerdì scorso l’istanza presso i giudici della Prima Sezione penale, presieduta dal dottor Giuseppe Mezzofiore.
Analoga richiesta era stata avanzata nei giorni scorsi da Gildo Ursini, difensore di Roberto Contin, e dall’avvocato Lucio Lucia, che difende Mario Rossetti.
L’istanza di revoca degli arresti domiciliari per l’ingegner Silvio Scaglia è stata invece presentata dai difensori, Piermaria Corso ed Antonio Fiorella, nella mattinata di ieri, 22 febbraio, dopo un colloquio con i rappresentanti della Procura.
In considerazione del fatto che il Tribunale ha cinque giorni di tempo per rispondere, ci sono fondate speranze perché Silvio Scaglia possa essere rimesso in libertà entro la fine della settimana. In questo modo l’imprenditore potrà “festeggiare” (si fa per dire) da uomo libero il primo anniversario dal suo arrivo dall’estero, nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2010, all’aeroporto di Ciampino per consegnarsi agli inquirenti.
Murri: “Le Phuncard esistevano per davvero. E funzionavano”
Decima udienza, prosegue la testimonianza dell’Ad di Suade
È iniziata stamane la decima udienza del processo sulla “frode Carosello”. Davanti ai Giudici della Prima Sezione penale presieduta dal dottor Giuseppe Mezzofiore è ripreso l’interrogatorio di Augusto Murri, già amministratore della Suade, una società creata appositamente per la gestione delle Phuncard.
Murri, imputato in procedimento connesso, ha sostenuto che le Phuncard non erano fittizie, bensì esistevano per davvero ed erano perfettamente funzionanti. “L’operazione Phuncard non mi sembrava illecita: le carte esistevano. Anzi le ho viste produrre con una macchinetta”. Il teste ha poi descritto il sistema di funzionamento che consisteva nell’emissione di una scheda con un codice che dava accesso ad un servizio online. “Le schede venivano spedite in Svizzera e da lì commercializzate”. A domanda sulla distruzione delle schede stesse Murri ha precisato: “Si trattò di un episodio isolato relativo ad una sola partita”.
Come già sostenuto venerdì scorso, lo stesso Murri ha voluto precisare che, per l’organizzazione criminale ideatrice della truffa, Fastweb rappresentava una “sponda” necessaria per far circolare rapidamente i quattrini. Ma una sponda inconsapevole. Murri, interrogato dal pubblico ministero ha infatti testualmente affermato che “Fastweb era da noi utilizzata come società sponda per far girare velocemente i quattrini”. Alla domanda se a Fastweb fossero consapevoli del ruolo della società, Murri ha così risposto: “Non credo sapessero. Altrimenti non si sarebbero prestati”.
Non c’è stato il previsto inizio dell’interrogatorio di Dario Panozzo per indisposizione del teste.