Fastweb ha sempre pagato l’IVA
Reato non facile da ricostruire, spesso la “frode carosello” raggiunge livelli di sofisticazione che richiedono anni di indagini per essere portati alla luce. E a dirlo è anche la Commissione Europea
La cosiddetta “frode carosello” è una tipologia di reato non facile da ricostruire, spesso assai complessa e sofisticata. A sostenerlo è la stessa Commissione Europea che se ne è occupata in diverse occasioni, riportando al Consiglio e al Parlamento UE. Laddove si parla, ad esempio, di regime transitorio per l’imposta a valore aggiunto “concepito in modo tale che le forniture di beni e servizi all’interno della Comunità tra soggetti d’imposta siano esenti nello stato membro d’origine e siano invece soggette alla tassazione nello stato membro di destinazione”. Più semplicemente, le norme europee sull’IVA stabiliscono che nelle cessioni intra (interne all’area comunitaria, ndr.) il venditore emette la fattura ma senza applicare l’imposta. Questo perché l’operazione “non è imponibile”.
Riconoscere una “frode carosello” diventa ancora più complicato se fra società che acquistano o cedono beni e/o servizi si interpongono ulteriori società “cuscinetto” (denominate “buffer”). Tutte questioni, va ribadito, al centro di riflessioni della stessa Commissione UE.
Nel caso di Fastweb va sottolineato (come illustra il grafico sotto) che l’azienda ha sempre pagato l’IVA, quindi non ha commesso alcuna evasione fiscale. Al contrario, era chi la incassava (e avrebbe dovuto versarla allo Stato italiano) che la occultava in una girandola di operazioni finanziarie.
Tale era poi il livello di “sofisticazione” della frode carosello al centro dell’inchiesta Telecom Sparkle – Fastweb che gli stessi magistrati inquirenti hanno dovuto impiegare anni di indagini e di intercettazioni per portarla alla luce.
Una “colpa” organizzativa Fastweb forse l’aveva. Quella di non essersi dotata di un “sistema di protezione aziendale” che potesse essere utile per indicare ai “tecnici” il rischio di frodi e di venire in contatto con… personaggi fraudolenti. Certo, Fastweb è colpevole solo come può esserlo chi, abitando al primo piano di una popolosa metropoli, si vedesse svaligiare la casa da topi d’appartamento. Ma i tempi sono questi e le aziende, purtoppo, devono organizzarsi anche per prevenire che qualcuno metta in piedi delle frodi che i tecnici, per quanto bravi ed accorti, NON possono essere in grado di percepire, per il semplice motivo che non è il loro mestiere farlo. Le funzioni di security aziendale, in altre parole, dovrebbero essere adeguatamente istituite ed indirizzate a prevenire tali fenomeni. Purtroppo, come le cronache ci dicono, in alcune grandi aziende di comunicazioni esse sono state, invece, impiegate per improprie azioni di “spionaggio”….
Giovanni, non esiste un sistema di security aziendale tale da poter prevenire una frode di questo genere, pena la paralisi dell’azienda stessa.. in altre parole, c’è un solo caso in cui un uomo non può mai in nessun caso essere potenzialmente un ladro: quando è morto. E sinceramente, preferisco il rischio del furto.