Quando la giustizia si misura sull’auditel

STUPRATORI IN LIBERTÀ, SCAGLIA AGLI ARRESTI


La Corte Costituzionale ha  deciso nei giorni scorsi che il giudice non è più obbligato a disporre la custodia cautelare per chi è accusato di violenza sessuale anche verso i minori. Non serve, non c’è rischio, non c’è pericolo. Il motivo? Salvatore Tramontano su il Giornale dà una spiegazione che convince: “la giustizia si sta ammalando di auditel o di qualcosa di simile che misura la popolarità”. Insomma, val la pena di perseguire gli imputati vip, quelli che comunque “bucano” lo schermo. E gli altri? Vadano per la loro strada.


Meglio prendersela con Silvio Scaglia, insomma, che con un boss di narcotraffico, già condannato a 30 anni, in odore di priapismo. Non è un paradosso, ma una storia di cronaca. Da una parte il caso di tal Franco Castriota, 30 anni di carcere da scontare, che viene rimandato a casa perché sofferente di priapismo. Manco a dirlo, dopo mezza giornata di arresti domiciliari, Castriota se ne va per i fatti suoi e diventa “uccel di bosco”. Poco male, un latitante in più di cui non si occuperanno i giornali. E probabimente, nemmeno le procure che hanno il loro bel daffare. Con Silvio Scaglia, ad esempio,  che si è presentato prontamente agli inquirenti (troppo prontamente, addirittura il venerdì sera senza rendersi conto che il weekend è sacro per la giustizia) e che se ne sta, obbediente, agli arresti in Val d’Ayas dal 17 maggio, senza nemmeno aprire la finestra per non infrangere i vincoli draconiani imposti dal Gip Aldo Morgigni.


“Ricordate il caso Fastweb?” è costretto a scrivere Tramontano, consapevole che, una volta spenti i riflettori mediatici, secondo la volontà dei Pm (che hanno altre occasioni per stare sulla ribalta) il malcapitato presunto reo entra in un angosciante cono d’ombra. “Quanto tempo è rimasto in carcere Scaglia prima di ottenere i domiciliari? È più pericoloso lui degli stupratori, dei narcotrafficanti o dei pedofili?”. E potremmo aggiungere: ha più occasioni lui (che non fa più parte di Fastweb) di “reiterare il reato” oppure uno stupratore reo confesso che si aggira per i parchi in piena estate?  No, la reiterazione del reato, così come il rischio di inquinamento delle prove, sottolinea l’autore, “valgono solo per certi tipi di inquisito”.


Eppure, quando si tratta di restituire la libertà ad un cittadino sottoposto a custodia cautelare da quasi 150 giorni, come è il caso di Scaglia e di altri indagati di Fastweb-Telecom Sparkle, almeno quelli per cui non è contestato il riciclaggio ma solo eventuali reati fiscali, il panorama delle procure è quello che ben descrive Tramontano: “Pm che si defilano e non si fanno trovare, Gip che vanno improvvisamente in ferie, interrogatori di garanzia che diventano una terra promessa, giorni che passano lenti senza una certezza e un orizzonte”. Già, “quando la giustizia ha in mano un manager, un brogliaccio di intercettazioni, e scartoffie piene di indizi non si esita a ricorrere alla carcerazione preventiva. Perché il ricco è un simbolo, perché fa notizia, perché se lo sbatti dentro, in barba a qualsiasi garantismo, c’è il rischio che parli”. E guai se, come Scaglia, non ha reati da confessare o sodali da tradire: non c’è nulla di peggio che essere innocenti nel gran circo della giustizia mediatica. La verità, insomma, è che arrestare i vip paga. Fa audience. “Il pm si becca i titoloni dei giornali, diventa personaggio, in taluni casi si innamora delle veline, viene fotografato dai giornali di gossip”.


Ma che razza di giustizia è mai questa, si chiede Tramontano. E ce lo chiediamo anche noi, convinti che, come scrive lui, al di là del tema delle intercettazioni, il vero problema ereditato da Tagentopoli sia “la simbiosi e la collaborazione  troppo stretta tra magistratura e giornalisti”. “Quando si sale sul palcoscenico è molto difficile scendere” per occuparsi di reati comuni che interessano la gente comune.

18 Commenti a “Quando la giustizia si misura sull’auditel”

  • Lotta:

    A parte la profonda differenza che dovrebbe esistere in tema di pericolosità tra chi si macchia di reati orribili (e parlo di reati giudicati e non presunti) come pedofilia, violenza sessuale, narcotraffico etc. e chi è accusato (e quindi non ancora giudicato) di tipo finanziario, lascia un po perplessi la distinzione che fate in tema di garanzie e di diritti tra chi, nel caso Fastweb Telecom Sparkle, è accusato di reati fiscali (come Scaglia) e chi è accusato di riciclaggio. Prima di tutto senza il presunto reato fiscale non esisterebbe il presunto riciclaggio e poi in questa inchiesta c’è anche chi, totalmente incensurato, chiede da mesi di essere ascoltato dai PM che se ne guardano bene visto che sono impegnati in vicende che accendono riflettori ancora piu’ grandi su di loro, ed è in carcere da oltre 5 mesi solo in base all’interpretazione che i PM stessi danno di una telefonata. Credo che questo tipo di uso della giustizia (anzi dell’ingiustizia) dovrebbe indignarci per tutti gli indagati che rimangono innocenti fino alle eventuali condanne definitive, ma che vivono l’incubo del carcere (e non degli arresti domiciliari) senza alcuna prospettiva e ben sapendo che ne il GIP (praticamente scelto dai PM)e ne il riesame si metteranno mai contro quello che ormai è uno star system giudiziario.

    • giovanni:

      Star system mi sembra una definizione appropriata! Una delle riforme possibili potrebbe essere quella di vietare in modo assoluto che i PM ed i Giudici rilascino interviste o tengano conferenze stampa di qualsiasi tipo sui casi che stanno trattando. Questi signori, con il lavoro (non sempre ben fatto!!) della polizia giudiziaria si costruiscono carriere politiche e professionali. Tornassero a fare il loro, ovvero a garantire, con forza, il rispetto delle regole nelle varie fasi dell’indagine.

  • John Percival:

    This is a good commentary on how the prosecutors are focused on acquiring attention and notoriety to themselves in order to attain celebrity status. There must be some process which can bring these people to account for their actions. Impeachment? Dismissal from the court? It’s insane that someone holds this type of unaccountable power over Italian citizens. I believe the Italian and international press as well as most of the Italian and knowledgeable international business executives believe Silvio is innocent and is being held hostage to the whims of an irresponsible prosecutor who now is in the embarrassing position of having charged Silvio with a serious offense, cannot provide the “hard evidence” needed to commence a trial. I do hope the release date of August 26th (or sooner) goes into effect.

  • monica scaglia:

    Caro Stefano,
    la montagna in agosto riserva qualche temporale e l’aria inizia ad essere freschetta ma in ogni caso lo spettacolo e’ sempre sublime.
    Se passi in valle bussa, ci prenderemo un caffe’ assieme. Ovviamente davanti a casa. Dentro e’ proibito!!
    Monica

    • stefano:

      Monica.. lo farò di sicuro, anche se spero che siate già via di lì.. spero di bussare e di non trovare nessuno. Sarebbe il miglior caffè del mondo.

  • stefano:

    Io la seconda settimana di agosto sono in Piemonte.. Farò un bel giro in moto fino ad Antagnod.. belle strade e bel panorama.. spero per allora di non trovare nessuno che “debba” restare chiuso in casa, anche se immagino sia una speranza vana

  • Cesare:

    Probabilmente nei prossimi giorni il sistema “chiuso” dei giornali (chiuso nel senso che le notizie devono essere ristrette ad un numero ben definito di pagine), si occuperà del fatto che l’industria italiana sta avviando un processo globale di allocazione risorse in funzione di reali valutazioni di concorrenzialità di impresa.

    Rimarrà quindi ben poco spazio (anche volendo) per parlare del caso Fastweb/Scaglia “tremendo ed incomprensibile”.
    Tremendo ed incomprensibile anche alla luce dei 150 giorni trascorsi, e delle dichiarazioni ed interrogazioni dei politici (rimaste ovviamente senza alcun seguito – almeno dallo spazio dedicato ai giornali anche a questo argomento).

    Forse ultima speranza è rimasta nella promessa fatta dalla maggiore carica del nostro Stato, nella affermazione in cui si dichiarava che “… la magistratura provvederà con equilibrio e tempestività”.

    Se 150 giorni vi sembran pochi….

  • giovanni:

    Il problema è che anche i quotidiani più sensibili ai diritti delle persone ingiustamente detenute per questa davvero incredibile performance della magistratura romana su FASTWEB e TIS omettono di dare spazio a riflessioni più approfondite sul contenuto dei provvedimenti restrittivi e su quello delle conseguenti pronunzie. Non si pretenderebbe nulla di noioso o di accademico, si badi, ma solo un minimo di analisi sulle topiche più incredibili dei Capaldo, Morgigni, D’Arma e così via, topiche che tuttavia tutti i magistrati si guardano bene dall’affrontare, quando sono chiamati a rivedere il lavoro dei loro colleghi.
    Poichè noi non siamo certo gli uomini più intelligenti del mondo e non possiamo pensare nemmeno che tra i magistrati si ritrovino tutti i più stupidi, è dunque possibile ipotizzare che il dramma di questi giorni (che è delle persone arrestate, dei loro familiari e delle loro aziende) sia l’effetto di una miscela di conformismo, neghittosità, sciatteria, vanità e palese ignoranza. E questo perchè, per ora, non vogliamo pensare alla malafede.
    Strano, però, che il garantismo a senso unico sia speso nelle procure e nelle aule dei tribunali nei confronti di personaggi davvero pericolosi per la società, di quelli che più volte hanno commesso reati contro la persona, anche gravissimi, dando molto lavoro alle forze di polizia e causando danni gravissimi ai comuni cittadini.

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“Questo Blog è dedicato alla figura di Silvio Scaglia, imprenditore ed innovatore, protagonista di start up (Omnitel, Fastweb, Babelgum) oggi impegnato in nuove sfide come il rilancio de La Perla, marchio storico del made in Italy. E' un luogo di informazione e di dibattito per tutti gli stakeholders (dipendenti, collaboratori, clienti) ma anche comuni cittadini che hanno seguito le vicende in cui Scaglia, innocente, si è trovato coinvolto fino alla piena assoluzione da parte della giustizia italiana.” - Stefania Valenti, Chief Executive Officer Elite World