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Focarelli “spiega” il Traffico Telefonico


L’attività delle società inglesi “a monte” e i rapporti con i partner italiani al centro delle domande del PM Bombardieri. L’interrogatorio continua nell’udienza del 13


Continua, presso la Prima Sezione penale del Tribunale di Roma presieduta da Giuseppe Mezzofiore, la testimonianza di Carlo Focarelli. Ieri le domande del PM Giovanni Bombardieri si sono concentrate sul capitolo del “Traffico Telefonico”. In particolare, Focarelli è stato chiamato prima a spiegare le relazioni della sua Ubique con le società a monte del business, con un’attenzione particolare rivolta alle trasferte inglesi dello stesso Focarelli. Poi l’analisi si è soffermata sull’attività delle società a valle del “Traffico Telefonico” cioè le italiane I-Globe e Planetarium. L’attenzione del pubblico ministero si è soffermata, in particolare, sui rapporti tra Focarelli e i partner italiani, tra gli altri Gennaro Mokbel, Fabio Arigoni e Augusto Murri.


L’esame del teste Focarelli proseguirà nella prossima udienza. Al contrario di quanto già previsto, nell’udienza di venerdì 13 aprile non ci sarà la testimonianza del consulente tecnico di TIS bensì proseguirà l’interrogatorio di Focarelli.


Ancora da definire, invece, il programma dell’udienza del prossimo 17 aprile. Quel giorno, infatti, non potrà essere presente uno dei due difensori dello stesso Focarelli. Nel caso la testimonianza non si concluda domani, 13 aprile, perciò, l’esame del teste proseguirà in data da definirsi.


“Iva Telefonica”. Si riprende con Focarelli

Terza udienza dedicata all’esame dell’imprenditore. Nella prossima udienza spazio al consulente tecnico di TIS. Poi riprenderà il controesame del teste


In un’aula diversa (quella della Quarta Sezione, ndr.) riprende domani, di fronte al Collegio giudicante della Prima Sezione Penale del Tribunale di Roma presieduto da Giuseppe Mezzofiore, l’esame di Carlo Focarelli. È possibile, ma non sicuro, che l’udienza sia sufficiente ad esaurire l’interrogatorio del teste, imputato al processo per l’“Iva Telefonica”.  È assai probabile, quindi, che l’audizione del teste prosegua nelle prossime sedute: quella del 13 aprile prossimo sarà comunque riservata alla testimonianza del perito tecnico di Telecom Italia Sparkle, che poi dovrà recarsi all’estero per improrogabili impoegni di lavoro.  Il controesame delle difese a Focarelli, perciò, è fissato per il 17 aprile.


L’esame di Focarelli nell’udienza del 31 marzo ha avuto per  oggetto i  rapporti dell’imputato con Gennaro Mokbel e Fabio Arigoni. Più un resoconto  approfondito del quadro societario che si era delineato al momento dell’avvio del “business” relativo al Traffico Telefonico quando, una volta esaurita la funzione societaria di CMC, l’operazione fu messa in capo alla società Ubique. Nel  corso dell’udienza è stato dato dal PM Giovanni Bombardieri ampio spazio alla ricostruzione dei rapporti tra Carlo Focarelli ed Eugene Gourevitch, cittadino americano di origine kirghiza, coinvolto nel finanziamento dell’operazione.


In precedenza, il teste aveva risposto a  domande sulle ’operazione Phuncard a partire dai primi  contatti con Fastweb, con cui il teste aveva già avuto rapporti tramite la sua CMC, attraverso Bruno Zito fino al termine dell’operazione,  compreso il periodo di sospensione del business “Phuncard” chiesto da Fastweb. Focarelli per l’occasione aveva  sottolineato che il rapporto tra lui e Fastweb era stato improntato alla più assoluta normalità commerciale.


L’Angolo di Vincino | Buona Pasqua


Fattore Umano | Resurrezione di giustizia


I Radicali confermano la Seconda Marcia per l’amnistia, la giustizia e la libertà. Appuntamento il 25 aprile, oltre ad un sit in il giorno di Pasqua davanti a Regina Coeli. Tra le adesioni: Don Mazzi, Don Ciotti, Don Gallo, venti cappellani di carceri, associazioni del volontariato cattolico e i Vescovi della Basilicata


 

«Il giorno di Pasqua saremo alle ore 10 davanti al carcere di Regina Coeli, luogo simbolo della violazione costante di violazione di diritti umani fondamentali, per spostarci in fila indiana verso via della Conciliazione e raggiungere Piazza San Pietro prima dell’Angelus». È quanto scrive l’on. Rita Bernardini nel confermare la doppia iniziativa Radicale che prevede, oltre al sit-in, la Seconda Marcia per l’amnistia, la giustizia e la libertà che si terrà il prossimo 25 aprile.


Si tratta, aggiunge Bernardini, di «Un omaggio che i radicali vogliono rendere a Giovanni Paolo II che nella Pasqua del 1979 accolse con parole forti d’amore i marciatori contro lo sterminio per fame nel mondo che raggiunsero a migliaia, da Porta Pia, Piazza San Pietro.  Non mancarono allora le voci scettiche e diffidenti che ritennero quell’itinerario offensivo nei confronti della Chiesa Cattolica, ma a fronte di un atteggiamento ostile dell’Avvenire fu l’Osservatore Romano con un articolo di Padre Gino Concetti a compiacersi della campagna contro lo sterminio per fame dei radicali».


Laici e cattolici si ritroveranno quindi uniti nel denunciare «la flagrante violazione di diritti umani universalmente acquisiti sia per la drammatica situazione delle carceri, sia per il malfunzionamento della giustizia soffocata da dieci milioni di procedimenti penali e civili inevasi».


Tra le adesioni alla Seconda Marcia quelle di Don Antonio Mazzi (che già promosse la marcia di Natale del 2005), di Don Luigi Ciotti, di Don Andrea Gallo, di venti cappellani delle carceri, della rivista Tempi, del volontariato cattolico e del sostegno dei Vescovi della Basilicata a partire da Monsignor Agostino Superbo.


Questo il programma del giorno di Pasqua:

  • ore 10 sit-in davanti al Carcere di Regina Coeli (marciapiede lungotevere Gianicolense)
  • ore 11 marcia in fila indiana da lungotevere Gianicolense a Lungotevere in Sassia, a Via San Pio X, a via della Conciliazione
  • ore 11.30 Piazza Pio XII, Piazza San Pietro



Fattore Umano | «Io manager offro una chance ai carcerati»


Alessandro Proto incontra i giovani detenuti di San Vittore per aiutarli a trovare un lavoro una volta usciti dal penitenziario


Alessandro Proto, titolare società di consulenza che porta il suo nome, si occupa tutti i giorni di finanza e immobiliare. Da qualche mese, però, fa anche altro. In agenda ha inserito degli appuntamenti nella Casa circondariale di San Vittore per spiegare ad alcuni giovani detenuti come affrontare la sfida di trovare un lavoro una volta usciti dal penitenziario. «Sto cercando di far capire ai ragazzi – racconta – che non è molto diverso vendere aziende, case o titoli azionari. Quel che conta è come proponi te stesso. La differenza non la fa il prodotto ma la facciamo noi». «E tutti – aggiunge – devono avere una seconda possibilità. Soprattutto chi non ha mai avuto la prima»


Come si è avvicinato al carcere?

È da molto tempo che seguo quanto accade nelle carceri italiane e il degrado che circonda le persone detenute, molte delle quali in attesa di giudizio quindi, fino a prova contraria, innocenti. Molti, tra l’altro, sono ancora in attesa del processo di primo grado ed è quindi assolutamente deprecabile che siano rinchiusi per mesi. La molla che ha fatto scattare la volontà di fare qualcosa è stata la lettura dell’ennesima notizia di un ragazzo suicida. Ho pensato che dovevo fare qualcosa, magari poco, però qualcosa. Così ho chiamato la direttrice del Carcere di San vittore…


E cosa è successo?

La dottoressa Manzelli è stata gentilissima, subito disponibile e attiva. Ci siamo sentiti e dopo due giorni ci siamo incontrati, ho illustrato quale era la mia idea e in meno di un mese abbiamo iniziato. Sono stato molto colpito dalla sua umanità e dalla sua disponibilità.


Cosa insegna ai detenuti?

Insegniamo la base che deve sapere chiunque cerchi di affacciarsi al mondo del lavoro. Come ci si presenta, la stretta di mano, la posizione da assumere, il tono di voce, cosa dire e cosa non dire, per poi passare a temi più tecnici, come le tecniche di vendita, la gestione del rifiuto, come controbattere a un NO, ma soprattutto cerchiamo di fargli capire che oggi ci sono tante possibilità. Bisogna solo essere in grado di coglierle nel modo giusto.


Un profilo dei suoi corsisti?

Ragazzi dai 20 ai 26 anni. Alcuni italiani altri stranieri che però parlano bene l’italiano. Ragazzi che hanno voglia di rifarsi una vita onesta però non hanno gli strumenti necessari. Noi glieli forniamo.


Qualche reazione da parte delle aziende?

Quando la notizia è diventata di dominio pubblico molte aziende ci hanno chiamato per sapere perché facevamo questa cosa e se secondo me ci potessero essere ragazzi validi da assumere o da “provare”.


Quali le maggiori tensioni e preoccupazioni dei suoi… studenti?

La maggiore preoccupazione è data dal pregiudizio che la gente può avere nei loro confronti, ma è una preoccupazione semplicemente superabile. Per il resto non ho avuto difficoltà di gestione. Anzi, devo dire che sono sempre molto attenti e fanno interventi appropriati. Hanno sempre una concentrazione alta e non è semplice su 3 ore continuative di corso.


A che punto siete del corso? Un primo bilancio?

Siamo quasi alla fine. Verrà poi rilasciato loro un attestato di frequenza che potranno spendere una volta usciti. Il bilancio è molto più positivo di quanto potessi immaginare.


Andrà avanti? Pensa già ad un altro corso?

L’esperienza di San vittore continuerà. Finito il corso con questi ragazzi ne faremo altri e continueremo. L’idea o il sogno è quella di prendere altre persone e poter fare la stessa cosa in altre carceri in Italia. Spero solo di ricevere lo stesso supporto che abbiamo ricevuto dalla direzione di Milano.


Prosegue l’esame di Focarelli. Entra in scena Gourevitch


Dopo le Phuncard si parla di Traffico Telefonico. Focus del PM sul ruolo del finanziere americano d’origine kirghiza


È proseguito ieri, di fronte al Collegio giudicante della Prima Sezione Penale del Tribunale di Roma presieduto da Giuseppe Mezzofiore, l’esame di Carlo Focarelli. Il teste, imputato al processo per l’“Iva Telefonica”, è stato ogetto di un approfondito esame su alcuni aspetti dell’intricata operazione. In particolare, le domande del Pubblico ministero hanno avuto per oggetto i rapporti con Gennaro Mokbel e Fabio Arigoni.


Focarelli ha fornito spiegazioni sul quadro societario che si era delineato al momento dell’avvio del “business” relativo al Traffico Telefonico quando, una volta esaurita la funzione societaria di CMC, l’operazione fu messa in capo alla società Ubique.


Nel  corso dell’udienza è stato dato dal PM Giovanni Bombardieri ampio spazio alla ricostruzione dei rapporti tra Carlo Focarelli ed Eugene Gourevitch, cittadino americano di origine kirghiza, coinvolto nel finanziamento dell’operazione.


La testimonianza di Focarelli proseguirà alla ripresa del procedimento, fissata per il prossimo 11 aprile.


Focarelli spiega l’operazione Phuncard

I rapporti con Fastweb furono «normali»


L’operazione Phuncard è stata al centro dell’udienza di ieri del processo “Iva Telefonica” dedicata alla testimonianza di Carlo Focarelli, considerato dall’accusa il cervello della presunta frode.


Davanti al Collegio della Prima Sezione penale del Tribunale di Roma presieduta da Giuseppe Mezzofiore, Focarelli ha ricostruito le fasi d’avvio dell’operazione Phuncard, a partire dal contatto con Fastweb, con cui il teste aveva già avuto rapporti tramite la sua CMC, attraverso Bruno Zito.


Focarelli non si è addentrato in particolari tecnici, limitandosi a spiegare le ragioni economiche per cui aveva deciso di interrompere con numeri Premium, troppo costosa, per convergere sulle card prepagate.


Interrogato dal PM Giovanni Bombardieri ha ricostruito le varie fasi dell’attività, compreso il periodo di sospensione del business “Phuncard” chiesto da Fastweb. Focarelli ha sottolineato che il rapporto tra lui e Fastweb è avvenuto nell’ambito della più assoluta normalità commerciale.


La testimonianza di Carlo Focarelli prosegue nell’udienza di oggi.


Contin: Traffico Telefonico «operazione assolutamente ordinaria»



Focarelli conferma: soldi a Crudele e Zito per una loro operazione


L’attività effettuata da Fastweb di puro transito del traffico tra le società Diadem e I-Globe rientrava «nell’assoluta ordinarietà». È quanto, con una ricostruzione analitica e puntuale, ha dimostrato Roberto Contin, ex direttore Large Account della società telefonica, nella seconda parte della sua testimonianza al processo sull’“Iva Telefonica”.


Davanti ai giudici della Prima Sezione penale del Tribunale di Roma, presieduta da Giuseppe Mezzofiore, Contin, oltre a far rilevare di non aver goduto di alcuna utilità, diretta od indiretta, dall’operazione Traffico Telefonico, ha sottolineato, semmai, che fu Giuseppe Crudele, il funzionario della società che seguiva l’operazione, a nascondere nella sua presentazione alcune anomalie del business. Nel corso della testimonianza, Contin ha  rilevato di non aver promosso o favorito in alcun modo lo stesso Crudele, che dipendeva dal suo settore di competenza. Un dato di fatto che “smonta” l’ipotesi accusatoria che vede Contin e Crudele soci in una presunta “associazione a delinquere”.


Dopo la testimonianza di Contin è iniziata l’audizione di Carlo Focarelli, secondo l’ipotesi di accusa il vero “cervello” della presunta truffa. Focarelli, nella prima parte del suo interrogatorio che proseguirà nell’udienza del 29 marzo, ha ricostruito l’origine dell’operazione, a partire dai primi contatti con le società inglesi ed i suoi rapporti con Fabio Arigoni, Augusto Murri e Gennaro Mokbel.


In particolare, Focarelli ha ribadito di aver versato somme di denaro a favore di Giuseppe Crudele e Bruno Zito, ma solo come forma di investimento in una loro iniziativa imprenditoriale.



Fattore Umano | La marcia di Pasqua

L’appello di Rita Bernardini, Maurizio Turco e Irene Testa: a Roma, domenica 8 aprile, giorno di Pasqua, la seconda Marcia per l’amnistia, la giustizia, la libertà



Già sette anni fa, il giorno di Natale del 2005, abbiamo sfilato da Castel Sant’Angelo, e poi toccato luoghi simbolo come il carcere di Regina Coeli e luoghi istituzionali (presidenza della Repubblica, presidenza del Consiglio, Camera e Senato), invocando un provvedimento di amnistia e di indulto, per ridurre in modo significativo i carichi processuali che da anni soffocano tribunali e uffici giudiziari, e per sgravare il carico umano che soffre – in tutte le sue componenti, i detenuti, il personale amministrativo e di custodia – la condizione disastrosa delle prigioni italiane: oggi in Italia, nonostante i recenti provvedimenti varati dal Governo ci sono oltre 7mila detenuti in più che nel 2005.


Da allora la situazione si è ulteriormente aggravata e incancrenita. Ci troviamo, come Stato e come Repubblica, nella situazione, innegabile – anche tecnica – di costante, palese flagranza criminale; una ripetuta e continuata violazione di tutte le legislazioni vigenti, internazionali, europee e nazionali, provocata dagli oltre dieci milioni di procedimenti penali e civili pendenti; in conseguenza a ciò il nostro paese è costantemente sanzionato dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, per «l’irragionevole durata dei processi che costituisce un grave pericolo per lo stato di diritto».


Rileviamo che nel frattempo, non un solo grande dibattito e confronto né dal servizio pubblico radiotelevisivo, né da quello privato, è stato dedicato a questo grande tema, lavera, grande emergenza del paese. Gli obiettivi della Seconda Marcia per l’amnistia, la giustizia e la libertà sono gli stessi della prima marcia del 2005. Per queste ragioni invitiamo tutti i convocatori di allora a manifestare e manifestarsi, perché oggi la situazione è palesemente più grave.


«Noi vogliamo servire lo Stato, non essere complici di violenza e illegalità contro la giustizia e lo Stato stesso”, affermano i Direttori Penitenziari». E noi tutti, promotori della Seconda Marcia per l’amnistia, la giustizia e la libertà diciamo senza inimicizia e ostilità nei confronti di alcuno che intendiamo offrire come forza supplementare quella che devono avere in primo luogo tutti i responsabili istituzionali.


Se desideri sottoscrivere l’appello compila il modulo online che trovi qui.

 

Grazie, a presto

Maurizio Turco, Rita Bernardini, Irene Testa


Fattore Umano | Tutti in cella, per capire


A Fa’ la cosa giusta! la possibilità di vivere 5 minuti come i detenuti italiani. Appuntamento dal 30 marzo a Fieramilanocity con la Caritas


La Caritas Ambrosiana invita il pubblico ad entrare in cella. L’appuntamento è all’edizione nazionale di Fa’ la cosa giusta! a Milano il 30 marzo presso il padiglione 4 nell’area Pace di Fieramilanocity. Fino al 1° aprile, a gruppi di 6 persone, i visitatori potranno partecipare a Extrema Ratio e vivere l’esperienza emotiva della reclusione, passando 5 minuti in una cella di 8 metri quadrati.


La cella è stata realizzata dai lavoratori detenuti della falegnameria interna al carcere di Bollate. Gli arredi sono stati forniti dalla direzione dell’istituto, grazie all’autorizzazione del Dipartimento Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria. Dicono i promotori: «Poiché non è possibile portare i visitatori dello stand in una cella, portiamo una cella nello stand».


I visitatori saranno invitati a farsi fotografare, lasciare le proprie impronte digitali e depositare le borse prima di iniziare «l’esperienza di detenzione volontaria nella cella» con la ritualità e le modalità di fruizione presenti nel carcere. Al termine dei cinque minuti di reclusione, alcuni operatori offriranno delle letture del breve percorso ed informazioni sulla situazione attuale delle prigioni italiane.



L’esperienza di Extrema Ratio sarà un’occasione «per fermarsi e riflettere su una condizione carceraria nazionale che presenta ormai tratti di preoccupante gravità». Basti dire che in Lombardia il tasso di sovrappopolamento carcerario è del 173%. Per provare sulla propria pelle – spiegano gli organizzatori – «la reale condizione di restrizione della libertà personale» e stimolare nella gente una seria riflessione sulla possibilità di una «diversa concezione della pena».


«Il titolo dell’iniziativa – spiega Don Roberto Davanzo, direttore della Caritas Ambrosiana –, richiama una citazione del Cardinal Carlo Maria Martini: “la carcerazione va vista come un intervento di emergenza, un estremo rimedio per arginare una violenza gratuita e ingiusta impazzita e disumana. Andrebbero privilegiate l’utilizzazione di forme sanzionatorie diverse dal carcere, che in molti casi potrebbero assumere un significato costruttivo”». Per limitare i danni dell’attuale sistema bisognerebbe «incentivare le misure alternative alla detenzione – aggiunge Don Davanzo –, depenalizzare alcune tipologie di reati e superare i limiti che negano la possibilità per i recidivi di godere dei benefici di legge».


Sempre venerdì 30 marzo, dalle 18,30 alle 20, presso la Sala Africa, la Caritas Ambrosiana ha anche organizzato un incontro dal titolo Il perdono responsabile. Un’occasione di dialogo sui temi della carcerazione, l’efficacia del sistema penitenziario, le finalità di tali pratiche di reclusione, la giustizia riparativa e il perdono. A partire dall’esperienza di Gherardo Colombo, già Magistrato del Tribunale di Milano, e Don Virgilio Balducchi, Ispettore Generale dei Cappellani dell’Amministrazione Penitenziaria.


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“Questo Blog è dedicato alla figura di Silvio Scaglia, imprenditore ed innovatore, protagonista di start up (Omnitel, Fastweb, Babelgum) oggi impegnato in nuove sfide come il rilancio de La Perla, marchio storico del made in Italy. E' un luogo di informazione e di dibattito per tutti gli stakeholders (dipendenti, collaboratori, clienti) ma anche comuni cittadini che hanno seguito le vicende in cui Scaglia, innocente, si è trovato coinvolto fino alla piena assoluzione da parte della giustizia italiana.” - Stefania Valenti, Chief Executive Officer Elite World