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Focarelli: “Mai conosciuto Silvio Scaglia”
Dai verbali dell’inchiesta una prima importante conferma dell’estraneità del fondatore di Fastweb
Silvio Scaglia? “Mai visto e conosciuto”. Sono parole inequivocabili quelle che Carlo Focarelli pronuncia davanti ai pm che lo interrogano il 24 maggio scorso. Ma non solo. Aggiunge infatti Focarelli: “Costituita la società Globestream, decisi di ringraziare Zito versando sul conto circa tre milioni di euro” che erano “una parte degli utili derivanti dalla fornitura dei contenuti”.
In aggiunta, a precisa domanda dei pm su altri possibili beneficiari di “ringraziamenti”, Focarelli risponde: “Assolutamente nulla, ma così come non c’è stato nulla di nessun tipo di questo genere (versamenti, ndr) con chiunque con Fastweb intesa come tale”.
Come si può constatare, cominciano dunque ad emergere dai verbali degli interrogatori dell’inchiesta, quegli elementi di verità che sono stati nei mesi scorsi sovrastati da “rumors” e congetture. Ben venga la chiarezza, come auspicano nel comunicato che segue i legali di Silvio Scaglia.
Dichiarazioni dei Legali di Silvio Scaglia: “Non fu Scaglia ad avviare l’operazione Phuncards”
Milano, 9 settembre 2010 – In merito a quanto riportato stamane da alcuni organi di informazione, il collegio di difesa dell’ingegner Silvio Scaglia, prof. Pier Maria Corso e prof. Antonio Fiorella, intende ribadire che:
1) Non fu Silvio Scaglia ad avviare l’operazione Phuncards di traffico telefonico: come dichiarato da lui stesso nell’interrogatorio reso ai pm il 12 aprile 2010 “Nella fase 2001/2003 io mi occupavo di strategie generali. Io non ho mai trattato personalmente contratti commerciali”.
2) L’ingegner Silvio Scaglia non ha mai conosciuto Carlo Focarelli, come da questi confermato nel suo interrogatorio del 24 maggio scorso: “Scaglia non l’ho mai incontrato in vita mia. Di Fastweb, nello specifico, conobbi, ma proprio di striscio, Emanuele Angelidis, Bruno Zito e qualcun altro”. Lo stesso Focarelli spiega di aver conosciuto Zito tramite Andrea Conte “che mi spedì da Zito a Milano”.
3) La decisione di riprendere il “business delle carte prepagate” fu presa dopo gli opportuni approfondimenti condotti dal comitato di internal audit presieduto da Carlo Micheli e dopo il parere del professor Guido Rossi. A conferma di ciò nell’e- mail del 30 luglio 2003 dello stesso Micheli si legge: “Per quanto riguarda le attività, non vedo controindicazioni a proseguire durante il mese di agosto in attesa del consiglio mantenendola nei limiti di assoluta ragionevolezza e comunque di marginalità, come indicato dal professor Rossi”.
4) È perciò del tutto destituito di fondamento sostenere che “le decisioni furono prese da lui”.
Attendiamo fiduciosi il dibattimento in aula per dimostrare la totale innocenza del nostro assistito.
Rinvio a giudizio inchiesta Fastweb – Telecom Sparkle
I legali di Scaglia: “Nessuna prova, dimostreremo l’innocenza di Silvio Scaglia in Tribunale. Pur con tutte le riserve sull’adozione del rito immediato, è positivo che si vada presto a processo. Ci auguriamo che venga rimesso subito in libertà: da innocente ha trascorso quasi 6 mesi in detenzione”
La conferma del giudizio immediato è così commentata dagli avvocati difensori di Silvio Scaglia, Prof. Piermaria Corso e Prof. Antonio Fiorella: “Pur con tutte le riserve sull’adozione del rito immediato, riteniamo positivo che si possa andare subito a processo, anche perchè, finalmente, sarà possibile consultare tutta la documentazione raccolta dagli inquirenti. Scaglia è innocente e i capi di imputazione formulati a suo carico sono del tutto inappropriati in quanto non giustificati da nessuna prova. Il dibattimento di fronte al Tribunale darà finalmente modo di dimostrare la sua totale estraneità al meccanismo di frode creato alle sue spalle e a quelle della società”.
“Per quanto attiene il tema della libertà personale – aggiungono i legali – continueremo a lottare in tutte le sedi appropriate per dimostrare che non esiste nessuno dei tre motivi per i quali l’Ing. Scaglia debba subire uno stato di custodia cautelare: non può fuggire, non sarebbe rientrato, non può inquinare prove già datate, non può reiterare il presunto reato in quanto non ha più né cariche né interessi in Fastweb”.
“L’Ing. Scaglia ha il diritto di potersi presentare in Tribunale da uomo libero e non si capisce perché debba continuare ad oltranza questo stato di privazione delle libertà fondamentali”.
Depositate le motivazioni della Corte di Cassazione su Silvio Scaglia
“La motivazione dei Supremi giudici – dicono i legali – non aggiunge nulla nel merito, non può farlo. Si limita a giudicare “ non manifestamente illogica” la motivazione del Tribunale del Riesame, ferma al 23 febbraio scorso ma non per questo sposa la tesi dell’accusa”
La difesa: “Scaglia è solo la vittima della frode”
“La Cassazione non ha aggiunto nulla di nuovo nel merito della vicenda, ma, a proposito della custodia cautelare del 23 febbraio, ha solamente giudicato “non illegittimo” il provvedimento preso dal Tribunale del riesame”.
Così si esprimono i legali del fondatore di Fastweb, Prof. Piermaria Corso e Prof. Antonio Fiorella, nel commentare le motivazioni, rese note oggi, sulle decisioni della Corte di Cassazione del 25 giugno scorso. Proseguono i legali: “La stessa sentenza rileva che “Il giudizio di legittimità non ha come oggetto la rivalutazione del materiale probatorio al fine di verificare se alle conclusioni cui è giunto il provvedimento impugnato possano opporsi ipotesi alternative, bensì quello di verificare che la motivazione del provvedimento non risulti meramente apparente”.
E ancora: “Nell’ordinanza relativa a Silvio Scaglia si riconosce inoltre che: “La Corte rileva che effettivamente il Tribunale non è stato del tutto puntuale nel rispondere alle osservazioni contenute nei motivi del riesame anche se le ragioni dovrebbero considerarsi comprensibili all’interno “della complessiva motivazione dell’ordinanza oggi impugnata”. Va detto semmai che la Corte, quale giudice di mera legittimità, lascia al giudice di merito la valutazione circa ”la posizione degli altri soci di capitale che, nonostante il numero davvero rilevante di quote e la presenza negli organi di controllo, non sono stati destinatari di specifiche contestazioni”.
“Quindi la Cassazione – conclude il comunicato degli avvocati – pur respingendo il ricorso, si limita a considerare “non manifestamente illogica” la sussistenza del rischio dell’inquinamento delle prove, senza perciò sposare la tesi accusatoria che, rilevano i difensori “abbiamo sempre contestato nel merito e nella forma le accuse a Scaglia in quanto non sussistono i gravi indizi e, in ogni caso, non sussiste alcuna delle tre fondamentali esigenze cautelari alla base della custodia cautelare (fuga, inquinamento delle prove, reiterazione del reato). La verità è che Scaglia, come Fastweb, sono le vittime delle frodi”.
Nel frattempo si registra anche la presa di posizione di Fastweb sulle motivazioni addotte dalla terza sezione della Corte di Cassazione per rigettare il ricorso proposto da Silvio Scaglia. “Il materiale documentale messo a disposizione dell’autorità giudiziaria – si legge in una nota - e le successive indagini, hanno chiarito non solo l’estraneità della società e dei suoi vertici ai fatti oggetto di indagine, ma hanno anche messo in luce il fatto che Fastweb è stata vittima di attività criminose messe in atto a suo danno”. Il comunicato ricorda inoltre che ‘”il pronunciamento della Suprema Corte è relativo al periodo di indagine che va dal 23 febbraio al 14 marzo scorso”. Un chiaro riferimento ai nuovi fatti emersi dall’interrogatorio di Silvio Scaglia, avvenuto il successivo 12 aprile, e l’ulteriore documentazione messa a disposizione dei pm da parte della difesa.
Monica Scaglia: È sereno, vi ringrazia sinceramente
In attesa di notizie sul trasferimento, previsto per oggi, di Silvio Scaglia da Roma, riportiamo le parole di Monica Scaglia, sentita ieri ad Aosta telefonicamente:
“Sono appena arrivata ad Aosta da Londra e mi sto dirigendo verso casa. Apprendo ora che Silvio mi potrà raggiungere solo domani ma conoscendo mio marito penso che, nonostante i problemi logistici sopravvenuti, sia sereno. Finalmente lo potrò rivedere in un ambiente per noi familiare.
L’ultima volta che l’ho visto in carcere mi ha fatto sapere che voleva sinceramente ringraziare tutti coloro che gli hanno offerto sostegno e solidarietà, familiari e collaboratori, avvocati difensori, amici, conoscenti e non, che sono stati la sua forza e la sua voce attraverso il blog www.silvioscaglia.it.
Desidera che questa sua esperienza possa trasformarsi in azioni concrete per gli altri. Non dimentica quello che ha visto e vissuto in carcere in questi 81 giorni ed è sua intenzione prendere un forte impegno per realizzare un progetto che possa aiutare chi non ha avuto e non può avere la sua stessa visibilità”.
Lettera di Scaglia all’assemblea Fastweb del 22 aprile 2010
Attraverso i suoi legali, l’avvocato Antonio Fiorella e Piermaria Corso, Silvio Scaglia ha voluto far pervenire un messaggio all’assemblea dei soci di Fastweb, tenutasi il 22 aprile scorso, la prima dopo le sue dimissioni dal consiglio e l’autosospensione di Stefano Parisi.
Scaglia ha voluto esprimere la sua soddisfazione per il fatto che l’azienda, scongiurato il rischio di commissariamento, possa riprendere la sua normale attività. Scaglia ha voluto far sapere di non aver perso la speranza sul fatto che presto riuscirà a chiarire di essere stato, insieme a Fastweb, “vittima di una truffa ben congegnata”.
Per ora, resta la sensazione che le regole della libertà economica (e, ancor più importante, della libertà personale) siano state stressate oltre il lecito, con conseguenze destinate a protrarsi nel tempo. “Se il paese non attrae investimenti – argomenta, in un articolo del Foglio sul dibattito legato all’eccessiva pressione fiscale in Italia, il professore di Economia all’Università degli Studi di Torino, Enrico Colombatto – ciò è dovuto innanzitutto ai limiti delle nostre istituzioni, a partire dalla giustizia. Se lo Stato non torna ad essere un arbitro rapido e giusto, il continuare a parlare di riforme, in economia e non solo, rischia di essere un puro esercizio di stile”.