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“Iva Telefonica”. La prima udienza del 2012


Dopo la pausa feriale riparte questa mattina il processo “Iva Telefonica” presso la Prima Sezione penale del Tribunale di Roma. Davanti al Collegio presieduto da Giuseppe Mezzofiore, come da programma, continuerà l’esame del capitano dei ROS Francesco De Lellis

“Iva Telefonica”. L’ultima udienza del 2011


Udienza più breve del previsto quella del processo “Iva Telefonica” celebrata questa mattina presso la Prima Sezione penale del Tribunale di Roma. Davanti al Collegio presieduto da Giuseppe Mezzofiore, si è svolto infatti solo l’esame del teste Claudio Francesco Ceriani. Assente anche oggi, sempre per malattia, il capitano dei ROS Francesco De Lellis


Ceriani, già sentito a seguito di una commissione rogatoria internazionale presentata della Procura di Roma nel 2010 in sede di indagini preliminari, all’epoca dei fatti lavorava per conto della società elvetica Comitex SA.


Durante l’esame di questa mattina il teste ha ribadito che il suo compito era quello di trasportare denaro su incarico di Mombelli (allora direttore della Comitex). I contanti  – ha raccontato Ceriani – gli venivano dati a Milano da una persona a lui sconosciuta per consegnarli presso lo studio di un avvocato a Roma, di cui però non ricorda il nome.


Denaro che, come raccontato dal collaboratore della Comitex, si aggirava circa sui 500mila euro a viaggio. I contanti erano contenuti all’interno di uno zainetto. Queste le modalità descritte in aula da Ceriani e avvenute – secondo quanto rammenta il teste – circa 5-6 volte. Un altro particolare ribadito questa mattina in sede di esame da Ceriani è che al momento del deposito dei contanti era spesso presente, insieme ad altre persone, anche Augusto Murri.


Il Tribunale ha comunicato la cancellazione dell’udienza del 5 gennaio che slitterà al 23 febbraio. Il proseguimento dell’esame del capitano De Lellis dovrebbe svolgersi secondo la scaletta prefissata il 10 gennaio 2012.


“Iva Telefonica”. Dopo i gioielli, le opere d’arte


Interrogato Nicola Carlo Luciani, il consulente che ha venduto De Chirico e Botero a Micucci. Slitta la testimonianza del capitano De Lellis


Lezione d’arte ieri al processo per l’“Iva Telefonica” che si celebra alla Prima Sezione Penale del Tribunale di Roma davanti al Collegio presieduto da Giuseppe Mezzofiore. L’udienza, infatti, è stata dedicata in parte al teste Nicola Carlo Luciani, consulente ed intermediario d’opere d’arte tra cui un De Chirico, due Fontana ed un piccolo Botero che sarebbero stati venduti a Massimo Micucci per un importo attorno ai tre milioni. Il pagamento, ha detto Luciani, sarebbe stato però effettuato da Carlo Focarelli, un elemento che, secondo l’accusa, tende ad avvalorare il sospetto di riciclaggio, stavolta attraverso opere d’arte.


Dopo il controesame dei difensori, però, Focarelli ha voluto chiarire di avere acquistato quadri con la consulenza di Micucci, pagandoli con bonifici sul conto indicato da una galleria romana. Lo stesso Micucci ha voluto rendere una dichiarazione spontanea contestando l’affermazione di Luciani secondo cui l’acquirente si era basato solo su una fotografia, senza nemmeno visionare le tele, circostanza smentita con veemenza dal gallerista Micucci, che ha sfoggiato la sua cultura su De Chirico.


In precedenza, era stata ascoltata Wilma Angelinetta, segretaria d’azienda che ha dichiarato di aver portato, in più occasioni, buste contenenti denaro da Chiasso a Roma. Al termine della deposizione la testimone ha avuto un malore.


Non si è invece presentato, causa malattia, il capitano dei ROS Francesco De Lellis. La sua deposizione davanti al pubblico ministero Giovanni Bombardieri continuerà quindi domani, ultima udienza prevista nel 2011, quando probabilmente comincerà il controesame da parte delle difese.


“Iva Telefonica”. Di scena la villa di Antibes


Prosegue oggi la testimonianza del capitano De Lellis. In aula due testi sentiti per rogatoria

 

Anche l’udienza di ieri del processo per l’“Iva Telefonica” è stata occupata dalla testimonianza del capitano dei ROS Francesco De Lellis. L’ufficiale ha ripercorso, di fronte al Collegio giudicante della Prima Sezione penale del Tribunale di Roma presieduto da Giuseppe Mezzofiore, altre tappe della delicata indagine tesa ad appurare i canali del presunto riciclaggio di capitali (per ora sfuggiti all’identificazione ed al successivo recupero) da parte dell’organizzazione che, secondo l’accusa, faceva capo a Gennaro Mokbel.


Rispondendo alle domande del PM Giovanni Bombardieri, De Lellis ha ricostruito il lavoro degli inquirenti per seguire le tracce del riciclaggio attraverso gioielli, pietre preziose e l’acquisto di beni immobili, tra cui una casa ad Antibes in Costa Azzurra.


Anche ieri la testimonianza del capitano De Lellis è stata accompagnata dall’audizione di diverse intercettazioni intercorse tra l’altro tra Fabio Arigoni, Paolo Colosimo e lo stesso Mokbel.


Solo oggi terminerà l’esame del teste da parte della pubblica accusa, preceduta dall’audizione di testi già sentiti per via di rogatoria internazionale che riferiranno sul ruolo di Massimo Micucci. Poi inizierà il controesame da parte dei difensori di Mokbel e di Luca Berriola.


È difficile che l’udienza del 16 dicembre, l’ultima del 2012 secondo il calendario predisposto dal Collegio, possa esaurire il controinterrogatorio di De Lellis, probabilmente destinato a proseguire nel 2012. La prima udienza del processo è prevista per il 5 gennaio.


Il Tribunale ha intanto aggiunto le date previste per le udienze del mese di marzo (7,12,14,15,16, 27, 29, 30) e di aprile 2012 (2, 3, 4, 10, 11, 13, 23, 26).



“Iva Telefonica”. Ancora in aula il capitano De Lellis


L’udienza del 12 dicembre dedicata alle intercettazioni dei ROS sul reimpiego del denaro ricavato dal commercio di gioielli


È proseguita ieri, al processo sull’“Iva Telefonica”, la testimonianza del capitano dei ROS Francesco De Lellis. L’ufficiale ha riepilogato, davanti al Collegio della Prima Sezione penale del Tribunale di Roma presieduto da Giuseppe Mezzofiore, il contenuto delle intercettazioni svolte nel corso delle indagini per appurare il senso delle attività del gruppo che, secondo l’accusa, faceva riferimento a Gennaro Mokbel.


In particolare, le domande dell’udienza di ieri, rivolte dal Pubblico ministero Giovanni Bombardieri, hanno riguardato esclusivamente il testo delle intercettazioni che vertono sul tema del reimpiego del denaro attraverso il commercio di gioielli effettuato dai collaboratori dello stesso Mokbel.


La testimonianza del capitano De Lellis si esaurirà solo stamane. In mattinata verrà anche annunciata la “scaletta” delle prossime testimonianze che dovrebbero riguardare alcuni testi residenti all’estero. Il programma della settimana prevede, oltre all’udienza odierna, altre due sedute, il 14 ed il 16.


“Iva Telefonica”. Prosegue in aula l’esame di De Lellis


Ascolto di intercettazioni e descrizione delle attività di indagine della polizia giudiziaria nell’udienza di ieri. Si prosegue lunedì 12 dicembre


La descrizione delle attività investigative, compresi gli appostamenti e i pedinamenti effettuati in Italia e all’estero. In particolare in Francia, Svizzera e Inghilterra. A rispondere alle domande del Pubblico ministero Bombardieri, ancora il capitano dei Ros Francesco De Lellis.


Questo uno dei due filoni che hanno tenuto banco nell’udienza di ieri, nella quale è proseguito l’esame dell’ufficiale di polizia giudiziaria che ha descritto le attività delle indagini riferite a Gennaro Mokbel e ad altri imputati ritenuti “sodali”  della presunta associazione.


Il secondo filone è stato quello relativo alle intercettazioni telefoniche e ambientali, in parte trattate già nell’udienza precedente, sempre riferite al “gruppo” Mokbel, alcune delle quali ascoltate in aula, relative ai rapporti economici fra i vari imputati, al tentativo di “occultamento” di denaro e anche al di timore di essere intercettati e oggetto di attenzione di indagini di polizia.


L’esame di De Lellis proseguirà lunedì 12, in attesa di ascoltare alcuni testi residenti all’estero.


“Iva telefonica”. In aula il maresciallo Fasano e il capitano De Lellis


Ricostruiti i collegamenti fra soggetti intercettati e utenze telefoniche in uso e alcuni passaggi delle indagini relative agli ascolti


Doppia testimonianza ieri al processo per l’“Iva telefonica”. L’udienza ha preso il via con la deposizione del maresciallo capo della Guardia di Finanza Alessandro Fasano, che ha illustrato i criteri di identificazione dei soggetti intercettati nel corso delle indagini, collegandoli alle diverse utenze telefoniche in uso variamente intestate a persone fisiche e società. Un lungo e dettagliato elenco di numeri di telefono, ma anche un passaggio obbligato in sede dibattimentale, che ha richiesto parte della mattinata.


Il capitano dei ROS Francesco De Lellis ha invece spiegato alcuni passaggi delle indagini, in esito ai vari ascolti, chiarendo come i contenuti di alcune intercettazioni motivassero possibili pedinamenti o altra attività della polizia giudiziaria.


In particolare, rispondendo alle domande del PM Bombardieri, De Lellis è entrato nel merito dei contenuti di alcune intercettazioni relative a Gennaro Mokbel, Augusto Murri e Fabio Arigoni – ascoltate direttamente in aula – cosa che ha sollevato contestazioni da parte di alcuni legali difensori che hanno definito «valutazioni» e «interpretazioni» personali le considerazioni di De Lellis in merito ai contenuti stessi.


Il processo riprenderà oggi con la parte conclusiva della deposizione di De Lellis, in attesa di ascoltare la settimana prossima alcuni testimoni residenti all’estero.


Ciccarella: nessuna evidenza che il traffico fosse reale o meno


Per il Responsabile dal 2005 dell’area Network di TIS i controlli svolti erano tranquillizzanti e non vi era possibilità di controllo dei contenuti. Cosa possibile solo in Arabia Saudita


I controlli svolti da Telecom Italia Sparkle sul tipo di traffico erano tranquillizzanti, non vi era evidenza oggettiva per dire che lo stesso traffico fosse reale o falso. È stato questo uno dei principali passaggi della deposizione di Gianfranco Ciccarella, già Responsabile dal 2005 dell’Area Network di TIS, nell’udienza che si è svolta ieri mattina al processo per l’”Iva telefonica”.


La testimonianza, che ha visto concludere la fase di esame e quella di controesame, è tornata su molti dei punti già affrontati da Ciccarella fin dal 20 ottobre scorso, con le domande dei PM concentrate su presunte «anomalie tecniche», in particolare relative all’istradamento rigido del traffico. Un punto sul quale Ciccarella aveva già ribadito come non si trattasse di un’anomalia, bensì di una richiesta del tutto normale da parte di un cliente.


Ieri mattina, rispondendo prima al PM Bombardieri poi ai legali delle difese, il manager ha confermato come TIS non potesse sapere della realtà o meno del traffico, ma si potessero fare semmai solo delle supposizioni sul piano soggettivo, supposizioni peraltro che conducevano alla plausibilità della veridicità del traffico. Questo anche perché non vi è possibilità di controllo dei contenuti, cosa che ha esplicitato Ciccarella «è possibile fare solo in Arabia Saudita».


Il traffico dunque passava – è stato chiarito in sede di controesame – sia che si potesse trattare di persone al telefono o download di file dati (file audio o video, ndr.), sia che a generarlo fossero delle apparecchiature. Dispositivi che, in effetti, esistono e vengono normalmente utilizzati dalle compagnie telefoniche per fare i test alle reti.


Ciccarella, in altra udienza passata, aveva anche evidenziato come la caratteristica di apparire come un «traffico ben distribuito», leggendo in aula la mail di un suo collaboratore all’epoca dei fatti, non potesse essere oggetto di sospetti poiché il rapporto riguardava utenze telefoniche che coprivano diversi fusi orari.


Ciccarella ha anche precisato come, solo a valle dell’iniziativa della Procura, l’azienda si è prontamente attivata e lui stesso, su input dei vertici di TIS ed in coordinamento con le altre strutture, ha attivamente posto in essere misure ed analisi tese ad approfondire il fenomeno e successivamente, prima a mitigare l’impatto attraverso il “Call gapping” e dopo ad interrompere i flussi e la configurazione della rete con i clienti.


Il processo riprende questa mattina con le testimonianze del maresciallo capo della Guardia di Finanza Alessandro Fasano, del maresciallo dei ROS Giovanni De Luca e del capitano dei ROS Francesco De Lellis.


“Iva telefonica”. Sentiti ieri i marescialli De Luca e Fasano


Identificate in forma ufficiale le intercettazioni effettuate da GdF e ROS


Il processo per l’“Iva telefonica” è ripreso ieri con la testimonianza di Alessandro Fasano, maresciallo capo della Guardia di Finanza, e del maresciallo dei ROS Giovanni De Luca, uno dei più stretti collaboratori del capitano Francesco De Lellis, già sentito in aula dal PM Giovanni Bombardieri lo scorso 21 ottobre che ha partecipato alle indagini fin dalle prime battute, cioè dall’epoca della denuncia dell’imprenditore laziale Vito Tommasino a carico di Luca Berriola. I due militari hanno ricostruito in aula gli estremi delle intercettazioni telefoniche e delle caselle di posta elettronica. Per ogni utenza sottoposta a controllo sono stati elencati: data, orario, identità del comunicante e del comunicato. Un’udienza che ha consentito di esaurire una serie di incombenze tecniche, che verranno completate con la seconda parte della testimonianza del capitano De Lellis, in una delle udienze di dicembre.


Il processo ripartirà il 5 dicembre con la seconda parte della deposizione di Gianfranco Ciccarella, già Responsabile dal 2005 dell’Area Network di TIS.


Nell’udienza di ieri l’avvocato Ambra Giovene, difensore di Gennaro Mokbel, ha anticipato una dichiarazione spontanea del suo assistito, assente per un aggravamento delle sue condizioni di salute. La dichiarazione spontanea, ha riferito l’avvocato Giovene, riguardava «ciò che i giornali purtroppo in maniera molto invasiva stanno riferendo per un’operazione che non lo riguarda affatto e cioè (…) in merito alla vicenda Enav».


Processo “Iva Telefonica”. Tutto rinviato al 22 novembre


Salta anche l’appuntamento del 10 novembre. Si terrà udienza il 5 gennaio


Dopo le udienze “tecniche”, dedicate alle procedure necessarie per l’ammissione tra gli atti di numerose intercettazioni, era prevista oggi la ripresa delle testimonianze al processo sull’“Iva telefonica” che si celebra presso la Prima Sezione penale del Tribunale di Roma. Ma un membro del Collegio giudicante, la dottoressa Alessandra Cupone, è stata costretta a dare forfait. Il «Collegio precario», come viene definito in questi casi in linguaggio giuridico, si è così aggiornato a nuova data. Per lo stesso motivo è stata cancellata l’udienza già prevista per giovedì 10 novembre. Il rinvio è destinato a protrarsi fino al giorno 22 perché la settimana prossima, dal 14 al 18, è prevista l’astensione dalle udienze indetta dalle Camere Penali.


La seconda ed ultima parte della deposizione dell’ingegner Gianfranco Ciccarella, già Responsabile dal 2005 dell’Area Network di TIS, slitterà perciò al giorno 22 novembre. Nella stessa udienza dovrebbe trovare spazio la testimonianza del maresciallo dei ROS Giovanni De Luca. La testimonianza di Ciccarella, manager che rispondeva della sua attività direttamente all’Amministratore delegato Stefano Mazzitelli, ha preso il via il 20 ottobre scorso. In quell’occasione Ciccarella era stato chiamato a spiegare le presunte «anomalie tecniche» nei rapporti che intercorrevano tra Telecom Italia Sparkle e le società coinvolte nella presunta truffa sull’Iva. A partire dall’instradamento rigido del traffico che: non si trattava di un’anomalia, ha precisato Ciccarella bensì una richiesta, assolutamente normale, da parte del cliente. Sempre sul piano tecnico, il manager ha confermato che non era possibile per il gestore verificare il contenuto del traffico. Infine, ad una domanda del PM sull’eventuale carattere anomalo dell’andamento uniforme del traffico nelle 24 ore, Ciccarella ha risposto che il traffico non era sospetto perché il rapporto riguardava utenze telefoniche che coprivano diversi fusi orari.


Il maresciallo dei ROS Giovanni De Luca, uno dei più stretti collaboratori del capitano Francesco De Lellis, già sentito in aula dal PM Giovanni Bombardieri lo scorso 21 ottobre, ha partecipato alle indagini fin dall’inizio, cioè dall’epoca della denuncia dell’imprenditore laziale Vito Tommasino a carico del Berriola da cui ha preso il via l’inchiesta. De Luca ha curato tra l’altro le attività di intercettazioni, compresa, come recita la formula ufficiale, «la loro refutazione nella parte occlusiva» che precede la stesura dell’informativa.


Dopo le due testimonianze l’iter processuale proseguirà nel mese di dicembre, a partire dal giorno 5. In quella sede, salvo ulteriori intoppi, riprenderà la testimonianza del capitano dei ROS De Lellis che probabilmente occuperà più di un’udienza. Il resto del mese dovrebbe essere dedicato all’interrogatorio dei testi esteri citati dall’accusa, chiamati a deporre in aula sulle triangolazioni internazionali effettuate dagli ideatori della presunta evasione. Non è escluso che l’esame dei testi presentati dalla Procura possa chiudersi entro il 2011. In ogni caso il Presidente della Prima Sezione penale, il dottor Giuseppe Mezzofiore, ha aggiunto al calendario una nuova udienza, fissata per il 5 gennaio 2012.


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