Pericolo di fuga? No, di rientro
In arrivo un “libro bianco” online sul “Processo Carosello” che vede imputato anche Silvio Scaglia. Un caso di “malagiustizia”, certo non l’unico del Belpaese, che dura ormai dal 26 febbraio scorso
Pericolo di fuga? No, di rientro. Anzi, di rientro immediato e reiterato. Chi meglio di Vincino poteva descrivere con un tratto geniale di matita l’assurdità della “custodia cautelare” di Silvio Scaglia? Un caso di “malagiustizia”, certo non l’unico del Belpaese, che ormai dura dal 26 febbraio scorso (oltre 262 giorni segna il cronometro), ma che non intendiamo far finire nel dimenticatoio.
Una vicenda dai risvolti a dir poco kafkiani, che il blog www.silvioscaglia.it ha deciso di ricostruire nelle sue parti essenziali con un piccolo “libro bianco” che verrà diffuso online (sì, saremo innovativi anche in questo), in vista del 23 novembre quando presso le aule della Prima sezione penale del Tribunale di Roma si aprirà il “Processo Carosello” che vede coinvolti anche alcuni manager di Telecom Sparkle e Fastweb.
Un processo che vede imputato anche l’ingegner Scaglia ma solo (e soltanto) sulla base del principio del “non poteva non sapere”, quando invece da ogni atto e da ogni carta processuale emerge ben altra verità: che lo stesso Silvio Scaglia e la società che ha contribuito a fondare sono state “vittime di una truffa ben organizzata”.
Vi aspettiamo tutti online. A presto.
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4 Commenti a “Pericolo di fuga? No, di rientro”
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Tutti assolti dopo 36 anni dai fatti, che risalgono al 1974, revocato il mandato di custodia cautelare a Delfo Zorzi che da una vita vive in Giappone ( e i giapponesi non hanno mai estradato )
http://www.rainews24.it/it/news.php?newsid=147436
Coraggio Silvio, il contatore del tempo degli arresti su questo sito potrebbe non avere abbastanza caselle numeriche, trentasei anni sono 13140 giorni senza contare i bisestili.
Mi rendo conto che siamo in “zona Cesarini”, ma credo che, per dare maggior forza al libro, sarebbe opportuno che esso riuscisse a mettere in luce la serie di “patacche” che l’indagine rifila ai giudici e che loro, tranquillamente, si bevono senza mostrare alcuna reale propensione all’approccio critico. E ciò non solo nei confronti dell’Ing. Scaglia, ma anche di altri imputati che, come lui, sono con tutta evidenza vittime dell’irrazionale ostinazione di taluni.
Quelle patacche mi appaiono addirittura come un insulto a chi – leggendole – dovrebbe pure crederci!