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Financial Times: la Cassazione ripristini la giustizia



“Quest’inchiesta finora  ha prodotto più fumo che arrosto trascinando al tempo stesso nel fango la reputazione di alcune figure autorevoli del mondo degli affari.  Come nel caso di Silvio Scaglia”.


Alla vigilia dell’udienza della Cassazione dedicata al ricorso contro le misure cautelari nei confronti di Scaglia e di altri inquisiti nell’ambito dell’inchiesta  Fastweb-Telecom Sparkle, il Financial Times interviene con un lungo ed appassionato editoriale  di Paul Betts, profondo conoscitore della realtà italiana, sul caso di Scaglia, forse giunto al sospirato “punto di svolta”.


E’ la dimostrazione che l’ “affaire”, che all’inizio, “anche grazie alle speculazioni infervorate dei media italiani” sembrava promettere sviluppi clamorosi,  si è ormai trasformato, almeno per quel che riguarda l’ingegner Scaglia, in un boomerang che minaccia di danneggiare ulteriormente la reputazione, già non brillantissima, della giustizia italiana nella comunità finanziaria ed industriale internazionale.


“Scaglia – continua l’articolo del Financial Times  – ha trascorso gli ultimi quattro mesi in prigione e agli arresti domiciliari senza che sia stata portata una sola prova a suo carico senza speranza di essere rilasciato. Gli inquirenti hanno contestato a Scaglia l’accusa di evasione fiscale e di falsa fatturazione. Eppure dopo tre anni di indagini ed altri quattro mesi passati a setacciare i suoi conti mentre Scaglia era dietro le sbarre l’accusa deve ancora produrre una prova solida”.


Scaglia non è l’unico dirigente messo in galera senza prove, insiste l’articolo: “Nel  loro entusiasmo – nota con humour britannico il columnist –  gli inquirenti  hanno ramazzato assieme  un po’ di tutto , chiamando in causa una serie di sospettati, dai corruttori sospettati di legami con il crimine organizzato ai manager di Fastweb e di Telecom Sparkle fino ai loro capi. E sebbene solo i primi siano effettivamente indagati per i loro presunti legami con la mafia e per riciclaggio, inquirenti e giudici di primo grado hanno fatto di tutta un’erba un fascio con un uso indiscriminato delle contestazioni  e della custodia cautelare”. Torna così sulla grande ribalta internazionale un  caso di ordinaria ingiustizia in cui Scaglia che, ricorda il Financial Times  “si è prontamente presentato agli inquirenti rientrando dall’estero,  ha senza dubbio il “ruolo della star”.


Merita riportare per intero l’ultima parte dell’articolo. “Non è qui in discussione – scrive Betts – la gravità degli eventuali reati contestati . Semmai, è in discussione il sitema legale italiano che consente di tenere in prigione un cittadino per mesi senza una prova solida. Dopo aver cozzato contro un muro nel primo grado di giudizio, i legali di Scaglia chiedono ora alla Corte di Cassazione romana una valutazione non tanto sulla sostanza del caso ma sulla legittimità di un sistema che incarcera  individui che, una volta rimessi in libertà, non potrebbero recare alcun danno alla società o al caso. Molti sospettano che persino gli inquirenti inizialmente guerrafondai sarebbero contenti se l’Alta Corte rimettesse ordine nel caso.  Per come stanno le cose la credibilità degli inquirenti e’ sotto pressione ed una decisione dell’Alta Corte  a favore della liberazione di alcuni inquisiti  consentirebbe loro di salvare la faccia pur mantenendo aperto il caso. Potrebbe altresì consentire loro di avere a disposizione del tempo  per scovare nuove prove, ammesso che esistano, o archiviare il processo senza troppo clamore se non ce ne sono. Intanto potrebbero concentrare la loro attenzione sul piu’ serio filone legato alla mafia che sembra costituire la vera sostanza del caso.

Infine, “la tesi della procura per cui Scaglia “non poteva non sapere”  della frode sull’Iva in quanto presidente operativo di Fastweb non appare certo la più solida delle tesi”. Perciò, venerdì la Cassazione ha l’opportunità di ristabilire la fiducia nella correttezza del sistema giudiziario italiano ripristinando il principio che un cittadino è innocente fino a quando non si provi la sua colpevolezza”.

Che Dio salvi la libera stampa di Sua Maestà.


Conto alla rovescia per il ricorso in Cassazione di Scaglia e Rossetti


Mancano ormai meno di 48 ore all’appuntamento con la Corte di Cassazione che, salvo slittamenti legati allo sciopero del pubblico impiego di venerdì, dovrà giudicare sui ricorsi presentati dai legali di Silvio Scaglia, Mario Rossetti e altri indagati, contro la decisione del Tribunale di Roma di convalidare le richiesta di custodia cautelare.


Nel frattempo si riaccendono i riflettori sulla vicenda. Questa mattina infatti presso la Sala del Mappamondo della Camera dei deputati, si è tenuta un’iniziativa dal titolo “Perché stanno ancora dentro?” organizzata dall’associazione “A buon diritto”, a sostegno di alcuni indagati nell’ambito dell’inchiesta su Telecom Sparkle. In particolare, i familiari di Stefano Mazzitelli, l’ex amministratore delegato della società, e un nutrito gruppo di parlamentari di diverso orientamento politico, hanno lanciato un appello a favore della sua immediata scarcerazione per gravi ragioni di salute.


In effetti Stefano Mazzitelli, rinchiuso a Rebibbia da oltre 123 giorni, sta molto male. Il suo medico, Ennio Ramundo, che lo ha visitato nel carcere di Rebibbia, ha raccontato che l’ex ad soffre di “una paralisi completa dei movimenti del piede destro, è dimagrito circa 30 chili ed è affetto da paresi del movimento della mano destra. È quindi urgente – ha concluso Ramundo – un trattamento terapeutico». Del gruppo di parlamentari che hanno sostenuto l’iniziativa fanno parte la radicale Rita Bernardini, Marina Sereni, Gianni Cuperlo, Jean Leonard Touadì e Guido Melis del Pd, oltre a Mauro Cutufro, Flavia Perina e Melania De Nichilo Rizzoli del Pdl.


Nel suo intervento il difensore di Mazzitelli, Fabrizio Merluzzi, ha spiegato che  “non si tratta di fare una guerra di religione con la magistratura ma di riflettere sul perché troppo spesso alcuni magistrati utilizzano lo strumento della custodia cautelare con una finalità diversa da quella voluta dal legislatore».


Nei giorni scorsi intanto Luigi Compagna, senatore del Pdl, ha incontrato il maggiore della Guardia di Finanza Luca Berriola, in carcerazione preventiva a Rebibbia da quattro mesi, due dei quali trascorsi in isolamento, sempre nell’ambito dell’indagine della Procura di Roma.


Dopo la visita Compagna ha dichiarato: “trattandosi di un provvedimento relativo a fatti di alcuni anni fa, e poiché comunque il maggiore Berriola è attualmente sospeso dal servizio, questi quattro mesi di carcere preventivo sembrano rappresentare un record assoluto”.

In attesa della Cassazione


Lo sciopero dei lavoratori del pubblico impiego, indetto dalla Cgil per il prossimo venerdì 25 giugno, potrebbe far slittare il giudizio della Corte di Cassazione in merito al ricorso presentato dai legali di Silvio Scaglia, Piermaria Corso e Antonio Fiorella, contro la decisione del Tribunale di Roma.


Tuttavia, anche se il condizionale resta d’obbligo, l’assenza del personale della giustizia, a partire dai cancellieri, potrebbe costringere i giudici a rimandare ogni decisione rispetto a tutti i 26 ricorsi pendenti quel giorno, fra cui figura al numero 21 quello appunto di Silvio Scaglia.


Nel frattempo, il prossimo 6 luglio, sempre la Cassazione sarà chiamata a decidere rispetto ad un altro ricorso presentato dai legali di Silvio Scaglia, questa volta contro la decisione del Tribunale del Riesame presieduto da Giuseppe D’Arma che in sede di appello, il 1° giugno, ha respinto la richiesta di revoca degli arresti domiciliari. Una decisione che ha sollevato le proteste di merito degli avvocati che hanno definito la decisione “agli antipodi della giurisprudenza, ma non sorprendente perché redatta dagli stessi giudici in appello che avevano già deciso al Tribunale del Riesame”.


La parola dunque alla Cassazione. Ad oggi, Silvio Scaglia resta “carcerato” nella casa di famiglia ad Antagnod, in Valle d’Aosta, a distanza di 115 giorni dal suo rientro in Italia


Dalla blogosfera un applauso per ZeligTube





Il mondo dei blogger applaude alla nascita di ZeligTube, mentre la notizia del nuovo “portale della comicità” si diffonde anche su Twitter e FriendFeed. Proprio dalla blogosfera arrivano i primi commenti positivi. Ad esempio, quello “entusiastico” – come scrive style.it (gruppo Vanity) – di Gianni Fantoni, il creatore di due personaggi tra i più amati dallo Zelig Circus, “il tenero Enrico” sempre a caccia di amici che non gli danno retta e “l’antipatico Giorgio” che naviga con un solo e unico scopo: cercare donne nude”.



Anche Social Media News dedica spazio. ZeligTube, scrive “si sta strutturando per diventare la vetrina web della comicità italiana, il portale che rappresenterà i più importanti artisti della scena nazionale e internazionale”. Ma non solo, per i comici ci sarà infatti la possibilità di “gestire in autonomia il proprio profilo; e per gli utenti e gli appassionati l’occasione di interagire con i propri beniamini sfruttando i classici strumenti del social web, come Facebook”.  E per chi volesse provare a diventare un comico? “Il percorso sarà a due vie – aggiunge Social Media News – accanto alla parte dei professionisti, ZeligTube propone infatti un palco per aspiranti comici e artisti che potranno pubblicare i propri sketch, sottoponendosi così al giudizio del pubblico, che – ci si può scommettere – sarà competente e preparato”.


Un commento arriva poi da Televisionando.it: “nasce ZeligTube – si legge – un sogno per gli appassionati della risata, che mandano alle stelle i contatori visualizzazioni di YouTube sulle performance di Checco Zalone o degli altri astri del cabaret di Canale 5. Ma c’è molto di più in questo nuovo canale, sviluppato da Babelgum: oltre a video inediti del backstage di Zelig offre anche la possibilità agli aspiranti comici di caricare le proprie performance e farsi conoscere dal popolo della rete”.


Mentre Luca Oliviero di Comunitazione.it va oltre la semplice descrizione del portale e si domanda se non sia nato, nella culla di ZeligTube “un modello di possibile futuro per le trasmissioni tv, grazie all’integrazione tra media e alla liberalizzazione dei contenuti”. Insiste Oliviero: “Ok, quindi siamo davanti a uno “youtube” dedicato alla comicità, un portale verticale (o un vortale, termine che andava di moda nel 2004), sebbene filtrato in certe parti. In effetti, chi vorrà caricare dei propri video verrà valutato dalla ditta Gino&Michele. In ogni caso, conclude Comunitazione.it “una spinta alla multicanalità”.


Infine, scrive Anna Coluccino su ciaoblog “è appena nato Zeligtube, ovvero un portate dedicato a tutti i video dei vari cominci di Zelig, esordienti compresi. Il neonato portale soffre ancora di qualche problema tecnico, ma c’è da star certi che avrà un enorme successo; e chissà che non riesca nell’impresa di sottrarre una bella fetta di traffico a Youtube Zelig che – a questo punto – potrebbe avere le ore contate”.


Intervista a Marco della Noce: “Zeligtube? Sarà un grande veicolo di creatività”

silvioscaglia.it intervista  Marco della Noce, in arte “capo meccanico” del box delle Rosse


Ma anche a Maranello guardate Zeligtube? “Come no, abbiamo messo i video sulle macchine, così i piloti sono più allegri. Prendono certe curve che è uno spasso”. Marco della Noce, in arte Oriano Ferrari, è il mitico capo meccanico del box delle Rosse, uno dei comici più amati dal pubblico dello Zelig, dove appare anche con altri personaggi leggendari come il comandante delle squadre speciali dei Nocs o il mitico Larsen. L’appuntamento col cronista è all’uscita di una stazione della metropolitana di Milano. E fin dall’inizio non è facile distinguere il comico dalla persona. L’importante è stare al gioco…



Ma perché il metro? Dov’è parcheggiata la Ferrari?

E’ che abbiamo un problema di affidabilità negli ultimi tempi. Il prossimo Gran Premio mi sa che lo faremo con i vagoni del metrò, e allora sono venuto qui per i collaudi.


Ma cosa ne pensa Montezemolo?

Il Luca Corsero adesso è un po’ invidioso, voleva avere lui l’idea di Zeligtube. E invece gliela hanno soffiata. L’ho visto al compleanno di Moira Orfei, aveva indosso i suoi bei boxer rossi e cercava di fare un video per gli aspiranti comici. Lui ci tenta, ma non ci riesce. Eppure di esperienze ne ha fatte…


C’era pure Lapo?

Lapo lo abbiamo visto giù a Maranello. Continuava a lamentarsi, a dire che la pista era corta. Gli abbiamo dovuto spiegare che non si può allungarla così, in quattro e quattr’otto.


Ma è vero che avete smesso di fare scherzi ai piloti?

In effetti con Lalonsa…


Vuol dire Alonso?

Eh, sì, con Lalonsa abbiamo smesso, non ci si diverte più, anche con Massa poverino che somiglia sempre più a Barrichello…


Altri tempi con Schumacher….

Eh, sì, con Socmacher era un’altra cosa, adesso in Mercedes gli hanno messo l’armadietto dei medicinali nella macchina, così non deve fare ogni momento il pit stop


Anche lui vuole fare un video per Zeligtube?

Certo, glielo abbiamo chiesto noi, si è messo davanti alla telecamera e ha detto tre parole ma non siamo mica riusciti ancora a tradurle…


Una domanda seria: cosa ti aspetti da Zeligtube?

E’ una roba che mi entusiasma, finalmente si potranno fare cose senza nessuna censura. Tutti i comici saranno liberi di sperimentare. Ti viene un’idea? Eccola pronta. Un nuovo personaggio? Eccolo. Non si dovrà più aspettare qualcuno che te lo visiona, e poi non succede nulla. Con Zeligtube sarà un’altra cosa, un grande veicolo di creatività, puoi metter lì il tuo video e il pubblico decide se gli piace.


Un consiglio per gli aspiranti comici?

La comicità è un istinto, è una corda che hai dentro. Oppure no. Però adesso tanti giovani avranno una vetrina. Quelli come me, più avanti con l’età, potranno sicuramente offrire dell’esperienza. In cambio mi aspetto l’entusiasmo di chi si butta la prima volta.


Un sogno?

Fare la cronaca di un Gran Premio di Formula Uno, a modo mio, chissà magari su Zeligtube



La Cassazione: per Fastweb esagerato chiedere il commissario

Ciotti (Dow): Le multinazionali alla larga dall’Italia




I magistrati della sesta sezione penale della Cassazione, con  sentenza 20.560 del 31 maggio scorso, hanno stabilito che, di fronte ad un presunto reato commesso in azienda,  non è per forza necessario procedere al commissariamento dell’intera società, anche  a costo di metterne a repentaglio la stessa esistenza.   Come ha rischiato Fastweb, investita dal ciclone giudiziario dell’inchiesta sulla frode carosello. E’ possibile, al contrario, limitarsi ad un commissario “settoriale” che metta sotto controllo solo l’area incriminata .




Insomma, a leggere le motivazioni della Cassazione,  Fastweb  non doveva correre  il rischio di finire sotto un commissario, con esiti devastanti per l’impresa,  ma, al più, subire un  provvedimento circoscritto al settore coinvolto .  Invece,  per evitare il commissario dell’azienda delle tlc,  c’è voluto il passo indietro dell’ad Stefano Parisi.  Una decisione in tal senso, come aveva sottolineato il direttore delle relazioni esterne di Fastweb, Sergio Scalpelli, avrebbe potuto rappresentare una “sentenza di morte” per l’azienda, tra l’altro quotata in Borsa.


La Cassazione, insomma, ha voluto metter ordine  nella materia della legge 231: il legislatore si legge nella sentenza, “ di fronte alla forte incisività delle misure interdittive ha voluto che il giudice tenesse conto della specifica attività dell’ente” .  Una lettura in linea con lo spirito della legge che, come ha sottolineato  sul Sole 24 Ore Marcello Panucci, direttore degli affari legislativi della Confindustria prevede per le spa , un investimento “ingente”  per prevenire la commissione di reati oppure,  per  “ottenere, nel caso che il reato sia comunque commesso, il riconoscimento in sede processuale di una scelta organizzativa virtuosa”.


Proprio quello che non è stato concesso a Silvio Scaglia,  sottoposto a provvedimenti restrittivi della libertà personale da più di cento giorni, sulla base della presunzione che, comunque, lui “non poteva non sapere”.  Il caso Scaglia/Fastweb, insomma, si qualifica sempre di più come la punta dell’iceberg di un problema di rapporti tra il mondo dell’economia e dell’applicazione della giustizia, sia in sede penale che civile, che penalizza gli investimenti, specie delle multinazionali.


“Faccio sempre più fatica  – ha commentato in un dibattito al circolo De Amicis di Milano Antonello Ciotti, ad dell Dow Chemical italiana – a spiegare ai miei colleghi le ragioni dei tempi e dei costi esorbitanti degli arbitrati in Italia. Ma anche dei tempi e delle incertezze che comporta l’ingresso in un procedimento civile o penale nel nostro Paese”.


Debutto con risata per il “primo portale italiano della comicità”

Una serata a tutta gag per lo sbarco di Zeligtube

Se il buongiorno si vede dal mattino ci sarà proprio da ridere. Il debutto, infatti, non poteva essere dei migliori: un fuoco di fila di battute e di risate, che per un’ora abbondante ha coinvolto artisti sul palco e pubblico, tra cui alcune decine di blogger, nella storica sala di Zelig a Milano, il più famoso cabaret d’Italia, in occasione della presentazione di Zeligtube.


“E’ natoscrive in proposito il Sole 24 ore -  il primo portale video online dedicato alla risata”, in grado di riunire “il meglio della comicità italiana e internazionale”. Uno spazio online, dunque, “con centinaia di clip inedite create e prodotte in alta qualità appositamente per il web, con decine di artisti cresciuti nella prestigiosa palestra di Zelig, recensiti da Gino & Michele”.


Ma sul portale,  aggiunge ancora il Sole,  “non ci saranno solo i volti noti della comicità”, bensì verrà aperta una palestra per tutti: “Sarà presto attivata infatti la funzione del direct upload, ossia la possibilità per aspiranti comici, ma anche attori, autori, illustratori, di inviare video, testi e vignette alla redazione di Zeligtube che, fatta una verifica sulla idoneità del materiale, li pubblicherà sul sito, sottoponendoli ai favori del pubblico”. Per Babelgum, la web tv mondiale fondata nel 2005 dall’ex patron di Fastweb, Silvio Scaglia, “l’accordo con Zelig – sottolinea il quotidiano della Confindustria  – è una occasione per crescere sul mercato italiano dove ha già sviluppato applicazioni video mobili per partner quali Isola dei Famosi, Gazzetta dello Sport, Coldplay e Metacafe”.


Anche il Corriere della Sera dedica un articolo al debutto di Zeligtube, segnalando come il portale offra già una raccolta di clip disponibile anche per iPhone, scaricabile con l’applicazione gratuita da iTunes e anche “un’ampia selezione di comedy americane prodotte per il web,  come Vamped Out come Kevin Pollack e Jason Antoon” . “ Gli utenti – prosegue il Corriere – potranno creare una propria playlist e condividere, grazie all’integrazione con Facebook, i video preferiti”. Tra l’altro, ricorda l’articolo “ci saranno anche una sezione Talent scouting e una Web community: non solo un «catalogo», quindi, ma un luogo di incontro con gli utenti che potranno inviare messaggi alle pagine personali”.


“Presto il sito diventerà una piazza dove tutti potranno parteciparescrive ancora Liberocon l’obiettivo di promuovere la creatività comica italiana”. “Un luogo d’incontro – prosegue il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro – dove non mancheranno i cabarettisti famosi, che interagiranno con gli altri internauti attraverso le proprie pagine personali. Quindi i comici emergenti potranno farsi conoscere attraverso la rete a colpi di “mi piace”.


Del debutto di Zeligtube scrive anche il Messaggero “E’ on line ZeligTube, il primo portale italiano di video dedicati alla risata”.Zeligtube - ricorda il quotidiano romano - è un’iniziativa di Zelanda, l’agenzia che gestisce per il web marchi come Zelig, e Babelgum, la prima web TV italiana”.



Niente indizi contro Silvio Scaglia: liberatelo

La difesa si prepara al confronto in Cassazione del 25 giugno

Il conto alla rovescia è cominciato. Il giorno 25, salvo eventuali, possibili (ma non probabili) rinvii legati allo sciopero generale indetto per la stessa data, la Cassazione affronterà il ricorso dei legali di Silvio Scaglia contro l’ordinanza del tribunale del Riesame che, il 18 marzo scorso, aveva convalidato le misure cautelari contro il fondatore di Fastweb.


In quell’occasione, gli avvocati Pier Maria Corso ed Antonio Fiorella, punteranno ad un duplice obiettivo: in primis, ottenere  la piena libertà di Silvio Scaglia, ancora agli arresti domiciliari ad Antagnod in Val d’Aosta. Inoltre, i difensori contesteranno l’esistenza di “gravi indizi” (“anzi – puntualizza il professor Fiorella – la stessa esistenza di indizi”) nei confronti di Scaglia, circostanza evocata dall’ordinanza del gip Aldo Morgigni per giustificare il regime degli arresti.


Il ricorso contesta, a proposito del primo punto,  l’assoluto difetto delle esigenze di custodia cautelare. Silvio Scaglia, si ricorda, si è offerto spontaneamente alla giustizia rientrando prontamente in Italia per mettersi a disposizione degli inquirenti. Ma il fatto che Scaglia si sia spontaneamente consegnato  è la prova che non c’era volontà di inquinare prove. Non solo,  per lo stesso motivo cade pure il rischio della cosiddetta reiterazione del reato, contro cui gioca pure il fatto che sono passati tre anni dalle operazioni rilevanti contestate a Scaglia.


“In questi tre anni – sottolinea l’avvocato Fiorella – non è successo niente che potesse mettere in dubbio la limpidezza dell’operato  di Scaglia. “E’ la prova lampante che manca  qualsiasi elemento che possa far sospettare l’intenzione di reiterare un supposto reato.  Non esistono, quindi (né sono mai esistite) ragioni che giustifichino la limitazione della libertà per Silvio Scaglia.


I legali contestano, inoltre, l’esistenza di “gravi indizi” (anzi, di indizi tout court) nei confronti dell’ex presidente ed azionista di Fastweb. “L’ordinanza – spiega Fiorella – è fondata su un sillogismo astratto: l’imputato, si legge, era il vero dominus aziendale. Ergo, non poteva non sapere che era in corso la commissione di un reato”. “Ma  l’ingegner Scaglia – ribatte il legale – è stato la prima vittima della frode fiscale architettata da una sapiente mano truffaldina.  Viene così meno il presupposto del sillogismo dell’accusa: Scaglia e Fastweb sono le vittime inconsapevoli di una raffinata manovra fraudolenta”. Per questo, ribaltando il sillogismo, appare evidente che Scaglia non poteva sapere che era in atto una truffa contro di lui.


Queste, in sintesi, le principali motivazioni alla base del ricorso in Cassazione dei legali di Silvio Scaglia, che non escludono di sollevare altri argomenti, altrettanto rilevanti ma di natura più “tecnica” in una giornata di lavoro piena per i magistrati: il caso Scaglia, infatti, figura al n.21 dei 26 ricorsi pendenti quel giorno.


Scalpelli (Fastweb): “Sulla giustizia intervenga Confindustria”

Bombassei:  situazione già ingarbugliata

“In questo momento la situazione è già così ingarbugliata che è meglio che non si mettano in mezzo altri soggetti”.Così ha risposto Alberto Bombassei, vicepresidente di Confindustria a Sergio Scalpelli, direttore delle relazioni esterne di Fastweb che, nel corso di un convegno alla Camera di Commercio svizzera in Italia, ha chiesto alla Confederazione di “affrontare il tema della riforma della giustizia”.


Una risposta, ha commentato “Milano Finanza”, che “non è degna di una classe dirigente categoria cui gli industriali, giustamente, pensano di appartenere,  al punto che, secondo Luca di Montezemolo, devono smettere di assistere a bordo ring ed entrare sul quadrato della politica”.


L’intervento di Scalpelli si riferiva alla vicenda giudiziaria di Silvio Scaglia che “ha fortemente coinvolto la sua ex società, cioè Fastweb con atti di indagine che si fermano a fine 2006″. “Mettere in mora un’azienda, nella logica della possibile reiterazione del reato,  quando le stesse carte della  procura ci dicono che si sta lavorando su fatti che non sono più in esssere e persone che non sono più parte dell’azienda significa decretare la condanna dell’azienda stessa prima che l’iter sia risolto”. “Siccome esiste un conflitto- ha concluso Scalpelli – tra magistratura, politica e informazione il problema va posto da un soggetto terzo; non mettere mano alla giustizia penalizza anche le aziende”.


Bombassei si è limitato a dire che “la giustizia deve essere più veloce perché un giudizio che dura dieci anni è uno dei disincentivi ad investire in Italia”. Eppure non è solo un problema di rapidità del giudizio, come attestano i numerosi interventi sulle riforme “necessarie ed urgenti” presentati nel corso dei numerosi convegni di Confindustria.

Le aziende di Silvio Scaglia continuano a fare innovazione


Il fischio di avvio è previsto per le 18 e trenta di  lunedì 14 giugno, giusto due ore prima  dell’esordio della nazionale italiana ai Mondiali. A quell’ora, davanti alla stampa e ad una folta comunità di blogger, allo Zelig Cabaret si terrà la presentazione di Zeligtube.it.  Ovvero lo sbarco su Internet e sul mobile del cabaret più famoso d’Italia che ha scelto Babelgum quale suo  partner per la distribuzione nel mondo digitale. A sua volta, per Babelgum,  l’accordo con Zelig, segna un nuovo sviluppo delle attività italiane, dopo il decollo delle applicazioni sull’iPhone della Gazzetta dello Sport (prima per il Giro d’Italia, ora per i Mondiali di calcio).


Così, con queste iniziative,  entra nel vivo anche in Italia, dopo il decollo delle attività in Usa e nel Regno Unito,  la sfida di Babelgum , leader e pioniere  nel campo  dell’innovazione dei sistemi di distribuzione  video professionali, l’ultima frontiera che Silvio Scaglia ha deciso di esplorare in anticipo su ogni altro possibile competitor. Con risultati lusinghieri visto che Babelgum, a poco più di un anno dall’avvio delle attività negli Usa (marzo 2009)  è oggi leader mondiale nelle Applicazioni  per iPhone per quanto riguarda  i video professionali interattivi.  E’ un paradigma di business nato in Italia, cresciuto nel mondo anglosassone, e che ora torna, rafforzato, ad operare in Italia. A dimostrazione che la strategia globale può essere declinata sui mercati domestici con la massima flessibilità. Come hanno nel capito i responsabili di Zelig, alla ricerca di una formula in grado di funzionare fuori dall’orizzonte della tv tradizionale.


Babelgum, infatti, non è un  broadcaster che opera nel settore tv, bensì ha concentrato  fin dall’inizio l’intera sua attività nell’esplorazione di un mondo totalmente digitale, ovvero di un’offerta che riguarda il web e l’universo mobile.  Un distributore di contenuti da far correre sugli  oggetti più privati, lo smartphone  e il personal (non a caso personal…) computer, ma che consentono di tenersi collegati con lil mondo esterno. Il che significa proporre un’offerta individuale, ritagliata sul singolo cliente che gli permetta di  connettersi , quando e come vuole, e condividere il prodotto con la comunità del social network. In questa cornice,  Babelgum ha sviluppato la sua attività in varie direzioni: canali, prodotti e la formula del festival on line di cinema,  che ha offerto ai nuovi talenti, una valida piattaforma professionale per farsi conoscere.


“La nostra funzione – spiega l’amministratore delegato Valerio Zingarelli – non è di proiettare on  line Avatar ma di consentire agli autori di farsi diffondere nell’universo virtuale”. E così alcuni  vincitori del Film festival , “benedetto”  da Spike Lee, hanno ottenuto contratti dalle Majors cinematografiche. Insomma, Babelgum non intende certo competere, sul loro terreno, con i Big del cinema o della tv  internazionale.  L’obiettivo, al contrario, è di far emergere contenuti innovativi con un contenuto riservato esplicitamente alle centinaia di milioni di utenti del mondo Internet che rispondono a nuovi codici di comunicazione e di linguaggio, più adeguati agli “animali” da social network.


La sfida è ambiziosa: individuare un passaggio tra l’universo delle produzioni di massa, vuoi di Hollywood vuoi dei broadcasters tradizionali, e l’offerta indifferenziata di Youtube. Il tutto nella convinzione che ci sia non solo un mercato, ma anche una prateria di linguaggi che attendono un pioniere che li voglia esplorare.  Come ha già fatto, con risultati che hanno riscosso l’applauso della critica e del pubblico, la regista inglese Sally Potter che ha fatto esordire il suo lungometraggio “Rage” su Babelgum mobile (accessibile su iPhone)  prima che nelle sale o in dvd.  Si spiega così la presenza, nei ranghi della società,  dei publishers che monitorano Internet alla ricerca di talenti da adottare. O l’attività di produzione, soprattutto nel ramo delle comedy. Un’attività   in piena espansione sul mercato Usa, dove,tra l’altro, è già attiva una concessionaria di pubblicità dedicata.  A tutto questo va aggiunta la competenza nella realizzazione di interfacce grafiche  o di altri plus tecnologici, in grado di consentire al fornitore di servizi o all’utente pubblicitario la possibilità di ottenere una profilazione sempre più accurata dell’utente, sia dal punto di vista dei servizi che dell’area geografica in cui operano e si connettono. Ma presto si aggiungeranno nuovi servizi, ad esempio quelli legati all’iPad.


Non è facile, del resto, fissare in un fotogramma il film in costante movimento di Babelgum, società pioniera nata in Italia per volontà di Silvio Scaglia e che si è sviluppata nel mondo.


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“Questo Blog è dedicato alla figura di Silvio Scaglia, imprenditore ed innovatore, protagonista di start up (Omnitel, Fastweb, Babelgum) oggi impegnato in nuove sfide come il rilancio de La Perla, marchio storico del made in Italy. E' un luogo di informazione e di dibattito per tutti gli stakeholders (dipendenti, collaboratori, clienti) ma anche comuni cittadini che hanno seguito le vicende in cui Scaglia, innocente, si è trovato coinvolto fino alla piena assoluzione da parte della giustizia italiana.” - Stefania Valenti, Chief Executive Officer Elite World