Archivi per la categoria ‘Ultimi sviluppi’
Udienza 34. Sfilata di testi “minori” in aula
Venerdì tocca all’imprenditore Vito Tommasino
L’udienza numero 34 del processo sull’”Iva Telefonica” è durata poco più di due ore. Il tempo necessario per verbalizzare le deposizioni di alcuni testi, già convocati a fine aprile. Il primo a presentarsi davanti al Collegio della Prima Sezione penale è stato l’ex poliziotto Paolo Casamenti che ha descritto i suoi rapporti con il Maggiore della Guardia di Finanza Luca Berriola.
È stata poi la volta di Fabrizio Rubini, noto commercialista della Capitale, già socio dell’ex senatore Di Girolamo in varie società (Wbc Srl, Emmemarine Srl, Progetto Ristorazione Srl), secondo gli inquirenti l’intestatario di un conto a San Marino in cui sono girati milioni di euro frutto di attività dell’organizzazione.
È stata sentita anche Francesca Sforza, impiegata presso l’Italarte. Questa galleria avrebbe fatto capo, secondo l’accusa, a Gennaro Mokbel che avrebbe investito una parte dei proventi delle sue attività in opere d’arte lì custodite.
Infine, è comparso davanti al giudice il teste Giovanni Succu, intestatario della Telefox Srl. Si tratta, con ogni probabilità, di una “testa di legno” dall’abbigliamento insolito per un’aula di giustizia (bermuda e sandali da spiaggia) che ha dichiarato di essere in possesso della quinta elementare e ha ribadito, in modo colorito, di non avere la più pallida idea delle attività della società di cui è stato inconsapevole legale rappresentante.
Il processo proseguirà venerdì prossimo quando sfilerà davanti alla Corte l’imprenditore laziale Vito Tommasino dalla cui denuncia ha preso il via l’inchiesta.
Udienza 33. De Lellis ricostruisce i flussi finanziari
Secondo l’accusa il riciclaggio funzionava così
L’udienza numero 33 del processo sull’”Iva Telefonica” è stata interamente dedicata alla testimonianza del capitano dei ROS Francesco De Lellis. L’ufficiale ha ricostruito l’attività investigativa (compresi i servizi di osservazione e pedinamento e il materiale fotografico collegato) svolta per inquadrare i flussi finanziari collegati alle attività dell’organizzazione che secondo l’accusa faceva capo a Gennaro Mokbel con l’obiettivo di capire i meccanismi dell’eventuale riciclaggio.
De Lellis si è così soffermato sulle attività e sugli acquisti di beni preziosi. In particolare, sono stati filmati alcuni incontri tra vari protagonisti dell’organizzazione, compresi diversi meeting a Londra e in una villa di Cap d’Antibes.
La testimonianza del capitano De Lellis proseguirà nell’udienza del 28 giugno, mentre nella prossima, fissata per mercoledì 21 giugno, il Tribunale ascolterà alcuni testi già convocati in precedenza: Fabrizio Rubini, commercialista, intestatario di conti a San Marino. Il poliziotto Paolo Casamenti, già coinvolto in altre inchieste, e Stefano Placidi, legato all’organizzazione romana. Il 24 giugno sarà invece la volta dell’imprenditore laziale Vito Tommasino dalla cui denuncia ha preso il via l’inchiesta.
L’udienza del 27 giugno sarà invece totalmente dedicata alla richiesta di sospensione dei termini avanzata a suo tempo dalla Procura per evitare la scarcerazione degli imputati ancora sottoposti a misura detentiva in carcere. Si tratta di Gennaro Mokbel, Carlo Focarelli, Luigi Marotta, Silvio Fanella e Luca Breccolotti. Per questi imputati il Tribunale potrebbe, infatti, decidere per la liberazione o per gli arresti domiciliari.
Altrimenti il Collegio dovrà pronunciarsi sulla richiesta del difensore di Breccolotti, l’avvocato Bruno Naso, che ha avanzato la richiesta di celebrare il processo anche durante le ferie estive nel caso il Collegio decida di prorogare la carcerazione preventiva degli imputati ancora in carcere.
Altrimenti, il calendario prevede che il dibattimento riprenda il 22 settembre per proseguire il giorno 23. Sono state fissate anche le date di udienza per i seguenti giorni di ottobre: 10, 13, 14, 17, 18 e 21.
Udienza 33. Riprende l’interrogatorio del capitano De Lellis
Dopo l’estate il processo riprenderà solo il 22 settembre. Il difensore di Breccolotti: Se ci saranno ancora detenuti, chiedo che si vada avanti anche in estate
È iniziata in orario l’udienza numero 33 del processo sull’”Iva telefonica”, la seconda dedicata alla testimonianza del capitano dei ROS Francesco De Lellis che dovrà ricostruire, anche attraverso l’ausilio di parte delle intercettazioni telefoniche effettuate (e trascritte) il meccanismo dell’eventuale evasione fiscale.
Prima dell’inizio dell’esame del teste il Presidente della Prima Sezione penale del Tribunale di Roma, Giuseppe Mezzofiore, ha comunicato le date delle udienze dopo la pausa estiva. Il processo riprenderà il 22 settembre per poi proseguire, dopo una seconda udienza il giorno 23, nel mese di ottobre, nelle seguenti date: 10, 13, 14, 17, 18 e 21.
Dopo la comunicazione di questo calendario, ha chiesto la parola l’avvocato Bruno Naso, difensore di Luca Breccolotti (ancora detenuto) e di Paolo Colosimo. Il legale ha avanzato la richiesta al Collegio di celebrare il processo anche durante le ferie estive nel caso il Collegio decida di prorogare la carcerazione preventiva degli imputati ancora detenuti.
Attualmente sono ancora in carcere: Gennaro Mokbel, Carlo Focarelli, Luigi Marotta, Silvio Fanella e Luca Breccolotti.
Udienza 32. Il capitano De Lellis racconta l’origine delle indagini
Gennaro Mokbel, malato, inizia lo sciopero della fame
È cominciata ieri, presso la Prima Sezione del Tribunale di Roma, la deposizione di uno dei testi chiave dell’indagine sull’Iva telefonica: il capitano dei ROS Francesco De Lellis, cui toccherà il compito di illustrare l’inchiesta attraverso la trascrizione di una parte dello sterminato materiale raccolto attraverso le intercettazioni telefoniche.
De Lellis ha ieri affrontato il capitolo delle origini delle indagini, iniziate dopo la denuncia di un imprenditore laziale, Vito Tommasino, nei confronti di alcuni elementi della Guardia di Finanza. Ha poi affrontato il tema dei rapporti del Maggiore della Guardia di Finanza Luca Berriola con alcuni imprenditori per poi soffermarsi sull’analisi dettagliata dei passaggi di denaro che hanno coinvolto alcuni imputati, come Augusto Murri e Fabio Arigoni, argomenti in parte già affrontati nella precedente deposizione del Capitano della Guardia di Finanza Luca Meoli.
Prima dell’inizio della deposizione di De Lellis, che proseguirà nell’udienza di venerdì 17 giugno, sono sfilati davanti alla Corte i periti che hanno “sbobinato” le intercettazioni prodotte. Facile prevedere che sul tema delle intercettazioni, prodotte o meno dall’accusa, si svilupperà il controesame di alcuni difensori. Ma, prima di affrontare questo capitolo, il processo proseguirà con l’esame di alcuni testi già convocati ma mai sentiti in precedenza. Davanti alla Corte sono stati chiamati, per comparire nell’udienza del 21 giugno, Fabrizio Rubini, commercialista, intestatario di conti a San Marino. Il poliziotto Paolo Casamenti, già coinvolto in altre inchieste, e Stefano Placidi, legato all’organizzazione romana. Il giorno 24, invece, si terrà l’interrogatorio di Vito Tommasino, l’imprenditore che con la sua denuncia ha preso il via l’inchiesta.
Ieri, nel corso dell’udienza numero 32, ci sono state diverse dichiarazioni spontanee. La più drammatica è stata quella di Gennaro Mokbel, visibilmente debilitato al punto da aver abbandonato l’aula prima della fine. Mokbel, dopo aver descitto le condizioni intollerabili del carcere di Civitavecchia, ha annunciato l’intenzione di iniziare lo sciopero della fame a sostegno dell’iniziativa di Marco Pannella e Rita Bernardini per denunciare la situazione dei detenuti.
Riparte il processo: domani l’udienza 32
Dopo qualche giorno di pausa riprenderà domattina il processo per l’Iva Telefonica. L’udienza 32 sarà dedicata alla testimonianza del capitano dei ROS, Francesco De Lellis
In particolare, l’esame da parte dei pubblici ministeri verterà sulla ricostruzione e l’analisi dei flussi finanziari relativi ad alcune società che, secondo l’accusa, facevano capo all’organizzazione criminale.
Si tratta di una ricostruzione in parte già emersa e discussa nella precedente testimonianza del capitano della Guardia di Finanza, Luca Meoli, cui dovrebbero aggiungersi altri materiali relativi ad intercettazioni telefoniche.
Quasi certamente l’esame del capitano De Lellis occuperà anche l’udienza successiva prevista per venerdì 17 giugno.
Processo “Iva telefonica”. Capitano Meoli: «Veniamo a sapere dell’esistenza dell’audit da Scaglia o comunque dagli interrogatori di marzo»
Gli inquirenti hanno ricevuto la documentazione dell’audit su segnalazione dello stesso Silvio Scaglia. Questo è ciò che si ricava dalle dichiarazioni del capitano della Guardia di Finanza, Luca Meoli, in sede di controesame da parte delle difese. La documentazione, indicata dal fondatore di Fastweb, ha permesso alla Procura di essere a conoscenza dei controlli interni posti in essere dalla società
In particolare, dice Meoli: «(…) veniamo a sapere dell’esistenza dell’audit da Scaglia o (…) comunque dagli interrogatori di marzo». Dunque, furono proprio le indicazioni di Scaglia a permettere agli inquirenti di poter svolgere le indagini sui “controlli interni” messi in atto dall’azienda. C’è da domandarsi perché il fondatore di Fastweb avrebbe consegnato agli inquirenti quelle che sono considerate dall’accusa le “prove” delle lacune nei controlli o, peggio, di un coinvolgimento in attività truffaldine dei vertici.
Al proposito, merita soffermarsi su questo passaggio (preso dal verbale dell’udienza del 30 maggio 2011).
Avv. Ursini: «KPMG nel suo rapporto di audit (…) espone in sintesi e formalmente non si ravvisano sostanziali anomalie sotto il profilo fiscale, documenti attivi e fatture passive, contabile, pagamenti in bonifici e tecnico, corrispondenza fra traffico entrata e uscita. È corretto dire questo?»
Cap. Meoli: «Sì (…)».
Avv. Ursini: «È corretto dire che tutte le anomalie da voi riscontrate erano già presenti nel rapporto di audit interno della società Fastweb SpA?»
Cap. Meoli: «Sì (…)».
[...]
Avv. Ursini: «Ricorda se dà dei suggerimenti sull’implementazione di alcune procedure di controllo ma non ravvisa problemi, anomalie, sul profilo dell’inesistenza del traffico? (…) Mi può rispondere se è corretto?»
Cap. Meoli: «No, dice di implementare le procedure 231 in relazione anche… ».
Avv. Ursini: «Di controllo, ma non ravvisa?».
Cap. Meoli: «Sì».
Dunque, al di là “della diversa valutazione degli audit” da parte della Procura, tutto il castello accusatorio nei confronti del management di Fastweb poggia – allo stato – su dichiarazioni rese da altri imputati.
Udienza 31
Si è chiusa ieri, con il controinterrogatorio dei PM preceduto da una serie di dichiarazioni spontanee delle parti, la lunga testimonianza (sette udienze di fila) del Capitano della Guardia di Finanza Luca Meoli, responsabile delle indagini sull’“Iva telefonica”
Nel corso dell’udienza ci sono state alcune rilevanti dichiarazioni spontanee di alcuni imputati. In particolare, l’ex dipendente di Fastweb, Bruno Zito, ha voluto precisare che:
1. Ai tempi in cui maturò l’affare Phuncard, Zito non aveva potere decisionale in materia. Anzi, quando Carlo Focarelli propose a Fastweb l’affare, Zito lavorava ancora all’ufficio marketing. La prima mail di Focarelli, datata 2 novembre 2002, viene infatti spedita ad altri addetti al servizio (Andrea Conte e Onofrio Pecorella). Solo il 15 novembre 2002 Zito assume la responsabilità dei grandi clienti, tra cui figura la CMC di Focarelli. Una mail inviata al diretto superiore di Zito, Stefano Parisse, rende conto del primo contatto con il cliente. Perciò, sostiene Zito, non è stato lui il primo contatto tra Fastweb e Focarelli.
2. Non solo Zito, ma anche Emanuele Angelidis, Stefano Parisse e Vanessa Cioffi, hanno avuto modo di provare le Phuncard. A conferma dell’esistenza delle famose schede si può anche citare la mail con cui vengono girati ad Alberto Trondoli i “press code” per visionare le schede.
3. Nella testimonianza del capitano Meoli viene attribuita grande rilevanza all’istruzione, data dallo stesso Zito, di procedere alla “circolarità” di un pagamento, assunta a prova di uno schema circolare sulla falsariga di una “frode carosello”. In realtà, l’istruzione relativa alla “circolarità” stava ad indicare che il pagamento doveva essere effettuato in tempo reale.
4.Nelle carte consegnate da Zito alla GdF risulta una copia di contratto tra Fastweb e la Web Wizard di Focarelli firmato da quest’ultimo. Lo stesso contratto figura in Fastweb con la firma di un altro rappresentante legale. Ma questo, sostiene Zito, è dovuto ad una precisa richiesta dell’ufficio legale di Fastweb. Non è, dunque, la prova di un legame occulto, ma un documento superato da altri. Un documento che Zito non ha avuto difficoltà a consegnare agli inquirenti.
Di particolare importanza sono state anche le dichiarazioni che Focarelli ha voluto render noto:
1. Accord Pacific e Accord Pacific Asia sono realtà distinte. Nella prima, di cui era beneficiario Maurizio Laurenti, lo stesso Focarelli aveva depositato somme di denaro a favore di Zito e Crudele, attraverso i signori Prinzi, per avviare un business nel campo del WiMax. Questi quattrini vennero poi restituiti e lì finì – dice Focarelli – il rapporto. Lui stesso non era a conoscenza della costituzione di una Accord Pacific Asia di cui non ha mai avuto notizia prima delle indagini.
2. Più rilevante la seconda precisazione, in merito ai contenuti delle Phuncard. Il “content” era posseduto dalla Globestream Tlc, società di diritto inglese, una scelta consigliata non tanto per motivi fiscali (ad Hong Kong esiste comunque una forma di tassazione al 17%) quanto per sfruttare la corsia preferenziale per il business tra il Regno Unito e l’ex colonia britannica. Il contenuto, dunque, esisteva per davvero. E per averne conferma è sufficiente rivolgersi a Giuseppe Cherubini, presso cui venne depositata una parte del materiale.
Nel corso dell’udienza è anche intervenuto Massimo Micucci per precisare la sua posizione in merito alle società inquisite.
Prima di allora, a precisa domanda, il capitano Meoli ha sottolineato che lui, laureato in giurisprudenza, non ha particolari competenze nel campo della telefonia o dell’informatica, materie di cui in genere si occupa il GAT (Nucleo Speciale Frodi Telematiche della Guardia di Finanza).
Il processo osserverà ora una breve pausa per consentire di acquisire il materiale raccolto con le intercettazioni telefoniche. Si riprenderà il giorno 15 giugno, con la testimonianza del Capitano dei ROS Francesco De Lellis.
Udienza 30: la linea dei PM sbanda sulle mail
Nel controinterrogatorio di Meoli i legali dei manager tlc puntano il dito su indagini “poco accurate”. Il capitano della GdF ammette che non tutta la posta elettronica interna a TIS (4 cd agli atti) è stata esaminata dagli inquirenti. E su Fastweb, riconosce che fu per primo lo stesso Scaglia a rendere nota ai magistrati l’attività di Audit posta in essere dall’azienda nel 2003. Attività poi, però, divenuta oggetto del “teorema” dell’accusa
C’è qualcosa che scricchiola nel “teorema” della Procura, secondo cui i vertici di TIS e Fastweb “non potevano non sapere” della presunta truffa dell’Iva telefonica. Ad esempio, fu lo stesso Silvio Scaglia, fin dal 2007, interrogato dai PM che indagavano, ad indicare la procedura del Comitato Audit messa in atto da Fastweb nel 2003, in relazione all’operazione Phuncard. Così si è espresso il capitano della GdF, Luca Meoli, in un passaggio del controesame iniziato ieri nel corso dell’udienza numero 30. Una dichiarazione significativa (e anche un punto a favore per la difesa) per il fondatore di Fastweb. Meoli ha infatti chiarito che furono proprio le dichiarazioni di Scaglia a permettere alla Procura di acquisire conoscenza (e documentazione) dei “controlli interni” messi in atto dall’azienda.
Nulla da nascondere, dunque, per Scaglia, fin da allora. Anzi. Eppure proprio le modalità dei controlli interni rappresentano, sia per Fastweb che per TIS, uno dei “capisaldi” su cui dovrebbero reggersi le accuse mosse nei confronti dei vertici apicali delle due società. Ma se così fosse, perché sarebbero stati gli stessi manager tlc a consegnare le “prove” della propria colpevolezza ai PM? Un salto logico, su cui hanno direttamente o indirettamente battuto alcuni dei legali delle difese, nel controinterrogatorio a Meoli, per mettere in evidenza la mancanza di “accuratezza” delle indagini su diversi punti.
In particolare, è emerso ad esempio, che non tutta la posta elettronica “interna” di TIS è stata esaminata nel corso dell’inchiesta. Si tratta di 4 cd agli atti del processo, che testimoniano delle mail scambiate fra i tecnici della rete aziendale nel periodo dell’operazione denominata “Traffico Telefonico”. Se per l’accusa vale quanto sostenuto nel corso di un interrogatorio del maggio 2010 dall’ing. Ciccarella, responsabile della rete TIS, secondo cui vennero fatti controlli sul traffico prima del 2007, la verifica della posta interna di TIS mette invece in luce che tali controlli iniziarono solo dopo il 2007, e che a sollecitarli espressamente (lo dicono le mail) furono i due manager apicali, cioè Stefano Mazzitelli e Massimo Comito, con espressioni del tipo: «Mi raccomando fate bene i controlli».
Ma non solo. Se per i PM anche le modalità di sottoscrizione del contratto “Traffico Telefonico” da parte di TIS, inviato per posta, rappresentano un possibile tassello, e un atto di accusa, dell’intero “teorema”, ieri tramite la documentazione segnalata dall’avv. Merluzzi, si è potuto accertare che le procedure organizzative di TIS pretendevano espressamente – come linee guida – che i contratti fossero scambiati proprio per posta. In aggiunta, si è potuto verificare come i contratti realizzati da TIS, in quel periodo (e con modalità del tutto simili), siano stati ben mille.
Tornando a Fastweb, c’è da registrare che Meoli, controinterrogato dall’avvocato Ursini, legale di Roberto Contin, ha anche riconosciuto come agli atti non vi siano “carte” che riguardino l’ex responsabile “wholesale” di Fastweb, se non quelle emerse in quanto documenti aziendali. Nient’altro. Inoltre, come Contin non sia mai stato “intercettato” e non compaia mai il suo nome nelle intercettazioni che riguardano altri imputati. Va ricordato, del resto, come agli atti del processo vi sia anche una mail, citata “a discolpa” del suo assistito dall’avv. Ursini, inviata da Carlo Focarelli all’ex dipendente Fastweb, Giuseppe Crudele, dove si legge testualmente: «Andiamo a pranzo ma non far venire RC, così possiamo parlare».
Udienza 30. Oggi il controesame di Meoli
E Telecom Italia Sparkle torna ad essere “strategica” per TI
«Intendo sottolineare l’assoluta estraneità di Luigi Marotta ai fatti trattati in questo processo». Si è aperta con questa dichiarazione spontanea di Carlo Focarelli la trentesima udienza del processo per l’Iva telefonica, in cui dovrebbe iniziare il controesame del capitano della Gaurdia di Finanza Luca Meoli, che in mattinata chiuderà la sua lunga esposizione che ha occupato sei udenze.
Focarelli, prima dell’inizio del dibattimento ha chiesto di fare una precisazione tecnica sulle vicende giudiziarie che hanno interessato due sue società: la Promodata e la Promodata Uk. Dopo questo prologo, il capitano Meoli ha iniziato la lettura del suo elenco.
Intanto, a quel che si legge su Milano Finanza, Telecom Italia avrebbe deciso di “scongelare” la controllata Telecom Italia Sparkle, già oggetto di trattative per la sua cessione prima che venisse coinvolta nel processo. Secondo il settimanale, l’azienda (già oggetto di una semplificazione organizzativa) potrebbe tornare ad essere strategica e crescere grazie ad acquisizioni.
Udienza 29: la ricostruzione di Meoli si avvia al traguardo
E a sorpresa spunta un video con Zito e Crudele ad Hong Kong
Si avvia verso la fine la lunga ed analitica testimonianza del capitano della Guardia di Finanza Luca Meoli. Ieri il teste ha illustrato, con dovizia di particolari e di tabelle, i percorsi finanziari del denaro movimentato dal “traffico telefonico”.
Una lunga ricostruzione tabellare dei movimenti circolari dei capitali che, a detta dell’ufficiale della Guardia di Finanza, dovrebbero comprovare il meccanismo di riciclaggio adottato per l’evasione dell’Iva cui, da quanto emerso nelle precedenti udienze, Fastweb risulta estranea.
In questo modo si è quasi esaurita la lunga ed analitica ricostruzione di Meoli, che si concluderà nella prossima udienza con la lettura di «lungo elenco» (parole dello stesso teste) di documenti contabili attestanti i movimenti di denaro a monte e a valle della presunta catena truffaldina.
L’appuntamento è fissato per lunedì 30 maggio perché è saltata l’udienza già prevista per oggi 26 maggio. In quella data comincerà, salvo sorprese, il controesame del capitano Meoli.
Ieri, a ravvivare la seduta estremamente tecnica c’è stata nel pomeriggio una piccola digressione filmica. Il capitano Meoli, infatti, ha esibito un video (rintracciato sul computer di uno dei due indagati) in cui compaiono a turno Bruno Zito e Giuseppe Crudele, che si sono “immortalati” ad Hong Kong. Una testimonianza curiosa, che in se non ha alcuna rilevanza penale, che ha animato l’udienza.