Chi è Silvio Scaglia
“Pensi all’Italia e, per associazione, ti viene in mente il sole, la pasta,l’amore e, magari, la corruzione. A tutto,insomma, meno che alla banda larga. Sbagliato: sotto la guida di Silvio Scaglia l’Italia è diventato uno dei paesi leader della tecnologia detta della fibra sotto casa”. Così inizia l’articolo che la rivista Time, nel 2003, ha dedicato a Silvio Scaglia, l’unico italiano inserito nella lista dei “tech survivors”, cioè una quindicina al mondo, non di più, di guru dell’innovazione usciti indenni dallo sboom della new economy.
Silvio Scaglia, nato il 14 ottobre 1958 a Lucerna (Svizzera), ma cresciuto a Novara, ha sempre creduto e investito in imprese che fanno vera innovazione. Dopo una partenza da self made, nel vero senso della parola. Una volta conseguita la laurea con lode in ingegneria elettronica al Politecnico di Torino, Scaglia va a lavorare alla Aeritalia Spazio e segue, per un anno, il progetto di un satellite per la Nasa. Il lavoro gli piace, ma il richiamo di un’esperienza aziendale è troppo forte. E così, rispondendo ad un annuncio apparso sui quotidiani, si propone ad Arthur Andersen and Consulting dove lavorerà per due anni, prima come programmatore, poi promosso all’attività di consulenza. Sono anni intensi, di duro lavoro. Scaglia perfeziona il suo inglese fino a superare con successo il Toefl e il Gmat, passaggio indispensabile per poter sostenere, con successo, gli esami per accedere al corso di laurea presso Harvard o Stanford, contando su una borsa di studio dell’Istituto Bancario San Paolo per sostenere i costi di quest’esperienza.
Ma, nel frattempo, sempre rispondendo ad un annuncio sul giornale, l’ingegnere riceve una proposta da parte di Mc Kinsey, base Milano, per lavorare nello staff di Gianfilippo Cuneo. Vi lavorerà per tre anni prima di seguire Cuneo presso lo spin off di Mc Kinsey, la Bain & Cuneo associati. Qui Gianfilippo Cuneo gli affiderà, tra gli altri incarichi, la consulenza con la Piaggio. Si crea, in quella circostanza, un clima di fiducia e di stima reciproca con Giovanni Alberto Agnelli. Al punto che quest’ultimo, quando diventa Ceo di Piaggio Spagna, propone Scaglia quale direttore generale del ramo iberico dell’azienda. Dal 1991 al ’93 Scaglia lavora a Madrid per poi trasferirsi a Pontedera in qualità di senior vice president con competenze specifiche sull’attività fuori dall’Europa, in particolare in India e Cina.
La fama di “global tech guru” e’ arrivata con il ruolo di pioniere che Silvio Scaglia ha svolto in tre fondamentali occasioni:
1) nel 1995, quando, in procinto di trasferire la famiglia a Singapore, quartier generale delle attività asiatiche del gruppo, Francesco Caio gli offre di prender parte, come direttore generale, alla start up di Omnitel. Pochi mesi dopo, quando Caio passa alla guida di Olivetti, Scaglia prende il suo posto come CEO. Sotto la sua guida Omnitel, oggi Vodafone Italia, diventa il secondo operatore mobile italiano e una delle società più redditizie d’Europa, grazie ad una crescita esponenziale: da zero ad oltre dieci milioni di abbonati.
2) nel 1999, invece di ritirarsi a vita privata per godersi le non disprezzabili stock options (14 miliardi di lire) incassate all’uscita da Omnitel, ceduta dall’Olivetti a Mannesman, sceglie la carriera di imprenditore, per dar corpo ad una visione molto chiara: dati, voce e televisione avrebbero dovuto viaggiare assieme su nuove reti di trasmissione a banda larga. Per realizzare questo progetto occorreva però dare avvio ad un piano di cablaggio molto esteso, in grado di comprendere le maggiori città italiane. Scaglia dà così il via, assieme ad alcuni manager e al finanziere Francesco Micheli, ad e.Biscom, la prima società al mondo a realizzare una radicale novità nel campo delle telecomunicazioni, costruendo una rete interamente basata sul protocollo Ip, in grado di connettere in fibra ottica anche utenti residenziali, offrire televisione digitale e video on demand su fibra ottica e adsl. Una sfida temeraria, a detta di molti, ma la sfida si rivela, alla prova dei fatti, sostenibile sul piano industriale. La tecnologia lanciata da Fastweb per la prima volta al mondo oggi è il punto di riferimento per tutte le aziende di telecomunicazioni.
3) Nel 2007, quando, una volta cedute le azioni Fastweb a seguito dell’offerta pubblica lanciata da Swisscom, l’ingegner Scaglia si ritrova miliardario, con un patrimonio che lo qualifica, secondo Forbes, tra i mille più ricchi del mondo. E’ da questa base che Scaglia parte per nuove avventure imprenditoriali ad alto contenuto innovativo. Nasce così Babelgum, una delle più innovative piattaforme digitali di video professionali dedicati all’entertainment a livello mondiale, disponibile su web e su telefoni mobili di nuova generazione.
4) L’ingegner Scaglia ha poi messo a frutto il suo know how nel mondo dei nuovi media con il mondo del lusso, uno dei trend più vivaci dell’economia globale. Oggi l’ingegnere guida un gruppo leader nel mondo del talent management e del lusso grazie al network di agenzie di model management Elite World e Women Management. Inoltre, ha rilevato il controllo de La Perla, brand storico della lingerie di lusso italiana, impegnandosi in prima persona nel rilancio industriale dell’azienda.
Le aziende che l’ing. Scaglia ha contribuito a creare danno oggi lavoro direttamente a circa 15.000 persone ed indirettamente a oltre 15.000 persone e dunque complessivamente a 30.000 famiglie.
Sono queste le credenziali di un uomo con la vocazione di aprire strade nuove, al di là di quegli stereotipi sull’Italia che, con involontaria ed amara ironia, ha evocato il giornalista del “Time”.
Buongiorno
felice che finalmnete sia stata fatta luce sulla vicenda giudiziaria
ho avuto il piacere di poter lavorare con Scaglia , anche se non direttamente , è non ho mai avuto dubbi sul madornale errore che si stava commettendo
bentornato alla vita