Celli: Contento per i domiciliari a Rossetti, ma perchè lui e Scaglia non sono liberi?


“Sono molto soddisfatto che anche Mario Rossetti, come Silvio Scaglia,  sia uscito da Rebibbia. Ma, detto con franchezza, mi sfugge il motivo per cui i due restino agli arresti domiciliari. Non vedo il rischio di fuga o di inquinamento delle prove”.


Pier Luigi Celli, direttore generale della Luiss, è stato tra i primi a schierarsi con decisione contro il trattamento riservato dagli inquirenti a Scaglia, da lui assunto ai tempi dell’avvio di Omnitel. “Al di là del merito dell’inchiesta, su cui ho una mia opinione, non capivo l’esigenza della detenzione. E continuo a non capirla, visto che, tra l’altro, Silvio non ha avuto ancora modo di comunicare con l’esterno”.


Di più, per il momento, non è il caso di dire: sia Scaglia che l’ex manager, a più di cento giorni dallo scoppio del caso, sono ancora sottoposti ad un regime di restrizione della libertà personale.  Non è ancora, insomma, il momento di far festa.



26 Commenti a “Celli: Contento per i domiciliari a Rossetti, ma perchè lui e Scaglia non sono liberi?”

  • Bruno:

    Sbaglio o mediaticamente di questo provvedimento se n’è parlato poco? nessuna roboante conferenza stampa con tutti schierati in borghese e divisa dietro al tavolone del “conferenziere” di turno?
    Io leggo 2-3 quotidiani al giorno quando sono in Italia e il web quando posso. Non ho visto nulla.

    • Talita:

      Ma certo, Bruno.
      Che cosa vuoi che sia per la maggioranza della stampa un Rossetti che viene inviato ai domiciliari?

      Anzi, la scarcerazione potrebbe anche essere vissuta come una sconfitta delle toghe manettare e delle/dei loro seguaci tricoteuse.

      Dove andranno a sferruzzare, se i loro eroi diminuiscono il numero dei patiboli vip?

      A parte il fatto che non capisco l’entusiasmo che talora leggo qui.
      I domiciliari sono pur sempre una custodia cautelare.
      Nel caso specifico, ingiustificata e inspiegabile. ILLEGALE, insomma.

      • Giuseppe Grassi:

        Talita,
        è vero che si tratta pur sempre di arresti (anche se domiciliari), ma per chi ha sofferto perchè Mario Rossetti è stato lontano dai suoi piccoli per oltre 100 giorni, un po’ di sollievo c’e', magari non lo chiamiamo entusiasmo, ma sollievo sì!
        Comunque, Lei ha ragione ad insistere sul fatto che la carcerazione preventiva di Rossetti (e anche di Scaglia) non ha alcuna ragion d’essere, e dobbiamo tutti auspicare (protestando) la loro piena libertà, al più presto.

        • Talita:

          Gentile Giuseppe,
          si figuri se non la capisco!

          Perfino per me, che non conosco il signor Rossetti, la sua scarcerazione è stata come togliermi un peso dallo stomaco.

          Per questo ho parlato di entusiasmo: non di sollievo.
          Purtroppo nei casi più ingiusti s’ingenera spesso la cosiddetta “sindrome di Stoccolma”, per cui si è istintivamente portati a ringraziare i propri aguzzini.

          E stavolta non bisogna… mollare l’osso.

  • Talita:

    Perché Silvio Scaglia e Mario Rossetti non sono liberi?
    E perché gli ex manager Tis sono tuttora in custodia cautelare, considerando che l’inchiesta relativa è iniziata nel 2007?

    Perché la custodia cautelare è ormai diventata un mezzo per ESTORCERE confessioni, ossia far vuotare il sacco: indipendentemente dal fatto che il sacco contenga o non contenga qualche cosa.

    E non è tutto.
    Ogni giorno l’inciviltà giuridica tocca livelli sempre più bassi e pressoché inimmaginabili.
    Ne vediamo una nuova ogni giorno.

    Ieri l’esimio pm Walter Cotugno (Tribunale del riesame di Genova) ha prodotto in udienza la trascrizione di un messaggio tra Flavio Briatore e uno dei suoi avvocati, al fine di dimostrare che lo yacht sequestrato è di proprietà di Briatore.

    Si tratta probabilmente di un sms e certamente si tratta di una comunicazione tra cliente e avvocato.
    È universalmente noto che, in tale àmbito, vige il rispetto del “rapporto di segretezza/riservatezza”.

    Ma il pm suddetto è uno bravo a fare il gioco delle tre carte: infatti ha detto che l’sms si configura come una comunicazione tra “amici” e dunque lui la può usare come gli pare.

    E allora, attenzione! D’ora in poi, se servisse, dovremo ricordarci di assumere un avvocato difensore che sia un nostro “nemico”.

    E magari aspettarci, prima o poi, di essere intercettati anche in confessionale.

    Caspita! Che cosa c’è di meglio di una confessione in chiesa per scoprire i peccati di ciascuno di noi?
    E il pm potrebbe sempre dire che il parroco è un nostro vecchio amico, perché ci conosce dalla nascita!

    Dunque, continuiamo a tenere gli occhi ben aperti!
    E spero di non ri-leggere qui appassionate difese della magistratura, nel senso che i magistrati non sono tutti uguali.

    È evidente che non siano tutti uguali, ma – al momento – a Scaglia, a Rossetti, agli ex manager Tis e agli altri sequestrati e/o maltrattati dalla nostra (in)Giustizia non interessa tutta la magistratura: interessano i giudici con cui hanno a che fare direttamente.

    E che a Genova non hanno rispettato neppure il diritto di difesa dell’imputato!

    • stefano:

      Beh Talita.. dopo aver estorto un nome ad un malato terminale sulla questione del teatro incendiato, non mi stupisce che un PM usi ogni mezzo per “fregare” gli indagati (una mail di 5 anni prima.. sottolineo 5 anni.. il che probabilmente mi fa dire che sta gente sono anni che sta dietro a Briatore per fregarlo, e non oso immaginare a che costi).. Riflessione personale: ma con un cognome così, non gli conveniva andare a Sanremo per diventare famoso? Magari vinceva anche!

    • giovanni:

      Ma Talita, qui non si tratta di difendere o accusare la magistratura nel suo complesso, cosa che non credo tu voglia. Piuttosto bisogna denunciare un sistema che consente a “uomini senza qualità” di fare i magistrati, combinando guai a più non posso, senza che vi sia modo efficace per mettere fine giuridico alle loro gesta. Questo è un Paese nel quale SENZA prove d’accusa, come nel caso di cui ci appassioniamo, imprenditori di successo, manager e poveri travet possono finire in galera per le uggie di un PM incapace di leggersi fino in fondo gli atti, di giudici che, in sei mesi, non riescono a rendersi conto che l’indagine loro sottoposta (e le relative richieste cautelari) sono carta che non dovrebbe essere usata per la scrittura, di tribuanli “della libertà” composti di pallide figure che fingono di credere alle non riscontrate boutades dei PM (fondate sulle “immaginazioni” di farabutti politici) e motivano i loro provvedimenti con concatenazioni di sconcertanti illogicità che, in modo del tutto referenziale, sono finalizzate a dare copertura al “collega” che li ha preceduti.
      Io mi chiedo se questo sistema possa andare avanti così o se sia necessario, quando si parla delle libertà dei cittadini, che a giudicare sia un collegio affidabile, riservato, competente ma davvero terzo.
      E’ questo il motivo per il quale credo che il sistema GIP-GUP sia fallimentare e nel caso degli ostaggi FASTWEB-TIS abbia mostrato tutti i suoi limiti. E se è fallito a Roma, pensiamo come possa funzionare nelle piccole sedi, dove magistrati PM e GIP-GUP lavorano gomito a gomito, partecipano a convegni antimafia insieme, si incontrano con le rispettive famiglie, per poi… fingere di non conoscersi nelle aule dei Tribunali.
      E se sbagliano, poi, non pagano nulla, a differenza dell’imputato che le spese di giudizio, se condannato, le paga.
      Abbattere questo sistema fallimentare e l’irresponsabilità dei magistrati deve essere l’antidoto per evitare che giudici come quelli che tengono in ostaggio delle persone perbene possano continuare a nuocere, indisturbati, alla società.

  • manilo:

    Bentornato a casa Mario!
    Un abbraccio.

    Manilo

  • sergio scalpelli:

    Paese ben strano quello nel quale ci si ritrova ad essere felici perchè ad un amico innocente sono stati concessi, dopo 100 giorni, gli arresti domiciliari……
    per adesso un grande fortissimo abbraccio a Mario

  • Renato:

    La risposta è presto detta caro Celli. I giudici hanno dovuto “obtorto collo” tenere conto del movimento di opinione che si è creato ( e della voce del Capo dello Stato) ma si sono ben guardati dal farlo in una misura tale da non smentire se stessi. La verità negli azzeccagarbugli è sempre molto molto semplice.

  • stefano:

    Direi che la domanda di Celli se la pongono tutti. Peccato che nessuno abbia una risposta valida, neanche i Giustizieri della Notte di Roma

  • Bruno:

    Speriamo che la vicinanza della famiglia crei a Rossetti una sensazione di quasi normalità.
    Intanto il contatore continua a scandire minuti, ore, giorni, perchè la vicenda non è per nulla terminata.

  • beatrice caldarola luciano:

    personalmente mi sento solo sollevata,
    forse sarò contenta quando saranno liberi e potranno tornare nel mondo !!
    ben tornato a casa Mario, ancora un abbraccio caro da noi tutti a te Sophie ed i bambini
    bea

  • Giuseppe Grassi:

    Mi auguro che Scaglia e Rossetti ottengano la piena libertà al più presto. Questa carcerazione preventiva mi è parsa, per entrambi, immotivata. Cosa dobbiamo rispondere, quando dall’estero ci dicono che l’Italia è uno strano Paese, in cui il carcere si fa PRIMA del PROCESSO, e NON DOPO il PROCESSO??

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“Questo Blog è dedicato alla figura di Silvio Scaglia, imprenditore ed innovatore, protagonista di start up (Omnitel, Fastweb, Babelgum) oggi impegnato in nuove sfide come il rilancio de La Perla, marchio storico del made in Italy. E' un luogo di informazione e di dibattito per tutti gli stakeholders (dipendenti, collaboratori, clienti) ma anche comuni cittadini che hanno seguito le vicende in cui Scaglia, innocente, si è trovato coinvolto fino alla piena assoluzione da parte della giustizia italiana.” - Stefania Valenti, Chief Executive Officer Elite World