In attesa della Cassazione
Lo sciopero dei lavoratori del pubblico impiego, indetto dalla Cgil per il prossimo venerdì 25 giugno, potrebbe far slittare il giudizio della Corte di Cassazione in merito al ricorso presentato dai legali di Silvio Scaglia, Piermaria Corso e Antonio Fiorella, contro la decisione del Tribunale di Roma.
Tuttavia, anche se il condizionale resta d’obbligo, l’assenza del personale della giustizia, a partire dai cancellieri, potrebbe costringere i giudici a rimandare ogni decisione rispetto a tutti i 26 ricorsi pendenti quel giorno, fra cui figura al numero 21 quello appunto di Silvio Scaglia.
Nel frattempo, il prossimo 6 luglio, sempre la Cassazione sarà chiamata a decidere rispetto ad un altro ricorso presentato dai legali di Silvio Scaglia, questa volta contro la decisione del Tribunale del Riesame presieduto da Giuseppe D’Arma che in sede di appello, il 1° giugno, ha respinto la richiesta di revoca degli arresti domiciliari. Una decisione che ha sollevato le proteste di merito degli avvocati che hanno definito la decisione “agli antipodi della giurisprudenza, ma non sorprendente perché redatta dagli stessi giudici in appello che avevano già deciso al Tribunale del Riesame”.
La parola dunque alla Cassazione. Ad oggi, Silvio Scaglia resta “carcerato” nella casa di famiglia ad Antagnod, in Valle d’Aosta, a distanza di 115 giorni dal suo rientro in Italia
Why am I not surprised at the possibility of a delay due to a strike! Hopefully, Silvio’s case gets heard in a timely manner and a correct decision (ie, his release) is made.
Una vera eternità in carcere, o comunque in condizioni di privazione della libertà, quella trascorsa, senza motivo, da persone perbene! Soprattutto perchè i nostri baldi magistrati, che tante remore garantiste hanno quando si devono colpire i vivaci e pericolosi clan di nomadi della Capitale, con imprenditori intelligenti e professionisti delle telecomunicazioni hanno invece la mano pesante.
Secondo me, però, visti i danni che per la loro negligenza sono stati provocati, al termine di questa triste vicenda – che a mio giudizio non potrà che avere un esito positivo per chi NON ha mai fatto false fatture e ha sempre agito alla luce del sole – bisognerebbe mettere la giustizia dinanzi alle sue contraddizioni, andando a chiedere… in giudizio i SOLDI ai magistrati che hanno sbagliato. Anche a costo di finire dinanzi alla Corte Costituzionale per veder abrogate le norme da farsa sulla responsabilità civile dei magistrati che vigono in questa italietta. so che cane non mangia cane, ma alla fine almeno della cosa ne parlerebbe l’opinione pubblica e si potrebbe chiedere una nuova legge per meglio definire la responsabilità dei magistrati.
Tutto qui. A me basterebbe. Purchè si possa mettere sotto sequestro il patrimonio dei magistrati reprobi.
Mi correggo: per Mario Rossetti e gli ex Telecom sono trascorsi 136 (CENTOTRENTASEI)giorni e oltre.
Aspettando Godot
Sono trascorsi 116 (CENTOSEDICI) giorni di custodia cautelare per Silvio Scaglia e 126 (CENTOVENTISEI) per Mario Rossetti, entrambi in custodia cautelare prima in galera e poi ai domiciliari.
Altrettanta eternità è trascorsa per alcuni dirigenti ex Tis: tuttora in galera perché non hanno pronunciato parole gradite ai magistrati.
Adesso Antonio Di Pietro è indagato per TRUFFA e false autocertificazioni, perché il suo “trio di famiglia” potrebbe essersi pappato oltre 60 milioni di rimborsi elettorali e non.
Fin qui Di Pietro è stato più volte denunciato dai suoi ex amici, ma i suoi sempiterni amici togati hanno sempre archiviato o utilizzato il “modello 45”.
Adesso che è miracolosamente indagato, inoltre, Di Pietro si è perfino permesso di essere esplicito: “Chi mi accusa, è già condannato” (!!!)
Traduzione: chi tocca i fili muore.
Orbene, io voglio che Di Pietro sia sbattuto in custodia cautelare IN GALERA per due motivi prevalenti:
1) può inquinare le prove;
2) può reiterare il reato, in quanto continua a percepire quattrini dallo Stato.
Dunque, in gattabuia!
Seguendo il metodo Morgigni-et-comites, quale migliore occasione per tentare di estorcergli la cosiddetta “verità giudiziaria”? Come per Scaglia, per Mario Rossetti, per i dirigenti ex Telecom e per tutti quelli che sono ingiustamente in custodia cautelare.
In subordine voglio che gli sia sequestrato ogni avere – inclusi quelli eventualmente intestati alla moglie e alla sciura Silvana Mura, personalmente interessate all’associazione di famiglia che ha incassato – legalmente??? – i quattrini destinati al Partito politico.
Ah, dimenticavo: inclusi i conti correnti che servono al trio per fare la spesa quotidiana.
Forza, giudici!
Dimostrateci una volta che la Giustizia è uguale per tutti.
Anche per il signor Di Pietro: manettaro sempre pronto a difendere a oltranza le stravaganze – chiamiamole così – dei suoi amici togati.
Non dimenticherei lo sciopero del 25 giugno per una classe che, a detta di tutto l’orbeterraqueo, è dotata di privilegi da far invidia ad uno sceicco.. Talita, ovviamente la giustizia è uguale per tutti: sono certi giudici che sono più uguali di altri!