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Fattore Umano | Tra le serre di Cascina Bollate


Una mattina fra 90mila piante e detenuti dalla faccia tranquilla. «Benvenuti in un carcere normale», spiega la fondatrice della Onlus, Susanna Magistretti. Per partecipare alle visite basta spedire una mail a info@cascinabollate.org



Il doppio portone in ferro fa capire che si sta entrando in un luogo ristretto. Eppure, il carcere di Bollate presenta subito qualcosa di diverso. Il giallo pallido degli edifici è ravvivato da finestre scontornate di colori vivaci. Sarà poco, ma la policromia agisce anche sugli stati d’animo. E’ può far bene. Stamane, poi, caso vuole che il primo saluto lo dia un cavallo bianco con un paio di robusti nitriti. È uno dei sei accuditi nel maneggio interno.


La visita al vivaio di Cascina Bollate inizia poco dopo le 10 del mattino, come ogni primavera, con una media sono 3-4 appuntamenti al mese fino ad ottobre. Sono aperti al pubblico e chiunque, purché maggiorenne, può chiedere di partecipare inviando una mail a info@cascinabollate.org.


Attualmente la cooperativa sociale che gestisce Cascina Bollate dà lavoro a una decina di persone, di cui sei giardinieri-detenuti. Nata a inizio 2008, vanta oggi circa 90mila piante seminate su un ettaro di terra e un fatturato annuo di 170mila euro che permette di ripagare spese e stipendi.


«A Bollate si fa quel che si dovrebbe fare in ogni carcere, sono gli altri l’eccezione», spiega Susanna Magistretti, fondatrice e animatrice della cooperativa. Esperta in piante e fiori, di mestiere progetta e sistema giardini. «È la legge – aggiunge – a stabilire che la pena deve puntare al reinserimento sociale. Per questo a Bollate si dedica grandissima attenzione al modo in cui i detenuti impiegano il tempo».



Nel concreto: celle aperte 12 ore al giorno, con possibilità di lavoro, studio e attività ricreative. Come risultato, Bollate costa meno di altri carceri e il rischio recidiva non supera il 15%, rispetto ad una media nazionale che va oltre il 60%.


Certo, Bollate è un carcere a custodia attenuata: 1200 detenuti, di cui circa 60 donne. Celle da 12 metri con cucinino e fino a quattro letti, oppure singole per detenuti anziani. La percentuale di chi lavora è intorno al 50%, di cui 120 esterni come articolo 21. Diverse le cooperative sociali che si occupano di catering, sartoria, scenografie teatrali e call center. Ad esempio, pochi sanno che le informazioni del numero 1254 possono partire da Bollate.


Ora però il lavoro però scarseggia. «Bollate – prosegue Magistretti – sconta la crisi, come tutto il paese, e la legge Smuraglia nata per favorire l’attività lavorativa dei detenuti viene rifinanziata meno di prima. Mentre anche Comune e Regione, benché sensibili al tema, hanno le casse vuote».


Per chi visita il vivaio di Cascina Bollate comprare piante non è un obbligo: ovviamente è gradito. Del resto, è difficile trattenersi una volta che si è lì. Anche perché vi riempiono di consigli preziosi: se anche non capite niente di Lavandule, Aspidistre o Viole Cornute, uscirete perfettamente istruiti.


L’Angolo di Vincino | Amnistia pasquale

Fattore Umano | Pasqua: Marcia per l’amnistia, la giustizia e la legalità


*di Rita Bernardini e Irene Testa


Nel Natale del 2005, forse anche tu hai marciato con noi a Roma per l’amnistia, la giustizia e la legalità. Per denunciare e chiedere al Parlamento un impegno concreto e solerte per far fronte alle drammatiche condizioni in cui versano la giustizia e le carceri nel nostro Paese.


Allora e anche oggi, ormai da decenni, si tratta di una delle più grandi questioni sociali in Italia, fonte continua, ripetutamente sin dal 1980, di condanne da parte delle corti di giustizia europea e internazionali, per violazione di diritti umani fondamentali.


Non si tratta solo della condizione delle carceri, nelle quali 67.000 detenuti sono ammassati in celle che potrebbero ospitarne al massimo 45.000, ma della vita di milioni di cittadini italiani e delle loro famiglie, che sono parti in causa negli attuali oltre 10 milioni di procedimenti penali e civili pendenti nei nostri tribunali, molti dei quali destinati a risolversi dopo troppi anni se non anche vedere i reati imputati cadere in prescrizione; in media sono infatti 500 ogni giorno le prescrizioni di reati che maturano nel silenzio.


Anche oggi, come ieri, continuiamo a ritenere che per far fronte a questa grave situazione, solo uno strumento tecnico quale un provvedimento di amnistia, la più ampia possibile, che possa da subito ridurre drasticamente il carico processuale della Amministrazione della Giustizia, perché essa, sollevata dal peso immane di un arretrato impossibile da smaltire, possa così tornare al più presto a operare con efficienza. Amnistia che sia premessa e traino di quella Riforma della Giustizia da anni invocata e mai realizzata. Assieme a questa, un indulto. Per ripristinare la legalità nelle nostre carceri.


Per rilanciare nuovamente con forza queste istanze, da tempo e sempre più avvertite come insostituibili esigenze sociali, stiamo in queste ore verificando la fattibilità in termini di slancio e di presenze di una “Seconda Marcia per l’amnistia, la giustizia e la legalità” nel giorno di Pasqua, il prossimo 8 aprile. I tempi sono strettissimi e l’obiettivo molto ambizioso, ma, crediamo, anche doveroso.


L’idea è di ripercorrere lo stesso tracciato che nel 2005 portò alla costituzione di un Comitato promotore della marcia, e nelle prossime ore avvieremo un primo giro di contatti per capire chi di quei promotori di allora voglia far parte oggi di questa nuova iniziativa, e anche per sondare e suscitare nuove eventuali adesioni. Don Antonio Mazzi, Giulio Andreotti, Emilio Colombo, Francesco Cossiga, Rita Levi Montalcini, Giorgio Napolitano, Sergio Pininfarina, Antonio Baldassarre, Giuliano Vassalli, questi i nomi prestigiosi che convocarono la Marcia del 2005.


Uniamo a questa comunicazione la richiesta di una vostra valutazione e riflessione in merito a questa proposta, e dell’eventuale disponibilità a partecipare ai prossimi appuntamenti convocati a breve, durante i quali andremo definendo meglio cosa sarà opportuno fare, con la convinzione, crediamo da te condivisa, che per realizzare questo nostro obiettivo, sia ovviamente essenziale la massima disponibilità di tutti.


*L’on. Rita Bernardini è membro della Commissione Giustizia alla Camera

Irene Testa, dirigente Radicale, è Segretario dell’Associazione Il Detenuto Ignoto

Contin: «Agli occhi di Fastweb, tutto regolare»


Interrogato oltre 5 ore dai PM, il manager della società tlc ha ribadito in aula quanto dichiarato nell’interrogatorio del febbraio 2010. L’operazione Traffico Telefonico non destava alcun sospetto


Agli occhi di Fastweb l’operazione Traffico Telefonico era del tutto regolare, non appariva alcuna anomalia, non vi erano ragioni di sospetto. È quanto ribadito in aula, nel corso dell’udienza di ieri, da Roberto Contin, manager di Fastweb, ex direttore Large Account della società telefonica.


Davanti ai giudici della Prima Sezione penale del Tribunale di Roma, presieduta da Giuseppe Mezzofiore, Contin ha così ripetuto quanto già dichiarato fin dal primo interrogatorio, avvenuto in carcere nel febbraio 2010, compreso il fatto che all’epoca dell’operazione Phuncard era dirigente dell’area di Torino di Fastweb, dunque non ha avuto nulla a che fare con l’operazione.


L’esame del manager, rinviato per le conclusioni alla prossima udienza del 27 marzo, è durato oltre cinque ore, durante le quali il PM Bombardieri ha ripercorso le tappe delle vicende oggetto del processo, senza tuttavia muovere alcun addebito diretto, con atti o documenti, nei confronti di Contin.


In particolare, in merito a Traffico Telefonico, Contin ha chiarito in aula che, per la sua posizione ricoperta in Fastweb all’epoca dei fatti, non ebbe esitazioni nel firmare i contratti con il cliente, la società Diadem, e con il fornitore, la società I-Globe, non ravvisando ragioni per dubitare della regolarità dell’operazione commerciale.


“Iva Telefonica”: Al via l’esame di Roberto Contin


Stamane davanti ai giudici il manager di Fastweb; l’udienza di ieri dedicata agli interrogatori di Francesco Fragomeli e Luigi Marotta


Con l’esame di Roberto Contin, manager di Fastweb, ex direttore Large Account della società tlc, riprende questa mattina il processo “Iva Telefonica” davanti ai giudici della Prima Sezione penale del Tribunale di Roma, presieduta da Giuseppe Mezzofiore. Ieri intanto è stata la volta degli interrogatori di Francesco Fragomeli e Luigi Marotta.


In particolare Fragomeli, già amministratore unico della FCZ Srl, ha risposto ad alcune domande del PM Bombardieri in merito al nome della società che, secondo la Procura, sarebbe l’acronimo delle iniziali dei cognomi dello stesso Francesco Fragomeli, di Giuseppe Crudele, ex responsabile del settore Vendita e Servizi Voce di Fastweb e di Bruno Zito, ex responsabile marketing della compagnia tlc.


Fragomeli ha confermato di avere avuto rapporti con i due ex manager Fastweb, ma ha contestato tale lettura del PM, sostenendo che il nome FCZ farebbe riferimento a Colon Free Trade Zone, una località del Centro-America, aggiungendo che la società si occupava dell’acquisto e commercio di traffico telefonico e di acquisizione di contenuti “per adulti” e che, per tali ragioni, era in rapporti con Carlo Focarelli.


Sempre a proposito di rapporti con Carlo Focarelli, nel corso del suo esame Luigi Marotta ha sostenuto – in merito a un bonifico ricevuto – che non si trattava di soldi legati a rapporti d’affari, ma di un prestito da lui effettuato lontano nel tempo.


“Iva Telefonica”: Interrogato Berriola


Davanti ai giudici della Prima Sezione penale ascoltato ieri in aula il maggiore della Guardia di Finanza. Per oggi previsti Francesco Fragomeli e Luigi Marotta


È stata un’udienza interamente dedicata all’esame e al controesame del maggiore della Guardia di finanza, Luca Berriola, imputato per associazione a delinquere e atti corruttivi, rispetto ai quali si è sempre dichiarato estraneo.


In particolare, le domande del PM Bombardieri hanno riguardato i rapporti di Berriola con Gennaro Mokbel, sua moglie Giorgia Ricci e Fabio Arigoni. Il maggiore della GdF ha confermato tali rapporti di frequentazione, riconducendoli però a semplice conoscenza.


L’esame del PM si è inoltre concentrato sul ruolo svolto dal maggiore a proposito dell’apertura di un conto bancario, intestato alla figlia di Arigoni, presso una filiale bancaria di Terracina, paese della provincia di latina, dove lo stesso Berriola in passato ha avuto l’incarico di Comandante della Guardia di Finanza.


Berriola ha confermato di avere personalmente messo in contatto Arigoni con la direttrice della filiale bancaria, ma di averlo fatto, anche in questo caso, per i pregressi rapporti di conoscenza, senza altri risvolti.


In aula questa mattina verranno ascoltati Francesco Fragomeli e Luigi Marotta.


“Iva Telefonica”: interrogati Micucci e Colosimo


Da domani inizia l’esame di Francesco Fragomeli e del maggiore della Gdf Luca Berriola

 

Ripresa delle udienze ieri per il processo “Iva Telefonica”, davanti ai giudici della Prima Sezione penale del Tribunale di Roma, presieduta da Giuseppe Mezzofiore.


In aula, a rispondere alle domande di PM e legali, Massimo Micucci che ha ripercorso le tappe della sua attività professionale e imprenditoriale sia di collezionista che di gallerista d’arte, e l’avvocato Paolo Colosimo che ha descritto i suoi rapporti con Fabio Arigoni, ex amministratore di Telefox Italia e Telefox International, di cui era il legale.


Le udienze riprenderanno domani con gli interrogatori di Francesco Fragomeli, amministratore unico della FCZ Srl, e del maggiore della Guardia di finanza, Luca Berriola. Altre udienze si terranno nei giorni 15 e 16 marzo, salvo slittamenti del calendario per possibili astensioni dal lavoro degli avvocati penalisti.


“Iva telefonica”: settimana densa di udienze


Davanti ai giudici della Prima Sezione penale in corso gli esami di Massimo Micucci, Francesco Fragomeli e Paolo Colosimo

 

Con la ripresa dell’interrogatorio iniziato il 7 marzo dell’imprenditore Massimo Micucci da parte dei PM è ripreso questa mattina il processo “Iva Telefonica” che si celebra davanti ai giudici della Prima Sezione penale del Tribunale di Roma, presieduta da Giuseppe Mezzofiore. Nel corso dell’udienza sono previsti – da calendario – anche l’esame e il controesame di Francesco Fragomeli, amministratore unico della FCZ srl e dell’avv. Paolo Colosimo.


Domani giorno di pausa, le udienze riprenderanno nel corso della settimana il 14, 15 e 16 marzo, in attesa poi di capire se vi potranno essere degli slittamenti per altre udienze in relazione a possibili scioperi dei penalisti.


Fattore Umano | «Regina Coeli da chiudere»

La replica del governo sulle condizioni del carcere e i decessi di Massimo Loggello e Tiziano De Paola. L’on. Bernardini: «Situazione inumana e soccorsi non tempestivi»



La Casa circondariale di Roma Regina Coeli


Il “caso” Regina Coeli. Il 1° marzo la Seconda Commissione permanente Giustizia ha risposto alle questioni di «emergenza umanitaria» del carcere romano, sollevate con un’interrogazione dall’on. Bernardini, compresa la richiesta di approfondimento sul decesso di Massimo Logello, stroncato da infarto, e la morte per overdose di Tiziano De Paola. Ebbene, per il sottosegretario Mazzamuto l’emergenza sarebbe sotto controllo e la situazione «costantemente monitorata al fine di garantire i necessari standard di vivibilità e salubrità».




Una risposta che però non ha convinto l’on. Bernardini viste le «condizioni di detenzione indecenti e disumane» di Regina Coeli. Così come non è chiaro cosa intenda fare il governo per eliminare il «grave e permanente stato di violazione dei diritti umani fondamentali» nelle carceri.


Ricapitolando: la Casa Circondariale di Regina Coeli, al 28 febbraio, ospitava 1.074 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 640 posti e una capienza di necessità di 918 posti. Una situazione “invivibile” da anni, nonostante gli  investimenti effettuati negli ultimi dieci anni, per la manutenzione ordinaria e straordinaria del fabbricato detentivo. A complicare l’emergenza ci sono poi le carenze di personale della Polizia penitenziaria e – come sottolineato nell’interrogazione – la quasi assenza di psicologi rispetto alle esigenze.


L’interrogazione chiedeva anche di rendere pubbliche le informazioni note al Ministero di Giustizia in merito alla morte di Tiziano De Paola (sapere se sarà disposta un’indagine amministrativa interna) e se sono state avviate «indagini della magistratura e/o accertamenti dell’amministrazione penitenziaria per individuare eventuali responsabilità» sul decesso di Massimo Loggello.


Mazzamuto ha spiegato come sia stata disposta «una visita ispettiva interna e trasmessa tempestiva segnalazione alla competente Procura della Repubblica», aggiungendo che la Procura di Roma ha comunicato che le indagini investigative sono in corso, insieme agli accertamenti tecnici per individuare le cause dei decessi.


Replica dell’on. Bernardini: su Massimo Loggello alcune testimonianze sembrano raccontare una versione diversa: «i soccorsi non sono stati così tempestivi». E torna a ribadire la sua posizione: «Il carcere di Regina Coeli andrebbe chiuso».


“Iva Telefonica”: Revocati gli arresti per Berriola


Torna libero il Maggiore della GdF. Ieri, intanto, il processo è ripreso con gli interrogatori di Giovanni Gabriele, Antonio Ricci e Massimo Micucci, mentre Giuseppe Cherubini si è avvalso della «facoltà di non rispondere»


È tornato libero il Maggiore della Guardia di Finanza, Luca Berriola. Il suo legale difensore, l’avvocato Antonello Giudice, ha infatti reso noto che nella giornata di lunedì 5 marzo il Tribunale ha deciso di revocare gli arresti domiciliari nei confronti del suo assistito, dopo 105 settimane di detenzione. Il provvedimento è intervenuto in seguito alla conclusione del controesame del capitano dei ROS Francesco De Lellis.


Ieri, intanto, davanti ai giudici della Prima Sezione penale del Tribunale di Roma, presieduta da Giuseppe Mezzofiore, si sono svolti gli interrogatori di Giovanni Gabriele, Antonio Ricci, ex socio di Telefox, e dell’imprenditore Massimo Micucci, mentre Giuseppe Cherubini, l’ex amministratore di Globestream Ldt, si è avvalso della «facoltà di non rispondere».


I tre hanno risposto alle domande dei PM Bombardieri e Passaniti, rivolte soprattutto ad approfondire i loro rapporti con Gennaro Mokbel, Carlo Focarelli, l’ex senatore Di Girolamo e Augusto Murri.


Il processo riprenderà il 12 marzo. Il calendario prevede l’esame di Luca Berriola e di Francesco Fragomeli.


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“Questo Blog è dedicato alla figura di Silvio Scaglia, imprenditore ed innovatore, protagonista di start up (Omnitel, Fastweb, Babelgum) oggi impegnato in nuove sfide come il rilancio de La Perla, marchio storico del made in Italy. E' un luogo di informazione e di dibattito per tutti gli stakeholders (dipendenti, collaboratori, clienti) ma anche comuni cittadini che hanno seguito le vicende in cui Scaglia, innocente, si è trovato coinvolto fino alla piena assoluzione da parte della giustizia italiana.” - Stefania Valenti, Chief Executive Officer Elite World