Carcere a gogo? No, grazie



Come ben sottolineano diversi articoli di stampa, c’è qualcosa nella vicenda di Silvio Scaglia che non quadra. Nota, ad esempio, Peppino Caldarola (il Riformista, 29 aprile): “Vi sono situazioni in cui l’accanimento giudiziario dei primi atti viene seguito da un silenzio tombale sugli accertamenti”.  In effetti, Silvio Scaglia è in prigione da ormai 63 giorni ma “senza che l’accusa abbia fatto un solo passo avanti e malgrado non vi sia alcun elemento che sorregga la decisione di proseguire nella carcerazione preventiva”.




Che dire? Facciamo nostro il titolo della rubrica di Andrea Marcenaro (Panorama 30 aprile): “Insisto: Scaglia deve uscire”. “Sarò noioso, ma conviene insistere – continua Marcenaro – Perché Silvio Scaglia, fondatore della Fastweb, si trova ancora a Regina Coeli dopo oltre due mesi ci carcere preventivo? Non ci sono novità, né nuove accuse, e la legge parla chiaro”.


Ma allora perché resta in carcere? Ecco ciò che scrive Pietro Calabrese (Corriere della Sera, Sette 29 aprile), “indignato” per la vicenda, non potendo Scaglia “reiterare i reati, tentare di inquinare le prove o fuggire all’estero”. “Anzi – continua Calabrese – era all’estero ed è tornato apposta per spiegare le sue ragioni”. Per questo Scaglia dovrebbe essere rimandato a casa “e poi, se così decide il giudice per le indagini preliminari, rinviato a giudizio e subire un giusto processo”. Invece che succede nel Belpaese? “Accade che la carcerazione preventiva viene ormai usata da una certa magistratura – prosegue Calabrese – come uno strumento supplementare di indagine. Insomma, o confessi o noi gettiamo le chiavi della cella”.


C’è altro da aggiungere? Sicuramente. Ad esempio le parole che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha rivolto nei giorni scorsi ai magistrati: “Occorre adoperarsi per recuperare l’apprezzamento e il sostegno dei cittadini. E a tal fine la magistratura non può sottrarsi ad una seria riflessione critica su se stessa, ma deve proporsi le necessarie autocorrezioni, rifuggendo da visioni autoreferenziali”. Resta da augurarsi, ancora una volta, che l’appello non cada nel vuoto.


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11 Commenti a “Carcere a gogo? No, grazie”

  • Ar Piersaverio:

    Non si può perdonare anche a “questo” Silvio di aver osato dare una frullata ad un monopolio della comunicazione proiettando anche l’Italia nella tecnologia del futuro prima e meglio di altri rimasti in attesa di facili eredità. L’altro “Silvio” è rimasto, per ora, impunibile per il suo ardimento televisivo: questi self made men bisogna pure che paghino un prezzo per il loro eccesso di capacità imprenditoriale ed il loro sfacciato successo !

  • luca caruso:

    70 giorni di galera per una persona onesta sono tantissimi, e non e’ ancora finita. Spero solo che Sivio prenda questa come una prova come tante sfide che ha superato nella vita. Fuori dal carcere comunque ha una vita che lo aspetta questo gli deve dare forza.
    Non avevo la minima idea della miopia della giustizia italiana. Devo dare atto che le denunce autorevoli, anche del presidente del consiglio, mi sembrano alla luce di questi fatti piu’ che fondate.
    Come si fa a mettere ai ferri per mesi un imprenditore onesto che per di piu’ si e’ anche presentato subito per rispondere ai magistrati?

  • Non posso credere che sia in carcere…….

  • Franco Pagliassotto:

    Data l’inconsistenza del “non poteva non sapere” è davvero difficile comprendere il senso della vicenda; che abbia ragione Beppe Grillo quando parla di Telecom? E se invece fosse calzante il teorema della rivincita contenuto nel testo di “un giudice” di De Andrè?

  • cesare:

    l’accusa pare fondata su di un teorema: “non poteva non sapere”.

    Ma, dato che in qualsiasi paese democratico la legge è uguale x tutti, questo assunto dovrebbe essere applicato in toto al Consiglio di Amministrazione delle aziende (telefonia, bancarie, ecc.)nel caso non avesse vigilato sulla correttezza di gestione(etica e fiscale).

    Questo assioma pare adottato in modo flessibile e mirato caso x caso (o meglio persona x persona), ed in particolare modo nel caso di ing. Scaglia e Fastweb. (ed oltretutto Fastweb ha valori contestati ben inferiori a quanto contestato al competitor di riferimento).

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Perché un blog?

“Questo Blog è dedicato alla figura di Silvio Scaglia, imprenditore ed innovatore, protagonista di start up (Omnitel, Fastweb, Babelgum) oggi impegnato in nuove sfide come il rilancio de La Perla, marchio storico del made in Italy. E' un luogo di informazione e di dibattito per tutti gli stakeholders (dipendenti, collaboratori, clienti) ma anche comuni cittadini che hanno seguito le vicende in cui Scaglia, innocente, si è trovato coinvolto fino alla piena assoluzione da parte della giustizia italiana.” - Stefania Valenti, Chief Executive Officer Elite World