Il Foglio: “La lezione di Scaglia”
Sul quotidiano diretto da Giuliano Ferrara, a firma di Carlo Stagnaro: “La vicenda dell’ex capoazienda è paradigmatica della giungla giuridica antimercato”
Due articoli in uno, come afferma lo stesso autore Carlo Stagnaro, su Il Foglio di oggi. Una miscela perfetta, per raccontare due aspetti solo apparentemente distinti: da un lato il “caso Scaglia”, dall’altro perché l’Italia non attira investimenti ed è in fondo alle classifiche (quarantottesima) del World Economic Forum sulla competitività. Ma non solo: l’Italia è in fondo in tutti gli indicatori che misurano direttamente o indirettamente il nostro “sistema giudiziario”. Ad esempio, nell’indagine che compila la Banca Mondiale sui Word Governance Indicators alla voce “rule of law” il nostro Bel Paese vi appare sessantatreesimo.
“Silvio Scaglia – esordisce Stagnaro – è privo della libertà personale da 286 giorni…”. Primo contrappasso: “Nel 2008, l’intensità degli investimenti esteri in Italia – cioè la media tra quelli in entrata e quelli in uscita dal paese – valeva l’1,3 per cento del pil contro una media del 2,2 per cento nell’UE a 27 e del 2,6 per cento nell’Eurozona”.
Ancora: “Nei quasi dieci mesi trascorsi dalla sua incarcerazione, Scaglia è stato sentito una sola volta, il 12 aprile. Da allora viene mantenuto sotto chiave, senza che la sua opinione, o la sua versione dei fatti, siano ritenute di alcun interesse dai magistrati che indagano sulla “truffa carosello”: anzi, è condannato al regime del silenzio”. Secondo contrappasso: “…. siamo ultimi in Europa, e centoventesimi al mondo, per l’efficienza del sistema legale”.
Scaglia, come è noto, “sostiene di essere vittima, non artefice, della truffa. In quanto vittima – aggiunge Stagnaro – ovviamente non è in grado di fornire informazioni che i PM ritengano interessanti. Proprio per questo è stato e rimane rinchiuso”. Ma il punto è un altro, insiste Stagnaro: “Gli investimenti diretti sono molto sensibili all’affidabilità del quadro legale dei paesi verso cui si orientano. Un paese dove le norme siano confuse, o applicate in modo imprevedibile, o incerte a causa di cambiamenti continui e imprevedibili, è una meta poco desiderabile”.
Il risultato è che Fastweb (e Telecom Sparkle Italia) sono rimaste “impigliate nelle maglie della legge 231, che attribuisce alle imprese e ai loro dirigenti la responsabilità di specifici reati compiuti dai dipendenti. Sicché – si legge ancora – nel nostro paese la responsabilità penale non è sempre personale, a dispetto della Costituzione”.
Insomma, conclude Stagnaro, non si può parlare del caso Scaglia senza parlare della giustizia del nostro paese, e delle ragioni per cui gli stranieri non investono in Italia. Non sono fatti separati e distinti. Postilla finale: “… il trattamento che gli è stato riservato è incivile prescindere dalla sua colpevolezza. Perché, fino a prova contraria, siamo tutti non colpevoli. Compreso Scaglia”.
[...] Il Foglio: “La lezione di Scaglia”: “Nei quasi dieci mesi trascorsi dalla sua incarcerazione, Scaglia è stato sentito una sola volta, il 12 aprile. Da allora viene mantenuto sotto chiave, senza che la sua opinione, o la sua versione dei fatti, siano ritenute di alcun interesse dai magistrati che indagano sulla “truffa carosello”: anzi, è condannato al regime del silenzio”. [...]