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Silvio Scaglia: colpevole di non sapere

“Ve lo ricordate il caso Telecom Sparkle – Fastweb?”. Inizia così l’articolo di Francesco Signor, di cui pubblichiamo ampi stralci, che la testata online “Costruendo l’Indro”,  dedica al Processo Carosello che vede coinvolto il fondatore di Fastweb.

Da “Costruendo l’Indro” (direttore editoriale Carlo Fuscagni).



L’imprenditore è agli arresti dal 26 febbraio 2010, quando è rientrato volontariamente in Italia con un volo privato dalle Antille per mettersi a disposizione dell’autorità giudiziaria. Prima per tre mesi in carcere a Rebibbia, poi, dal 17 maggio, agli arresti domiciliari nella sua casa di Antagnod in Valle d’Aosta.



Su questa vicenda è stato pure realizzato un piccolo ‘libro bianco’ che ripercorre le anomalie del ‘caso Scaglia’. Un ebook di una trentina di pagine con le vignette di Vincino, edito dal blog silvioscaglia.it, che i lettori possono scaricare liberamente.


Dalla matita del disegnatore satirico, la sintesi del paradosso kafkiano formulato dalla difesa, è raffigurata in un giudice che accusa Scaglia: “Lei sa!”. “Mi spiace, ma non so ancora niente” risponde Scaglia. “Ah ecco continua a non sapere!” sentenzia il giudice. Infatti, è proprio sul teorema del “non poter non sapere” che si regge buona parte dell’impianto accusatorio.


Nel corso di questi mesi non si sa quali passi avanti abbiano fatto le indagini, quali prove, a sostegno del teorema, siano emerse. “Dall’inizio delle indagini in qua, non sono emersi nuovi elementi. Se fossero emersi, lo sapremmo” scriveva, lo scorso 22 novembre, su Il Riformista Alberto Mingardi. Intanto, la custodia cautelare di Scaglia doveva scadere il 25 agosto scorso, ma su richiesta della Procura è stato concesso il rito immediato con il quale, ironia della legge, è ripartito il conteggio della carcerazione preventiva fino a un nuovo massimo di 365 giorni.


“Noi di Fastweb” sostiene Scaglia “siamo stati truffati”….Una frode fiscale orchestrata dall’associazione criminale che intascava illecitamente il denaro proveniente da Fastweb “che ha pagato l’Iva”  si legge nel libro bianco “senza incassare il relativo credito. La truffa era così ben congegnata che gli stessi magistrati hanno impiegato oltre tre anni per capire i meccanismi che hanno ingannato anche gli organi di controllo nonostante le verifiche, sia interne che con l’ausilio di professionisti indipendenti, anche più rigorose di quanto previsto dalla legge”.

Un libro bianco sul “caso Scaglia”

Scarica da ora l’ebook che il blog silvioscaglia.it ha deciso di dedicare al fondatore di Fastweb


Un libro bianco, ma più esattamente un ebook: in tutto una trentina di pagine edite dal blog silvioscaglia.it che tutti i nostri lettori possono da questo momento scaricare.


È dedicato al “caso Scaglia”: un manager che come pochi in Italia ha saputo fare impresa e innovare, ma che da oltre 270 giorni si trova agli arresti e da quest’oggi processato sulla base del principio del “non poteva non sapere”.

Un processo che “ha il sapore di una punizione preventiva per reati mai commessi”.



Visita ora la pagina dedicata all’ebook. Come sempre ti invitiamo a dire la tua lasciando un commento.


Tanti auguri Mr. Scaglia – Il video


Dopo gli auguri di Vincino, i video auguri da Babelgum e da silvioscaglia.it


Se anche voi volete lasciare un messaggio di auguri, potete farlo lasciando un commento.




Vincino, una matita contro la malagiustizia

Anche il caso Scaglia nella prima mostra personale del re della satira


Alla galleria CorsoMagenta 10 per l’Arte è in corso, fino al 31 gennaio 2011, la prima personale di Vincenzo Gallo, in arte Vincino, uno dei maestri della satira italiana: mille vignette tra disegni, fogli e foglietti che raccontano la realtà italiana di questi anni. Tra cui le traversie dell’ingegner Silvio Scaglia, vicenda a cui l’artista siciliano ha dedicato, come ben sanno i lettori di questo blog (e del Foglio), attenzione e passione civile.


Vincino ha deciso di impegnarsi in questa battaglia dopo aver vagliato con attenzione i documenti ed i verbali dell’inchiesta, a mano a mano che venivano messi a disposizione del pubblico. E’ nata così una collaborazione in cui la verve satirica si mescola con l’indignazione profonda per i diritti negati ad un cittadino che si è messo, in buona fede, nelle mani della giustizia per collaborare e ne ha ricevuto in cambio un trattamento indegno di un Paese civile.



E così il racconto della “Scaglia story”, destinata ad arricchirsi presto di nuovi capitoli,  va ad aggiungersi alla lunga serie di battaglie condotte da Vincino dagli anni Settanta in poi, sia sulle colonne del Foglio e del Corriere della Sera che alla guida de Il Male (che presto tornerà elle edicole)   per denunciare le ingiustizie di ogni natura con l’arma più implacabile e pacifica: la risata.


La mostra milanese  offre così così  l’occasione rara  per indignarsi con il sorriso sulle labbra. Una buona ragione per una visita. Ma non la sola: i diegni, infatti, sono tutti in vendita. E i proventi verranno destinati all’Associazione Bambini Cardiopatici nel Mondo.

Focarelli: “Mai conosciuto Silvio Scaglia”

Dai verbali dell’inchiesta una prima importante conferma dell’estraneità del fondatore di Fastweb


Silvio Scaglia? “Mai visto e conosciuto”. Sono parole inequivocabili quelle che Carlo Focarelli pronuncia davanti ai pm che lo interrogano il 24 maggio scorso. Ma non solo. Aggiunge infatti Focarelli: “Costituita la società Globestream, decisi di ringraziare Zito versando sul conto circa tre milioni di euro” che erano “una parte degli utili derivanti dalla fornitura dei contenuti”.


In aggiunta, a precisa domanda dei pm su altri possibili beneficiari di “ringraziamenti”, Focarelli risponde: “Assolutamente nulla, ma così come non c’è stato nulla di nessun tipo di questo genere (versamenti, ndr) con chiunque con Fastweb intesa come tale”.


Come si può constatare, cominciano dunque ad emergere dai verbali degli interrogatori dell’inchiesta, quegli elementi di verità che sono stati nei mesi scorsi sovrastati da “rumors” e congetture. Ben venga la chiarezza, come auspicano nel comunicato che segue i legali di Silvio Scaglia.


Dichiarazioni dei Legali di Silvio Scaglia: “Non fu Scaglia ad avviare l’operazione Phuncards


Milano, 9 settembre 2010 – In merito a quanto riportato stamane da alcuni organi di informazione, il collegio di difesa dell’ingegner Silvio Scaglia, prof. Pier Maria Corso e prof. Antonio Fiorella, intende ribadire che:


1)      Non fu Silvio Scaglia ad avviare  l’operazione Phuncards di traffico telefonico: come dichiarato da lui stesso nell’interrogatorio reso ai pm il 12 aprile 2010 “Nella fase 2001/2003 io mi occupavo di strategie generali. Io non ho mai trattato personalmente contratti commerciali”.


2)      L’ingegner Silvio Scaglia non ha mai conosciuto Carlo Focarelli, come da questi confermato nel suo interrogatorio del 24 maggio scorso: “Scaglia non l’ho mai incontrato in vita mia. Di Fastweb, nello specifico, conobbi, ma proprio di striscio, Emanuele Angelidis, Bruno Zito e qualcun altro”. Lo stesso Focarelli spiega di aver conosciuto Zito tramite Andrea Conte “che mi spedì da Zito a Milano”.


3)      La decisione di riprendere il “business delle carte prepagate” fu presa dopo gli opportuni approfondimenti condotti dal comitato di internal audit presieduto da Carlo Micheli e dopo il parere del professor Guido Rossi. A conferma di ciò nell’e- mail del 30 luglio 2003 dello stesso Micheli si legge: “Per quanto riguarda le attività, non vedo controindicazioni a proseguire durante il mese di agosto in attesa del consiglio mantenendola nei limiti di assoluta ragionevolezza e comunque di marginalità, come indicato dal professor Rossi”.


4)      È perciò del tutto destituito di fondamento sostenere che “le decisioni furono prese da lui”.


Attendiamo fiduciosi il dibattimento in aula per dimostrare la totale innocenza del nostro assistito.




L’inchiesta vista da…

L’INCHIESTA VISTA DA FASTWEB/1
FIBRA E VOGLIA D‘OPA PER SWISSCOM



“La nostra intenzione è chiara: far tornare Stefano Parisi il prima possibile”. A più di sei mesi dall’avvio dell’inchiesta sulle frodi carosello (e dalle misure cautelari a carico dell’ex presidente Silvio  Scaglia), i vertici di Swisscom non hanno cambiato idea: l’operato dei vertici della società prima della cessione al gruppo elvetico non offre adito a dubbi di natura penale. Perciò Carsten Schloter, patron dell’azionista di maggioranza di Fastweb, ribadisce la fiducia nei confronti di Parisi, indagato nell’inchiesta sulle frodi carosello che, come sostiene lo stesso Scaglia, altro non è che “una truffa ben congegnata a danno mio e di Fastweb”.


L’inchiesta, però, ha avuto le sue conseguenze. Innanzitutto ha rallentato il varo del progetto congiunto con Wind e Vodafone (ma con la forte ostilità di Telecom Italia) alla cui guida era destinato lo stesso Parisi. Inoltre, dal 2 febbraio scorso, quando venne data notizia dei mandati contro i manager di Fastweb e di Telecom Italia Sparkle, i titoli della società hanno perduto il 30 per cento circa del loro valore, sebbene sul piano dei risultati economici e del business, l’azienda non abbia subito danni.


Per questo motivo, la speculazione scommette sul varo di un’Opa da parte del socio di controllo per acquistare il flottante (pari al 18%) ad un prezzo conveniente. Scholoter, al proposito, si è limitato a dire che il gruppo di Zurigo “ci sta pensando”: a questo prezzo, infatti, l’acquisto è un affare. Ma i soldi necessari potrebbero essere necessari per i progetti industriali sulla banda larga, sulle cui prospettive il gruppo elvetico (a differenza di Telecom Italia) punta senza riserve.


L’INCHIESTA VISTA DA TELECOM/2
UNA MULTA CHIAMA L’ALTRA



Franco Bernabé pensava di aver risparmiato. Nella semestrale di Telecom Italia, infatti, si era avuta notizia che la società aveva versato 418 milioni per chiudere il contenzioso con il Fisco sulle imposte indirette per l’evasione fiscale contestata alla controlla Telecom Italia Sparkle, godendo così di un sconto milionario sulla sanzione e del dissequestro, disposto dalla Procura di Roma a fine agosto,  di 288 milioni legati all’inchiesta. Ma, secondo quanto riferito dal quotidiano Mf,  per la società guidata da Bernabé  i problemi con il fisco non sono affatto finiti: la Guardia di Finanza ha verbalizzato una multa di altri 429 milioni di oneri diretti non pagati sempre come conseguenza del traffico fantasma. Oltre all’indetraibilità dell’Iva relativa alle prestazioni inesistenti, la GdF ha contestato a Tis anche l’indeducibilità ai fini Ires ed Irap dei costi relativi a quelle stesse operazioni per l’importo di 429 milioni, senza voler conteggiare eventuali sanzioni aggiuntive e gli interessi.


Scaglia Story by Vincino: altri balconi


Una seconda giornata “all’aria aperta” per Silvio Scaglia, dopo quattro mesi passati fra le mura di casa ad Antagnod. Può finalmente andare sul balcone e sedersi in giardino.


Certo resta uno scandalo. Ed ecco come lo racconta il nostro Vincino.


Scaglia story by Vincino: balconi



Ultim’ora: da oggi Silvio Scaglia può accedere al balconcino della casa di Antagnod e passeggiare nel giardino. E’ quanto ha stabilito il gip “feriale”, dopo la richiesta presentata dai legali difensori di attenuare le condizioni dei “domiciliari” per l’ex fondatore di Fastweb.

Vincino per tutti (da Il Foglio del 28 Agosto)

Scaglia Story by Vincino: Dentro il labirinto

IN ATTESA DEL FILO DELLA GIUSTIZIA

Silvio Scaglia, dopo sei mesi di limitazione della libertà personale, è ancora rinchiuso in un labirinto kafkiano:


a) l’inchiesta è chiusa, quindi non ha modo, anche se volesse, di inquinare le prove;

b) non intende fuggire;

c) non può “reiterare il reato” di riciclaggio non fosse che per il fatto che non gli è stato contestata quest’accusa.


Eppure, alla scadenza dei termini massimi di custodia cautelare,  il gip ha disposto il rito immediato, con la prospettiva di tenerlo agli arresti domiciliari fino all’avvio del processo il prossimo 2 novembre. Non per l’ “esistenza di prove evidenti” ma perché è già sotto custodia. Più labirinto di così…


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ebook il caso scaglia

Perché un blog?

“Questo Blog è dedicato alla figura di Silvio Scaglia, imprenditore ed innovatore, protagonista di start up (Omnitel, Fastweb, Babelgum) oggi impegnato in nuove sfide come il rilancio de La Perla, marchio storico del made in Italy. E' un luogo di informazione e di dibattito per tutti gli stakeholders (dipendenti, collaboratori, clienti) ma anche comuni cittadini che hanno seguito le vicende in cui Scaglia, innocente, si è trovato coinvolto fino alla piena assoluzione da parte della giustizia italiana.” - Stefania Valenti, Chief Executive Officer Elite World