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Si completa la testimonianza del Capitano De Lellis


“Iva Telefonica”: lunga udienza quella di ieri dedicata all’ufficiale dei ROS. Oggi in Aula il  proseguimento dell’interrogatorio di Massimo Comito e l’inizio dell’esame di Antonio Catanzariti


Il Capitano dei ROS Francesco De Lellis è stato il protagonista dell’udienza di ieri al processo per l’“Iva Telefonica” in corso presso la Prima Sezione penale del Tribunale di Roma, presieduto da Giuseppe Mezzofiore.


La prima parte della lunga testimonianza, che si è conclusa solo alle 16, è stata assorbita dall’esame del Pubblico Ministero Giovanni Bombardieri, poi è iniziato il controesame da parte di alcuni difensori.


Oggi, archiviata la deposizione del Capitano De Lellis, si riparte con la conclusione della deposizione iniziata venerdì scorso di Massimo Comito, già Responsabile commerciale per l’Europa di Telecom Italia Sparkle, e l’audizione di Antonio Catanzariti, ex Responsabile Carrier Sales Italy di TIS.


Comito: Per noi nessun dubbio sulla regolarità del traffico e il Mercato giustificava ampiamente i volumi


Il manager di TIS: le intercettazioni avrebbero permesso di accertare la presenza di contenuti audio/video nel traffico telefonico ampiamente documentato con i CDR (Call Detail Record, ndr.) consegnati da TIS alla GdF. Martedì 14 in Aula Antonio Catanzariti, altro dipendente di Sparkle


Il traffico telefonico, all’esame ex post dei protocolli IP attivati sulla rete di TIS, non presentava alcuna anomalia ed attestava la presenza di contenuti audio/video. Come già detto anche da diversi testi dell’accusa compreso l’Ing. Ciccarella anche Comito ha affermato che un’attività di intercettazione avrebbe potuto indicare in maniera definitiva che, oltre alla presenza del traffico di segnalazione regolarmente trasportato e documentato dai CDR, sulla rete TIS, vi fosse pure la presenza dei contenuti audio/dati che viaggiavano su Internet secondo quanto il tipo di interconnessione VoIP prevedeva: audio di persone fisiche o voci registrate (IVR-Interactive Voice Responder, ndr.), download di dati, ecc.


Massimo Comito, già Responsabile commerciale per l’Europa di Telecom Italia Sparkle ha chiarito questo ed altri elementi nel corso del suo interrogatorio di ieri al processo per l’”Iva Telefonica” in corso presso la Prima Sezione penale del Tribunale di Roma presieduta da Giuseppe Mezzofiore.


Rispondendo alle domande del PM Giovanni Bombardieri, Comito ha fatto presente che nella relazione alla Procura del Capo della Rete TIS era chiaramente scritto che dai controlli da lui svolti in quel periodo post notizia criminis, non vi era evidenza che potesse far sorgere il sospetto che il traffico non fosse reale anche perché nel periodo ottobre 2006-maggio 2007 avevano rilevato la presenza sulla rete TIS, per la porzione di traffico trasportato, di protocolli (UDP e RTP, ndr.) che si attivano solo in presenza di contenuti informativi.


Inoltre nella stessa relazione viene fatta la fotografia in quel momento delle configurazioni della rete TIS in termini di indirizzi IP (che cambiano nel corso dei diversi potenziamenti/cambiamenti delle reti di interconnessione, ndr.) fisicamente residenti sulle centrali telefoniche senza i quali il traffico non può fluire. Nella stessa relazione inoltre il Capo della Rete TIS asserisce la “certificazione” dei CDR prodotti dalle centrali telefoniche (che alimentano i sistemi di fatturazione anch’essi certificati) fugando ogni dubbio sulla presenza effettiva del traffico nell’ottica di una Carrier di transito come TIS.


Quanto al tema dell’ABR (parametro tecnico che misura la qualità della terminazione del traffico, ndr.), Comito ha ampiamente spiegato come valori tipici di tale parametro sono appunto elevati proprio per il tipo di servizio Premium che si realizza con apparati IVR sempre disponibili alla risposta e con dimensionamenti di rete robusti (senza colli di bottiglia, ndr.) come nel caso di quelli operativi nel corso dell’interconnessione con I-Globe/Planetarium.


Nel corso dell’udienza, al PM Bombardieri che ha inoltre introdotto il tema della mail del tecnico di rete Perfetti di TIS (mail scambiata fra soli tecnici nel corso del progetto di interconnessione con i clienti/fornitori in discussione, e conosciuta a tutti dagli atti depositati, ndr.) e che sollevava dubbi sul tipo di interconnessione «rigida», Comito ha spiegato leggendo in Aula il passaggio chiave di tale mail dove emerge con chiarezza che Perfetti non aveva in quel momento l’informazione «basilare» e cioè che TIS avrebbe trasportato e istradato via I-Globe solo una direttrice Premium e non come scrive Perfetti «qualunque sia la destinazione chiamata», opzione quest’ultima tipica dell’istradamento di traffico Person to Person.


Comito ha poi ripercorso nel dettaglio i modelli commerciali del traffico Premium spiegando fra l’altro le ragioni economiche per cui tra la stipula del contratto e la successiva utilizzazione delle numerazioni per l’affettivo istradamento del traffico possono passare intervalli di tempo di mesi visti i tempi di interconnessione delle reti.


Ha inoltre introdotto il tema del mercato potenziale dei servizi Premium che nella sola Europa, secondo uno studio internazionale di primaria società di consulenza, ammontava a fine 2004 a 6.5 miliardi di euro ma con picchi superiori non ben identificabili.


Infine, a proposito dei presunti omessi controlli su Carlo Focarelli, Comito ha fatto che presente che la struttura preposta di Finanza e Controllo di TIS, come da prassi, ha effettuato controlli sulle società clienti/fornitori, non sul consulente quale in realtà era Focarelli.


I PM si sono riservati di proseguire l’interrogatorio di Comito nell’udienza di lunedì 13 che proseguirà con la testimonianza del Capitano Francesco De Lellis. Solo martedì 14 dovrebbe prendere il via l’esame di Antonio Catanzariti, l’ex Responsabile Carrier Sales Italy di TIS.


Mazzitelli: cinque periti a suo tempo hanno assolto TIS


L’Ex AD di TIS: Anche i nuovi vertici di TI esclusero un possibile rischio fiscale. Giovedì in programma l’interrogatorio di Massimo Comito e Antonio Catanzariti


La Procura della Repubblica, al contrario di quanto chiesto nell’ultima seduta del processo, ha rinunciato ieri a proseguire l’interrogatorio di Stefano Mazzitelli, ex AD di Telecom Italia Sparkle. L’udienza del processo per l’”Iva Telefonica”, ripreso ieri presso la Prima Sezione penale del Tribunale di Roma presieduta da Giuseppe Mezzofiore, ha così registrato solo la prosecuzione del controinterrogatorio del Capitano dei ROS Francesco De Lellis.


Ma l’udienza è anche servita a fare il punto sulle attività che sia in Telecom Italia Sparkle che presso Telecom Italia sono scattate non appena è emerso il rischio di possibili profili di responsabilità fiscale per l’azienda dopo l’avvio delle indagini della Guardia di Finanza. Stefano Mazzitelli ha fatto presente che, oltre alle indagini ed ai controlli interni, l’azienda ha messo a disposizione il materiale a diverse strutture professionali esterne e alla società di revisione del gruppo Telecom (cui nel marzo 2008 è stato riconosciuto un supplemento rispetto al prezzo concordato per la revisione, vista la mole di lavoro supplementare), per verificare l’eventuale rischio di infrazione fiscale. Tutti i periti esterni hanno escluso il rischio che l’azienda potesse essere chiamata a rispondere per un’eventuale “frode fiscale”.


Lo stesso Mazzitelli ha rilevato che il nuovo vertice di Telecom Italia non ha ritenuto nel 2008 (bilancio 2007) di procedere ad accantonamenti o svalutazioni per l’eventuale rischio nonostante in quel periodo avesse proceduto a stanziare «maggiori fondi per rischi vari» nell’ordine di centinaia di milioni, come è consuetudine in occasione di cambi di gestione quando, ed era il caso di Telecom Italia, esistono riserve sufficienti. Anche questa, ha fatto notare l’ex AD di TIS, è una prova che il comportamento dell’azienda era stato considerato regolare, anche nel caso fosse emersa una frode Iva perpetrata da altri soggetti. Eppure, sulla base dello stesso materiale messo a disposizione dalla società ai cinque periti esterni, come ha confermato il Capitano della Guardia di Finanza Luca Meoli, le conclusioni della Procura sono state ben diverse (anche se ricordiamo nella CNR della GdF i dirigenti di TIS non sono stati considerati indagabili per il reato associativo, ndr).


Giovedì il processo continua con la testimonianza di due altri manager di Telecom Italia Sparkle, Massimo Comito ed Antonio Catanzariti. Lunedì, dopo l’ultima parte della testimonianza del capitano De Lellis, toccherà a Rosario e Maria Teresa La Torre, accusati di aver fatto da prestanome per immobili (anche un ristorante) che in realtà farebbero capo a Gennaro Mokbel.


“Iva Telefonica”: domani si riparte


Tribunale di Roma chiuso causa “maltempo”. Slitta a domani l’audizione dell’ex AD di Telecom Italia Sparkle Stefano Mazzitelli


Nella prima parte della sua testimonianza, l’ex AD di TIS ha avuto modo di ricostruire il quadro completo del business del traffico telefonico in ogni suo aspetto, compreso il capitolo dei controlli effettuati dall’interno e dalla casa madre da fiscalisti, Comitati di controllo, verifiche ai sensi della 231 e attività del Collegio sindacale.


L’audizione di Mazzitelli potrebbe concludersi domani in poche ore, come dimostra il fatto che il programma prevede anche la convocazione del Capitano Francesco De Lellis che dovrebbe completare in giornata la sua deposizione. Nel corso della seduta di domani sarà comunicato l’elenco dei prossimi testimoni chiamati a deporre nelle prossime udienze.


Parla Mazzitelli: ecco perché il nostro business era trasparente


L’ex AD di TIS ricostruisce le modalità del business, il complesso dei controlli interni ed esterni e della dichiarazione Iva che, nel maggio 2008, passò al vaglio dei nuovi vertici di Telecom


L’ex AD di Telecom Italia Sparkle Stefano Mazzitelli è stato il protagonista dell’udienza di ieri del processo “Iva telefonica”. Finalmente il manager ha avuto modo, in cinque ore di interrogatorio tra accusa e difesa, di poter tracciare un quadro completo del business del traffico telefonico in ogni suo aspetto, compreso il capitolo dei controlli effettuati dall’interno e dalla casa madre da fiscalisti, comitati di controllo, verifiche ai sensi della 231 e attività del collegio sindacale.


Una ricostruzione particolareggiata da cui è emerso che il business è stato gestito dalla società telefonica con trasparenza, senza alcun sotterfugio che potesse far sospettare l’esistenza di un traffico men che “normale”. A riprova della validità dei controlli effettuati secondo la normativa vigente, basti dire che, nonostante i controlli fossero stati allertati dalle prime indicazioni sull’inchiesta, la dichiarazione Iva relativa al 2007 venne sottoscritta non solo dai vertici di TIS ma anche, nel maggio 2008, dalla nuova dirigenza insediata in Telecom Italia che avrebbe avuto tutto l’interesse opportunistico ad accantonare partite a rischio. Né va sottaciuto, come è stato rilevato nel corso della testimonianza, che i flussi di denaro generati dall’attività, in particolare, sono sempre transitati da canali ufficiali visibili alle autorità del credito e della Banca d’Italia nonché della Guardia di Finanza.


Insomma, da parte delle società la gestione del traffico, in linea con l’attività usuale dell’Azienda, è stata gestita con la massima trasparenza attraverso canali facilmente monitorabili, come previsto dalla governance aziendale. Come del resto viene confermato dall’avallo che i nuovi vertici della società, nel 2008, hanno garantito ai conti di TIS, dopo l’esame di consulenti interni ed esterni. II che, naturalmente, non esclude che qualcuno si sia appropriato dell’Iva commettendo reati all’insaputa delle società (che non avevano i mezzi per accorgersene), ma esclude la corresponsabilità nella frode.


Di fronte a questa ricostruzione le prime contestazioni del Pubblico Ministero Giovanni Bombardieri (la testimonianza proseguirà nell’udienza del 6 febbraio) si sono concentrate sulla presunta confusione nella gestione e nei controlli sui contratti, cui Mazzitelli ha risposto con la ricostruzione analitica dell’architettura dei contratti, del meccanismo di riporto sui volumi del  traffico e sull’analisi del mercato internazionale di questo tipo di traffico. Il dottor Bombardieri ha anche più volte sollevato il nodo della qualità e della fama del cliente: possibile, ha detto, che TIS non abbia mai avanzato sospetti sulla credibilità di un interlocutore come Carlo Focarelli? La risposta è che Focarelli, rispetto a TIS, era un semplice intermediario tra le due società inglesi, I-Globe ed Acumen.


L’esame del teste, come sopra accennato proseguirà nel corso della prossima udienza fissata per il 6 febbraio quando dovrebbe concludersi il controesame del capitano Francesco De Lellis. Ieri, prima dell’interrogatorio di Mazzitelli, è stata completata la testimonianza di Maurizio Laurenti.


“Iva Telefonica”: colpo di scena sull’intercettazione


Stefano Mazzitelli e Massimo Comito, intercettati dalla GdF esattamente il 28 giugno 2007 non parlavano di Luigi Marotta, uomo legato a Focarelli, ma di Giuseppe Marotta, rinviato a giudizio per bancarotta fraudolenta insieme a due dirigenti di Telecom Italia. In pratica commentavano un articolo de Il Sole 24 Ore uscito proprio quel giorno. Eppure lo scambio di persona ha sorretto – per PM e GIP – l’atto di accusa verso i due manager tlc nell’ordinanza di custodia cautelare


È stato un vero e proprio colpo di scena, con tanto di dichiarazione spontanea resa ieri in aula da Stefano Mazzitelli, l’ex Ad di Telecom Italia Sparkle, che ha potuto finalmente veder riconosciuta la sua versione dei fatti a proposito di una intercettazione del 2007, nella quale parlava con un altro manager di TIS, Massimo Comito.


In pratica si è trattato di uno scambio di persona: il “Marotta” citato nel corso della telefonata fra Mazzitelli e Comito non è infatti il Luigi Marotta, coinvolto nel processo per l’”Iva Telefonica”, bensì di Giuseppe Marotta, rinviato a giudizio per bancarotta fraudolenta proprio nel 2007 dal Tribunale di Roma, per un’altra vicenda legata a Telecom Italia, insieme a due dirigenti dell’azienda, che operavano al tempo nella divisione wholesale nazionale della compagnia telefonica.


L’intercettazione ascoltata ieri in aula non lascia adito a dubbi ed è chiarissima la citazione da parte di Mazzitelli dei nomi dei due dirigenti di Telecom Italia citati nell’articolo del Sole 24 Ore del  28 giugno 2007 oltre che di “Marotta” (Giuseppe, ndr).


Ma per le indagini della Procura di Roma, quella telefonata acquista tutto un altro significato: è una delle prove secondo cui Mazzitelli e Comito parlano di Luigi Marotta, cioè dell’uomo legato a Carlo Focarelli, risultando quindi consapevoli della (presunta) truffa dell’Iva che si consuma ai danni del fisco.


Quindi Mazzitelli e Comito parlavano di tutt’altro come è emerso appunto dall’ascolto completo dell’intercettazione.


Una lettura che però la Procura ha rifiutato, nonostante sia stata chiarita da entrambi i manager TIS nel corso dell’interrogatorio di garanzia reso in carcere in regime di isolamento giudiziario, e poi ribadita attraverso la documentazione resa al Tribunale dal legale Fabrizio Merluzzi del provvedimento di rinvio a giudizio di Marotta Giuseppe.


Inspiegabilmente, inoltre, nell’ordinanza di custodia cautelare, i nomi dei due dirigenti di Telecom Italia citati nel corso della telefonata e che rappresentano incontrovertibilmente il discrimine fra i due procedimenti giudiziari, vengono omessi: l’intercettazione è trascritta solo parzialmente… (il maresciallo capo Leccese fra l’altro non ricorda in aula di avere trattato questa telefonata con il che rimane il dubbio su chi abbia gestito realmente l’intercettazione in questione, ndr).


Da registrare, come si accennava, anche la dichiarazione spontanea resa ieri in aula dall’ex Ad di TIS Mazzitelli: «Non voglio che rimangano ombre – ha dichiarato ai giudici – questa intercettazione così sono la prova di quello che ho dichiarato: non si tratta solo dell’insufficienza della prova da parte dell’accusa, ma della prova positiva di quello che ho dichiarato io».  Mazzitelli si riferiva anche ad altre coincidenze non verificate.


L’udienza aveva al centro l’esame dal parte del PM Bombardieri del maresciallo capo della Guardia di Finanza, Pietropaolo Leccese, stretto collaboratore del capitano delle Fiamme Gialle Luca Meoli, cui è seguito il controesame di alcuni legali difensori.


Tra l’altro, nelle dichiarazioni di Leccese, si è potuta osservare una singolare “discrepanza” con quanto sostenuto in aula proprio da Meoli.  Laddove il capitano della GdF aveva sostenuto che i manager tlc non furono mai intercettati per evitare che se ne accorgessero, il maresciallo Leccese ha sostenuto che, nel 2008, i dirigenti delle due società telefoniche (TIS e Fastweb, ndr.) non furono intercettati perché in tutte le indagini condotte dalla GdF non erano emersi elementi nei loro confronti tanto che nella CNR (Comunicazione Notizia di Reato, ndr.) inoltrata alla Procura i dirigenti delle due società telefoniche, con due eccezioni precise, non sono stati considerati indagabili per il reato associativo dalla GdF.


Nella realtà, come dimostrato dall’intercettazione ascoltata in aula, Massimo Comito veniva intercettato già nel giugno 2007, ma non emergeva nulla.


“Iva Telefonica”. Oggi gli ultimi testi dell’accusa


Ma il controesame del Capitano De Lellis slitta a fine febbraio. In aula ieri il Maresciallo Maggiore dei RIS Paolo Palombo, esperto di grafologia


Procede, a ritmo ridotto, il processo per l’“Iva telefonica” che si celebra presso la Prima Sezione penale del Tribunale di Roma. Parte dell’udienza di ieri è stata dedicata ad una nuova tranche della testimonianza del Capitano dei ROS Francesco De Lellis. La deposizione è stata però interrotta per motivi di servizio dell’ufficiale che si ripresenterà in aula solo alla fine di febbraio. In quella occasione comincerà il controesame da parte dei difensori di alcuni imputati a partire da Gennaro Mokbel. Ieri, invece, De Lellis ha solo risposto ad alcune domande rivoltegli dal difensore dell’imprenditore Massimo Micucci.


L’ultima parte dell’udienza è stata invece dedicata alla testimonianza del Maresciallo Maggiore dei RIS Paolo Palombo, esperto di grafologia, che ha esposto i risultati della perizia calligrafica su alcune schede elettorali. Oggi il processo continua con l’esame del Maresciallo Capo della Guardia di Finanza Pietropaolo Leccese. Sarà poi la volta del titolare della Accord Pacific Limited di Hong Kong Maurizio Laurenti, amico e collaboratore di Carlo Focarelli, accusato per il riciclaggio del denaro ricevuto dalla Globestream Tlc. Si completerà così la lista dei testimoni chiamati dal pubblico ministero Giovanni Bombardieri.


Poi la parola, probabilmente a partire dall’udienza di venerdì 27 gennaio, passerà alle difese. Ad aprire questa nuova fase del processo sarà l’ex Ad di Telecom Italia Sparkle, Stefano Mazzitelli. Dopo toccherà agli altri manager della controllata di Telecom Italia chiamati in giudizio: Massimo Comito e Antonio Catanzariti.


Processo “Iva Telefonica”: a gennaio si completa la lista dei PM


Si riprende il 23 gennaio con la conclusione dell’esame del capitano dei ROS Francesco De Lellis. Il 24 o il 27 in aula l’ex Ad di TIS Stefano Mazzitelli. Diramato il calendario delle udienze fino al 25 luglio


Si avvicina al primo giro di boa il processo sull’“Iva Telefonica” in corso presso la Prima sezione penale del Tribunale di Roma. Il PM Giovanni Bombardieri, infatti, ha annunciato che la pubblica accusa si limiterà a chiedere la testimonianza del Maresciallo Capo della Guardia di Finanza Pietropaolo Leccese, già prevista per l’udienza di ieri (andata deserta) o, in caso di suo ulteriore impedimento, del Maresciallo Capo delle “Fiamme Gialle” Alessandro Fasano.


La prossima udienza si terrà il prossimo 23 gennaio (slitta l’appuntamento già previsto per il giorno 19). In quella data verrà anche ascoltato il Maresciallo Maggiore dei RIS Paolo Palombo e verrà completata la testimonianza del Capitano dei ROS Francesco De Lellis.


Completerà la lista dei testi chiamati dalla Procura Maurizio Laurenti, amico e collaboratore di Carlo Focarelli e titolare della Accord Pacific Limited di Hong Kong, accusato di aver riciclato denaro ricevuto dalla Globestream Tlc.


Il giorno 24 (o il 27) la parola passerà alle difese. Il primo a rispondere in aula sarà l’ex Ad di Telecom Italia Sparkle, Stefano Mazzitelli. Dopo toccherà agli altri manager della controllata di Telecom Italia: Massimo Comito e Antonio Catanzariti.


Il Tribunale ha aggiornato e parzialmente modificato il calendario del processo fino alla pausa estiva di agosto. In particolare, è previsto che si tenga udienza nelle seguenti date:


  • Febbraio: 6, 7, 9, 13, 14, 16, 17 e 23.
  • Marzo: 7, 12, 14, 15, 16, 27, 29 e 30.
  • Aprile: 11, 13, 17, 23 e 26.
  • Maggio: 2, 4, 7, 8, 10, 17, 22, 28 e 30.
  • Giugno: 1, 5, 7, 8, 14, 25, 26 e 28.
  • Luglio: 3, 5, 12, 23 e 25.



“Iva Telefonica”. Si riparte il 17


Udienza brevissima quella del processo “Iva Telefonica” celebrata questa mattina presso la Prima Sezione penale del Tribunale di Roma. Il proseguimento dell’esame da parte dell’accusa del capitano dei ROS Francesco De Lellis è stato infatti interrotto anticipatamente e rinviato


Questa mattina, davanti al Collegio giudicante presieduto dal Dott. Giuseppe Mezzofiore, è proseguito l’esame del capitano De Lellis. Un intervento breve in cui sono stati descritti alcuni investimenti che sarebbero stati effettuati dal “gruppo” che, secondo l’accusa, faceva capo a Gennaro Mokbel.


Nel corso dell’esame è stata anche data lettura di passaggi delle trascrizioni di alcune intercettazioni telefoniche tra Mokbel e l’ex senatore del PdL Nicola Di Girolamo condannato con patteggiamento a luglio 2011 a cinque anni di pena e al risarcimento di 4,2 milioni di euro all’Erario.


Il Tribunale ha rinviato direttamente all’udienza del 17 gennaio annullando così quella fissata per domani.


“Iva Telefonica”. Prosegue l’esame di De Lellis


Si è svolta ieri la prima udienza del 2012. In aula, presso la Prima Sezione penale del Tribunale di Roma, il Capitano dei ROS Francesco De Lellis per il  proseguimento del suo esame da parte dell’accusa


Nel corso dell’udienza sono stati esaminati alcune vicende del rapporto tra Augusto Murri (già condannato dal GUP ad una pena di cinque anni) e Gennaro Mokbel. Proprio quest’ultimo, a tal proposito, ha svolto un intervento difensivo che è nato a seguito dell’ascolto di alcune intercettazioni.


Durante il suo esame, il Capitano De Lellis ha inoltre testimoniato sui rapporti tra Gennaro Mokbel e il Maggiore della Guardia di Finanza Luca Berriola e tra Mokbel ed alcuni appartenenti alle Forze dell’ordine come Fabrizio Magi, già sottufficiale dei Carabinieri appartenente alla DIA, e condannato in Primo grado con l’accusa di “rivelazione dl segreto d’ufficio”. L’esame del Capitano dei ROS Francesco De Lellis proseguirà domani, 12 gennaio.


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