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Servizi Premium e traffico telefonico fra persone: due servizi “diversi”
La Prof.ssa Ruggieri, perito di parte degli ex manager TIS, spiega in aula come le presunte anomalie del traffico, rimarcate dai PM, non solo non siano tali ma siano piuttosto tutti elementi coerenti con architetture tecniche, tecnologie e modelli economico-commerciali del business premium
Il traffico telefonico collegato ai servizi Premium ha caratteristiche diverse da quelle del più tradizionale traffico Voce cosiddetto “person to person” e soprattutto le architetture tecniche, le scelte tecnologiche e le scelte economico-commerciali adottate da TIS sono state allineate ai requisiti strutturali dell’industria e del mercato. Sono stati certamente questi i passaggi di maggiore rilievo, emersi nell’udienza di ieri al processo per l’“Iva Telefonica” in corso presso la Prima Sezione penale del Tribunale di Roma.
Davanti al Collegio giudicante, presieduto da Giuseppe Mezzofiore, è stata ascoltata la Prof.ssa Marina Ruggieri, Professore Ordinario di Telecomunicazioni presso il Dipartimento di Ingegneria Elettronica dell’Università Tor Vergata (membro del CEPR, Comitato Esperti per la Politica della Ricerca, presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca; Membro Straordinario del Consiglio Superiore delle Comunicazioni) e chiamata a deporre come perito di parte degli ex manager di Telecom Italia Sparkle.
Ad esempio – ha spiegato la Prof.ssa con estrema linearità espositiva – nel mercato «all’ingrosso o wholesale» le compagnie telefoniche che veicolano il traffico dei numeri Premium possono essere numerose ed essere parte di una catena produttiva complessa: dal punto di vista tecnico – ogni singolo operatore di transito (TIS o Fastweb, ndr) «vede» solo da chi arriva il traffico e solo verso chi va, senza che gli appaia l’intero percorso della chiamata o chi la gestisce nel suoi vari passaggi. Altro aspetto rilevante emerso è che la eventuale «uniformità» del traffico – o al contrario la sua apparente «omogeneità» o altre presunte anomalie – possono anche queste spiegarsi alla luce di alcune caratteristiche tecnico-commerciali del traffico Premium: dalla diversità dei servizi di intrattenimento/informazione erogati – es. fruizione mattutina, pomeridiana o notturna, dal lotto, alla cartomanzia ai servizi adult – al fatto che l’utenza, come nel caso in questione, possa riguardare fusi orari di tutto il mondo completamente distanti tra loro.
Altro elemento significativo – sottolineato dalla Prof.ssa Ruggieri – è che il mercato dei servizi Premium, già nel lontano 2004, aveva un valore stimabile nell’ordine dei 6.5 miliardi di euro solamente in Europa, per conseguenza era un business appetibile che riguardava tutti gli operatori di telefonia del mondo, a conferma del fatto che non vi fosse da parte di Telecom Italia Sparkle (o di Fastweb) alcun interesse speciale o particolare, diverso da quello di altre compagnie telefoniche nazionali e internazionali.
Un passaggio importante è stato quello in cui la consulente ha spiegato di come, per motivi di tariffe applicate dagli operatori di accesso con numerazioni premium locali «tradotte» successivamente in numerazioni internazionali – es. tariffe premium con solo scatto alla risposta – è anche possibile che parte del traffico possa essere «processato artificialmente» da un operatore della catena produttiva per rendere coerente le modalità di pagamento “al minuto”: questo però non significa che il servizio non sia stato effettivamente erogato.
In ogni caso l’operatore di transito TIS non può ne poteva avere nessuna visibiltà di ciò: le chiamate e il traffico erano in rete come i «cartellini di traffico» o CDR (Call Detail Record) documentano.
Circa l’adozione della tecnologia VOIP, l’esperta di telecomunicazioni ha inoltre ribadito che questa era ed è la migliore soluzione tecnico-economica possibile da mettere in campo essendo stata definita, fra l’altro, tra le “Top 11 technologies of the decade” (2000-2010, ndr), in terza posizione dopo gli Smartphone e i Social Network.
Lunedì 7 e martedì 8 maggio si proseguirà con altri testi chiamati a deporre dalla difesa degli ex manager di Telecom Italia Sparkle. Lunedì sarà la volta dell’ex capo dell’ufficio legale di TIS, avvocato Stefano D’ovidio, poi toccherà all’ingegnere di rete Mario Pirro e, infine, a Francesco Armato, subentrato a Stefano Mazzitelli.
Focarelli: «L’esistenza del traffico sta nei registri»
Si chiude con un’udienza fiume la testimonianza di Carlo Focarelli. Venerdì tocca ai testi chiamati dalla difesa di Mazzitelli e Comito
Si è chiusa con un’udienza fiuscopme l’ultima parte della testimonianza di Carlo Focarelli al processo per l’“Iva Telefonica” in corso presso la Prima Sezione Penale del Tribunale di Roma. Davanti al Collegio presieduto da Giuseppe Mezzofiore, Focarelli ha ripercorso nei dettagli le operazioni commerciali contestate, i legami che intercorrevano tra le varie società coinvolte sia nell’operazione Phuncard che nel “Traffico telefonico” oltre che a descrivere i compiti affidati a ciascuna di loro.
In particolare Focarelli ha voluto sottolineare l’esistenza di registri informatici domiciliati presso vari server da cui si può ricavare prova concreta dell’esistenza di un effettivo “traffico telefonico”, tutt’altro che fittizio come contestato all’imputato.
Buona parte dell’udienza è stata dedicata al controesame da parte dei difensori di alcuni imputati. Tra questi il legale di Riccardo Scoponi, già amministratore di I-Globe, una delle società a valle del traffico telefonico e, soprattutto, l’avvocato Fabio Federico, difensore di Massimo Micucci, imprenditore accusato di aver contribuito in vario modo a riciclare i capitali in capo a Carlo Focarelli. L’avvocato Federico si è soffermato in particolare sui rapporti tra Focarelli e Micucci.
La giornata si è chiusa con il controesame del PM Giovanni Bombardieri che è tornato sul tema della presunta evasione dell’Iva nel passaggio tra le varie società, con particolare riferimento allo snodo Telefox – I-Globe.
Terminata la lunga testimonianza di Focarelli, il processo riprende domani, 4 maggio, con l’audizione di alcuni testi chiamati a deporre dalla difesa dei manager di Telecom Italia Sparkle, l’ex Ad Stefano Mazzitelli e Massimo Comito, già Responsabile commerciale per l’Europa della società.
Rossetti: «Le indagini interne erano fisiologiche»
L’ex Cfo di Fastweb: «L’audit serviva ad analizzare lo stato della società. Io mi occupavo della finanza, non della gestione amministrativa». Una testimonianza lineare, senza alcuna contestazione
Dalle indagini condotte dall’audit di Fastweb sul Traffico Telefonico e sulle Phuncard non è emersa alcuna anomalia. Del resto, controlli di quel genere erano assolutamente fisiologici nella vita della società. È quanto ha sostenuto ieri Mario Rossetti, già Chief financial officer della società, nel corso dell’udienza sul processo per l’“Iva Telefonica” che si celebra presso la Prima Sezione penale del Tribunale di Roma, presieduta da Giuseppe Mezzofiore.
Nel corso della sua testimonianza, che si è conclusa in tarda mattinata, Rossetti, in Fastweb dal 2002, ha inteso precisare che le sue competenze riguardavano la finanza, non la gestione amministrativa dei business, comprese le attività oggetto dell’inchiesta gestite dal settore commerciale. Rispondendo alle domande del PM, la dottoressa Francesca Passaniti, ha ricostruito l’organigramma aziendale, la ripartizione delle mansioni e la dinamica delle varie attività di controllo, del tutto fisiologiche nell’ambito della gestione. Anche le indagini condotte dall’audit sulle attività in questione rispondevano all’esigenza di analizzare lo stato complessivo della società, piuttosto che a sospetti, di cui Rossetti, competente per la finanza, non ha mai avuto sentore alcuno.
In sostanza Rossetti ha avuto finalmente la possibilità di spiegare la sua attività in Fastweb e il suo ruolo rispetto alle operazioni contestate, che non rientravano nell’ambito delle sue competenze. Una testimonianza in un clima di massima linearità come emerge dal fatto che né la difesa di Rossetti né di altri imputati ha ritenuto di dover procedere ad un controesame dopo l’interrogatorio del PM Passaniti che ha preso atto senza obiezioni delle risposte dell’ex Cfo di Fastweb.
Si è così conclusa in tre ore l’udienza 84, interamente occupata da Rossetti. Il 2 maggio riprenderà l’interrogatorio di Carlo Focarelli. Le udienze successive saranno dedicate ai testi chiamati a deporre dalla difesa dei manager di Telecom Italia Sparkle, Stefano Mazzitelli e Massimo Comito e successivamente dalle difese di Bruno Contin e Mario Rossetti.
Zito: «L’interruzione delle Phuncard? Per motivi commerciali»
Si completa l’esame dell’ex dipendente di Fastweb. L’avvocato di Contin chiede chiarimenti sui rapporti con FCZ e sul contratto con Web Wizard
L’operazione Phuncard è stata al centro della seconda parte della testimonianza dell’ingegner Bruno Zito che ha occupato l’udienza del processo sull’Iva Telefonica di lunedì 23 aprile. Davanti alla Corte della Prima Sezione penale di Roma, presieduta da Giuseppe Mezzofiore, il PM Giovanni Bombardieri si è concentrato sull’esame delle ultime fasi dell’operazione Phuncard, in particolare sulle ragioni dell’interruzione temporanea del business, richiesta da Fastweb e sulla sua ripresa. Zito ha ricostruito le ragioni dell’interruzione, motivata dal fatto che «il settore commerciale aveva probabilmente spinto troppo l’attività» con effetti problematici sul cash flow dell’azienda. Anche questo serve a confermare l’aspetto marginale del business delle Phuncard nel quadro delle attività di Fastweb, un business gestito dagli operativi competenti ma senza il coinvolgimento dei responsabili delle strategie.
Dopo l’esame del PM Bombardieri, si è svolto il controesame del teste da parte degli avvocati degli altri imputati. In particolare l’avvocato Carlo Tremolada, difensore di Roberto Contin, ex direttore Large Account di Fastweb, ha chiesto delucidazioni su alcune affermazioni rese nel corso dell’audizione: in primis a proposito dei rapporti tra Zito e la FCZ, traendo spunto da una nota di spese emersa nella documentazione presente nel computer sequestrato a casa sua nel 2006 («si tratta di spese personali» ha risposto Zito) poi alle differenze che emergono tra due contratti reltivi ai rapporti tra Fastweb e Web Wizard; infine in merito all’incontro tra Zito e i legali di Fastweb.
In sintesi, dalla deposizione emerge la ricostruzione dei rapporti commerciali tra Carlo Focarelli e Fastweb, compatibili con le attività della società tlc; operazioni quindi laterali rispetto al core business dell’azienda cosa che spiega, secondo Zito, l’interruzione chiesta dai vertici di Fastweb (tra le proteste di Focarelli nei confronti dello stesso Zito). Un’attività del tutto normale, inquadrata e gestita sotto il controllo dei manager operativi dei settori competenti, senza il coinvolgimento dei vertici apicali, cui spettava l’elaborazione delle strategie.
Il processo “Iva Telefonica” proseguirà domani, 26 aprile. La giornata sarà dedicata alla testimonianza di Mario Rossetti, già Chief financial officer di Fastweb.
Zito: Phuncard operazione reale e già introdotta in azienda prima del mio arrivo
E dà la sua versione sui rapporti con Focarelli ad Hong Kong
A fine 2002, quando all’ingegner Bruno Zito viene affidato l’incarico di seguire il cliente Cmc, l’operazione Phuncard era già stata impostata nelle linee generali dai suoi superiori, il responsabile del marketing Stefano Parisse e da Emanuele Angelidis. È uno dei punti cruciali della testimonianza di Zito, l’ex dipendente di Fastweb incaricato dei rapporti con Carlo Focarelli, al processo sull’”Iva Telefonica” in corso presso la Prima Sezione Penale del Tribunale di Roma presieduta da Giuseppe Mezzofiore.
Nel corso dell’interrogatorio, che proseguirà nell’udienza del 23 aprile prossimo, Zito ha risposto sui suoi rapporti con Focarelli, a partire dai conti correnti aperti ad Hong Kong da lui e da Giuseppe Crudele, altro dipendente di Fastweb e suo socio in un business estraneo alla società di tlc, fino alla gestione delle Phuncard.
I rapporti personali d’affari con Focarelli, estranei all’attività svolta per Fastweb, spiega l’imputato, discendono dal tentativo di dar vita ad un progetto imprenditoriale basato su una nuova tecnologia di trasmissione su scala regionale. È Crudele, spiega Zito, a proporre di coinvolgere come socio Focarelli, assai attento alle opportunità delle nuove tecnologie. Per far decollare il progetto, secondo i primi calcoli, occorrono 8-9 milioni. È Focarelli a proporre la trasferta ad Hong Kong dove, a suo dire, ci sono i finanziatori adatti per sviluppare il business. Nel frattempo è lo stesso Focarelli ad anticipare, in cambio dell’80% delle quote della nuova società, a Zito e Crudele due milioni di dollari ciascuno che finiscono in due conti correnti a loro intestati. Il progetto, in realtà, non decollerà mai. E i soldi saranno poi restituiti a Focarelli.
Ma come nasce il rapporto tra Zito e Focarelli? Il cliente Cmc, società che fa capo all’imprenditore romano, viene presentato a Zito da Andrea Conte, direttore dell’area centro della Fastweb di Roma che lo raccomanda come uno dei migliori clienti. Si trattava di un cliente importante per la società, sottolinea Zito, fin dai tempi dell’operazione sui “numeri Premium”. Il compito di Zito è di seguire l’operazione Phuncard, già impostata nelle linee generali dai suoi superiori. A novembre Zito mette a punto una sintesi del progetto su richiesta di Parisse. In sostanza, spiega Zito, l’operazione prevede che Fastweb si occupi della commercializzazione delle card da destinare a clienti già individuati dalla stessa Cmc.
Ma non si è chiesto – interviene il PM – perché dovesse esser coinvolta Fastweb? In che consisteva l’utilità del gestore tlc? Il coinvolgimento – replica Zito – rispondeva ad esigenze finanziarie; Fastweb aveva, a differenza delle società di Focarelli, i mezzi per anticipare l’Iva e metterla a credito.
Il progetto, continua il racconto di Zito, decolla dopo le dovute verifiche degli uffici amministrativi e fiscali, in pieno coordinamento tra il settore commerciale e le altre funzioni aziendali. Vengono così effettuate le necessarie verifiche sull’affidabilità di Cmc. L’esistenza delle card? Non solo non viene messa in discussione ma Alberto Trondoli, all’epoca direttore generale della società, ne chiede una decina.
Nel 2003 l’operazione subisce una battuta d’arresto: prima sono i partner inglesi ad interrompere gli acquisti perché non hanno più necessità di nuove carte, poi, a luglio, scatta l’audit di Fastweb sollecitato dagli “shareholders”. La decisione – specifica Zito – non riguarda solo le Phuncard bensì, per quel che gli risulta, tutti i business ritenuti non strategici e che portano nelle casse della società introiti occasionali. L’audit viene affidato a Beverly Farrow che, assieme a Vanessa Cioffi, si recò a Londra in visita alle società in affari con Cmc. Da queste verifiche non risultò alcuna anomalia nell’operazione Phuncard, tanto meno sull’esistenza delle card. Anzi, da una visita al magazzino risultò che era ancora lì almeno metà delle card. Dopo l’audit e l’assemblea che modificherà lo statuto di Fastweb riprenderà l’operazione Phuncard, fino al suo esaurimento. Poi riprenderà il business, ma stavolta al posto dei partner londinesi Focarelli individuerà l’americana Fulcrum.
Di questo si tornerà a parlare nella prossima udienza, fissata per il giorno 23. Nella sua lunga testimonianza Zito ha voluto far emergere che: a) il primo contatto di Focarelli con Fastweb avviene attraverso il dirigente romano Andrea Conte; b) il business delle Phuncard viene modellato direttamente da Stefano Parisse ed Emanuele Angelidis prima di essere affidato allo stesso Zito; c) il business appariva perfettamente normale e comprensibile, viste le esigenze finanziarie; d) prima dello stop imposto dall’audit, c’era stata un’interruzione dettata da esigenze commerciali dei partner inglesi; e) l’audit non ha riscontrato alcuna anomalia; f) i rapporti d’affari tra Focarelli, Zito e Crudele sono estranei sia alle Phuncard che al Traffico Telefonico.
Al termine dell’udienza, l’ingegner Silvio Scaglia ha voluto fare una dichiarazione spontanea relativa a due punti della testimonianza che potevano generare dubbi: a) l’ingegnere ha ribadito di non aver mai conosciuto Carlo Focarelli (presentato da Zito come «uno dei principali clienti di Fastweb»); b) di non aver mai partecipato all’attività di comitati direttivi o ad operational review, sedi in cui si è trattato in specifico delle operazioni in oggetto.
Focarelli: concluso l’esame dei PM
Al via il controesame dei legali, non continuerà però nella prossima udienza per impegni pregressi dell’avvocato difensore. Il 17 in aula Bruno Zito, ex dirigente area commerciale Fastweb
Le cassette di sicurezza nei magazzini Harrods a Londra, i rapporti con Gennaro Mokbel, Fabio Arigoni e Augusto Murri, le attività con alcune società inglesi, fra cui LBB Trading. Questi i punti principali toccati dai PM nel corso dell’udienza che ha concluso l’esame di Carlo Focarelli, davanti ai giudici della Prima Sezione penale del Tribunale di Roma presieduta da Giuseppe Mezzofiore.
Il controesame dei legali, già iniziato, verrà però sospeso nella prossima udienza a causa di impegni pregressi dell’avvocato difensore di Focarelli. A sedersi davanti alla corte sarà Bruno Zito, ex dirigente dell’area commerciale di Fastweb.
In particolare, i PM hanno chiesto di chiarire il contributo effettivo che Mokbel, Arigoni e Murri avrebbero apportato alle operazioni Phuncard e Traffico Telefonico. Focarelli ha sostenuto che si trattava di un ruolo imprenditoriale, in quanto soci di aziende che fornivano i contenuti.
Quanto alle domande della difesa un passaggio significativo ha riguardato il problema della cosiddetta “piattezza” o uniformità del traffico telefonico registrato. Focarelli ha sostenuto che si trattava di traffico normale, poiché l’espressione “piattezza” indica solamente che non venivano superati alcuni massimi e minimi, all’interno di un range definito.
Focarelli “spiega” il Traffico Telefonico
L’attività delle società inglesi “a monte” e i rapporti con i partner italiani al centro delle domande del PM Bombardieri. L’interrogatorio continua nell’udienza del 13
Continua, presso la Prima Sezione penale del Tribunale di Roma presieduta da Giuseppe Mezzofiore, la testimonianza di Carlo Focarelli. Ieri le domande del PM Giovanni Bombardieri si sono concentrate sul capitolo del “Traffico Telefonico”. In particolare, Focarelli è stato chiamato prima a spiegare le relazioni della sua Ubique con le società a monte del business, con un’attenzione particolare rivolta alle trasferte inglesi dello stesso Focarelli. Poi l’analisi si è soffermata sull’attività delle società a valle del “Traffico Telefonico” cioè le italiane I-Globe e Planetarium. L’attenzione del pubblico ministero si è soffermata, in particolare, sui rapporti tra Focarelli e i partner italiani, tra gli altri Gennaro Mokbel, Fabio Arigoni e Augusto Murri.
L’esame del teste Focarelli proseguirà nella prossima udienza. Al contrario di quanto già previsto, nell’udienza di venerdì 13 aprile non ci sarà la testimonianza del consulente tecnico di TIS bensì proseguirà l’interrogatorio di Focarelli.
Ancora da definire, invece, il programma dell’udienza del prossimo 17 aprile. Quel giorno, infatti, non potrà essere presente uno dei due difensori dello stesso Focarelli. Nel caso la testimonianza non si concluda domani, 13 aprile, perciò, l’esame del teste proseguirà in data da definirsi.
“Iva Telefonica”. Si riprende con Focarelli
Terza udienza dedicata all’esame dell’imprenditore. Nella prossima udienza spazio al consulente tecnico di TIS. Poi riprenderà il controesame del teste
In un’aula diversa (quella della Quarta Sezione, ndr.) riprende domani, di fronte al Collegio giudicante della Prima Sezione Penale del Tribunale di Roma presieduto da Giuseppe Mezzofiore, l’esame di Carlo Focarelli. È possibile, ma non sicuro, che l’udienza sia sufficiente ad esaurire l’interrogatorio del teste, imputato al processo per l’“Iva Telefonica”. È assai probabile, quindi, che l’audizione del teste prosegua nelle prossime sedute: quella del 13 aprile prossimo sarà comunque riservata alla testimonianza del perito tecnico di Telecom Italia Sparkle, che poi dovrà recarsi all’estero per improrogabili impoegni di lavoro. Il controesame delle difese a Focarelli, perciò, è fissato per il 17 aprile.
L’esame di Focarelli nell’udienza del 31 marzo ha avuto per oggetto i rapporti dell’imputato con Gennaro Mokbel e Fabio Arigoni. Più un resoconto approfondito del quadro societario che si era delineato al momento dell’avvio del “business” relativo al Traffico Telefonico quando, una volta esaurita la funzione societaria di CMC, l’operazione fu messa in capo alla società Ubique. Nel corso dell’udienza è stato dato dal PM Giovanni Bombardieri ampio spazio alla ricostruzione dei rapporti tra Carlo Focarelli ed Eugene Gourevitch, cittadino americano di origine kirghiza, coinvolto nel finanziamento dell’operazione.
In precedenza, il teste aveva risposto a domande sulle ’operazione Phuncard a partire dai primi contatti con Fastweb, con cui il teste aveva già avuto rapporti tramite la sua CMC, attraverso Bruno Zito fino al termine dell’operazione, compreso il periodo di sospensione del business “Phuncard” chiesto da Fastweb. Focarelli per l’occasione aveva sottolineato che il rapporto tra lui e Fastweb era stato improntato alla più assoluta normalità commerciale.
Prosegue l’esame di Focarelli. Entra in scena Gourevitch
Dopo le Phuncard si parla di Traffico Telefonico. Focus del PM sul ruolo del finanziere americano d’origine kirghiza
È proseguito ieri, di fronte al Collegio giudicante della Prima Sezione Penale del Tribunale di Roma presieduto da Giuseppe Mezzofiore, l’esame di Carlo Focarelli. Il teste, imputato al processo per l’“Iva Telefonica”, è stato ogetto di un approfondito esame su alcuni aspetti dell’intricata operazione. In particolare, le domande del Pubblico ministero hanno avuto per oggetto i rapporti con Gennaro Mokbel e Fabio Arigoni.
Focarelli ha fornito spiegazioni sul quadro societario che si era delineato al momento dell’avvio del “business” relativo al Traffico Telefonico quando, una volta esaurita la funzione societaria di CMC, l’operazione fu messa in capo alla società Ubique.
Nel corso dell’udienza è stato dato dal PM Giovanni Bombardieri ampio spazio alla ricostruzione dei rapporti tra Carlo Focarelli ed Eugene Gourevitch, cittadino americano di origine kirghiza, coinvolto nel finanziamento dell’operazione.
La testimonianza di Focarelli proseguirà alla ripresa del procedimento, fissata per il prossimo 11 aprile.
Focarelli spiega l’operazione Phuncard
I rapporti con Fastweb furono «normali»
L’operazione Phuncard è stata al centro dell’udienza di ieri del processo “Iva Telefonica” dedicata alla testimonianza di Carlo Focarelli, considerato dall’accusa il cervello della presunta frode.
Davanti al Collegio della Prima Sezione penale del Tribunale di Roma presieduta da Giuseppe Mezzofiore, Focarelli ha ricostruito le fasi d’avvio dell’operazione Phuncard, a partire dal contatto con Fastweb, con cui il teste aveva già avuto rapporti tramite la sua CMC, attraverso Bruno Zito.
Focarelli non si è addentrato in particolari tecnici, limitandosi a spiegare le ragioni economiche per cui aveva deciso di interrompere con numeri Premium, troppo costosa, per convergere sulle card prepagate.
Interrogato dal PM Giovanni Bombardieri ha ricostruito le varie fasi dell’attività, compreso il periodo di sospensione del business “Phuncard” chiesto da Fastweb. Focarelli ha sottolineato che il rapporto tra lui e Fastweb è avvenuto nell’ambito della più assoluta normalità commerciale.
La testimonianza di Carlo Focarelli prosegue nell’udienza di oggi.