Archivio di aprile 2012
“Iva Telefonica”. Si riprende con Focarelli
Terza udienza dedicata all’esame dell’imprenditore. Nella prossima udienza spazio al consulente tecnico di TIS. Poi riprenderà il controesame del teste
In un’aula diversa (quella della Quarta Sezione, ndr.) riprende domani, di fronte al Collegio giudicante della Prima Sezione Penale del Tribunale di Roma presieduto da Giuseppe Mezzofiore, l’esame di Carlo Focarelli. È possibile, ma non sicuro, che l’udienza sia sufficiente ad esaurire l’interrogatorio del teste, imputato al processo per l’“Iva Telefonica”. È assai probabile, quindi, che l’audizione del teste prosegua nelle prossime sedute: quella del 13 aprile prossimo sarà comunque riservata alla testimonianza del perito tecnico di Telecom Italia Sparkle, che poi dovrà recarsi all’estero per improrogabili impoegni di lavoro. Il controesame delle difese a Focarelli, perciò, è fissato per il 17 aprile.
L’esame di Focarelli nell’udienza del 31 marzo ha avuto per oggetto i rapporti dell’imputato con Gennaro Mokbel e Fabio Arigoni. Più un resoconto approfondito del quadro societario che si era delineato al momento dell’avvio del “business” relativo al Traffico Telefonico quando, una volta esaurita la funzione societaria di CMC, l’operazione fu messa in capo alla società Ubique. Nel corso dell’udienza è stato dato dal PM Giovanni Bombardieri ampio spazio alla ricostruzione dei rapporti tra Carlo Focarelli ed Eugene Gourevitch, cittadino americano di origine kirghiza, coinvolto nel finanziamento dell’operazione.
In precedenza, il teste aveva risposto a domande sulle ’operazione Phuncard a partire dai primi contatti con Fastweb, con cui il teste aveva già avuto rapporti tramite la sua CMC, attraverso Bruno Zito fino al termine dell’operazione, compreso il periodo di sospensione del business “Phuncard” chiesto da Fastweb. Focarelli per l’occasione aveva sottolineato che il rapporto tra lui e Fastweb era stato improntato alla più assoluta normalità commerciale.
Fattore Umano | Resurrezione di giustizia
I Radicali confermano la Seconda Marcia per l’amnistia, la giustizia e la libertà. Appuntamento il 25 aprile, oltre ad un sit in il giorno di Pasqua davanti a Regina Coeli. Tra le adesioni: Don Mazzi, Don Ciotti, Don Gallo, venti cappellani di carceri, associazioni del volontariato cattolico e i Vescovi della Basilicata
«Il giorno di Pasqua saremo alle ore 10 davanti al carcere di Regina Coeli, luogo simbolo della violazione costante di violazione di diritti umani fondamentali, per spostarci in fila indiana verso via della Conciliazione e raggiungere Piazza San Pietro prima dell’Angelus». È quanto scrive l’on. Rita Bernardini nel confermare la doppia iniziativa Radicale che prevede, oltre al sit-in, la Seconda Marcia per l’amnistia, la giustizia e la libertà che si terrà il prossimo 25 aprile.
Si tratta, aggiunge Bernardini, di «Un omaggio che i radicali vogliono rendere a Giovanni Paolo II che nella Pasqua del 1979 accolse con parole forti d’amore i marciatori contro lo sterminio per fame nel mondo che raggiunsero a migliaia, da Porta Pia, Piazza San Pietro. Non mancarono allora le voci scettiche e diffidenti che ritennero quell’itinerario offensivo nei confronti della Chiesa Cattolica, ma a fronte di un atteggiamento ostile dell’Avvenire fu l’Osservatore Romano con un articolo di Padre Gino Concetti a compiacersi della campagna contro lo sterminio per fame dei radicali».
Laici e cattolici si ritroveranno quindi uniti nel denunciare «la flagrante violazione di diritti umani universalmente acquisiti sia per la drammatica situazione delle carceri, sia per il malfunzionamento della giustizia soffocata da dieci milioni di procedimenti penali e civili inevasi».
Tra le adesioni alla Seconda Marcia quelle di Don Antonio Mazzi (che già promosse la marcia di Natale del 2005), di Don Luigi Ciotti, di Don Andrea Gallo, di venti cappellani delle carceri, della rivista Tempi, del volontariato cattolico e del sostegno dei Vescovi della Basilicata a partire da Monsignor Agostino Superbo.
Questo il programma del giorno di Pasqua:
- ore 10 sit-in davanti al Carcere di Regina Coeli (marciapiede lungotevere Gianicolense)
- ore 11 marcia in fila indiana da lungotevere Gianicolense a Lungotevere in Sassia, a Via San Pio X, a via della Conciliazione
- ore 11.30 Piazza Pio XII, Piazza San Pietro
Fattore Umano | «Io manager offro una chance ai carcerati»
Alessandro Proto incontra i giovani detenuti di San Vittore per aiutarli a trovare un lavoro una volta usciti dal penitenziario
Alessandro Proto, titolare società di consulenza che porta il suo nome, si occupa tutti i giorni di finanza e immobiliare. Da qualche mese, però, fa anche altro. In agenda ha inserito degli appuntamenti nella Casa circondariale di San Vittore per spiegare ad alcuni giovani detenuti come affrontare la sfida di trovare un lavoro una volta usciti dal penitenziario. «Sto cercando di far capire ai ragazzi – racconta – che non è molto diverso vendere aziende, case o titoli azionari. Quel che conta è come proponi te stesso. La differenza non la fa il prodotto ma la facciamo noi». «E tutti – aggiunge – devono avere una seconda possibilità. Soprattutto chi non ha mai avuto la prima»
Come si è avvicinato al carcere?
È da molto tempo che seguo quanto accade nelle carceri italiane e il degrado che circonda le persone detenute, molte delle quali in attesa di giudizio quindi, fino a prova contraria, innocenti. Molti, tra l’altro, sono ancora in attesa del processo di primo grado ed è quindi assolutamente deprecabile che siano rinchiusi per mesi. La molla che ha fatto scattare la volontà di fare qualcosa è stata la lettura dell’ennesima notizia di un ragazzo suicida. Ho pensato che dovevo fare qualcosa, magari poco, però qualcosa. Così ho chiamato la direttrice del Carcere di San vittore…
E cosa è successo?
La dottoressa Manzelli è stata gentilissima, subito disponibile e attiva. Ci siamo sentiti e dopo due giorni ci siamo incontrati, ho illustrato quale era la mia idea e in meno di un mese abbiamo iniziato. Sono stato molto colpito dalla sua umanità e dalla sua disponibilità.
Cosa insegna ai detenuti?
Insegniamo la base che deve sapere chiunque cerchi di affacciarsi al mondo del lavoro. Come ci si presenta, la stretta di mano, la posizione da assumere, il tono di voce, cosa dire e cosa non dire, per poi passare a temi più tecnici, come le tecniche di vendita, la gestione del rifiuto, come controbattere a un NO, ma soprattutto cerchiamo di fargli capire che oggi ci sono tante possibilità. Bisogna solo essere in grado di coglierle nel modo giusto.
Un profilo dei suoi corsisti?
Ragazzi dai 20 ai 26 anni. Alcuni italiani altri stranieri che però parlano bene l’italiano. Ragazzi che hanno voglia di rifarsi una vita onesta però non hanno gli strumenti necessari. Noi glieli forniamo.
Qualche reazione da parte delle aziende?
Quando la notizia è diventata di dominio pubblico molte aziende ci hanno chiamato per sapere perché facevamo questa cosa e se secondo me ci potessero essere ragazzi validi da assumere o da “provare”.
Quali le maggiori tensioni e preoccupazioni dei suoi… studenti?
La maggiore preoccupazione è data dal pregiudizio che la gente può avere nei loro confronti, ma è una preoccupazione semplicemente superabile. Per il resto non ho avuto difficoltà di gestione. Anzi, devo dire che sono sempre molto attenti e fanno interventi appropriati. Hanno sempre una concentrazione alta e non è semplice su 3 ore continuative di corso.
A che punto siete del corso? Un primo bilancio?
Siamo quasi alla fine. Verrà poi rilasciato loro un attestato di frequenza che potranno spendere una volta usciti. Il bilancio è molto più positivo di quanto potessi immaginare.
Andrà avanti? Pensa già ad un altro corso?
L’esperienza di San vittore continuerà. Finito il corso con questi ragazzi ne faremo altri e continueremo. L’idea o il sogno è quella di prendere altre persone e poter fare la stessa cosa in altre carceri in Italia. Spero solo di ricevere lo stesso supporto che abbiamo ricevuto dalla direzione di Milano.